La chiesetta di S. Vitale, la cui prima attestazione risale al 1196, è collocata a un incrocio che nei tempi passati costituiva un passaggio obbligato per chiunque provenisse dalla direzione sud ovest. Certamente la sua importanza era assai maggiore nelle epoche passate e ciò è denotato anche dagli affreschi che la ricoprivano, di cui se ne sono conservati solo alcuni. Con l’espandersi del borgo e la costruzione di nuove strade, S.
A partire dall’inizio del Seicento si fece sempre più urgente la necessità di provvedere ai poveri in modo strutturato, superando la gestione privatistica ed estemporanea fino ad allora prevalente perché affidata alla buona volontà dei singoli. Perciò nel 1604 il Consiglio di popolo decise di provvedere alla costruzione di un ricovero per i poveri sotto il titolo di Hospitale della Misericordia, anche se di tale opera restano pochissime tracce nei documenti, segno che la sua realizzazione fu molto modesta.
È stata oggi inaugurata la mostra “Donegani l’ingegnere tra le Alpi. La sfida al Giogo dello Stelvio” che gli studenti degli istituti Alberti di Bormio e Donegani di Sondrio hanno realizzato affiancati dalle docenti Daniela Valzer, Irene Armellini e dalla coordinatrice Maria Carla Fay, in collaborazione con la SEV, le istituzioni locali, il Parco Nazionale dello Stelvio e con l’apporto fondamentale di ricercatori di storia locale.
La tradizione montanara e contadina è ricca di esemplari di attrezzi realizzati in modo autoctono, con i semplici materiali che l’ambiente circostante offriva. Essi erano ampiamente utilizzati a ogni latitudine alpina e – pur con qualche significativa differenza – popolavano quotidianamente la vita dei nostri avi. Alcuni di questi oggetti potrebbero apparire semplicissimi, quasi banali, ma a un’analisi più approfondita nascondono significati e storie molto più complessi.
In tanti, forse, al giorno d’oggi auspicherebbero un ritorno alla gogna per punire i colpevoli di crimini minori, nella speranza che la vergogna li faccia desistere da ulteriori malefatte… Come ovunque, anche a Bormio esisteva la gogna e ne restano ancora le tracce sul pavè di piazza Kuerc, lato ovest; essa fu abbattuta dal vituperato conte Galeano Lechi nel 1799, in un impeto di furia libertaria che inneggiava agli ideali della Rivoluzione Francese e che – fatalmente – gli costò la vita.
Gli alunni della Scuola Secondaria di Primo Grado di Valfurva sono stati coinvolti in un'iniziativa a cura del Museo Vallivo, volta alla creazione della mostra virtuale dedicata a Mario Testorelli, fondatore del Museo Vallivo Valfurva.
Fra gli usi e i costumi del passato, il compianto prof. Roberto Togni rievocò qualche anno fa una ricorrenza oggi ormai quasi dimenticata, che aveva come teatro il Grand Hotel Bagni Nuovi. Accadeva, infatti, che nel lunedì solenne di Pasquetta il salone e il parco venivano riservati in esclusiva alla popolazione locale, che vi trascorreva la giornata con pic nic e danze all’interno del fastoso salone, accompagnati dalla musica della Filarmonica bormiese.
Quando ci lamentiamo dei tempi biblici della giustizia italiana, per capirne esattamente tutta la drammatica portata dovremmo leggere questo articolo di Lorenza Fumagalli: una incredibile controversia che ha inizio nel Seicento e si conclude nell’anno 2016!!! Quale sarà la posta in gioco? Un tesoro favoloso? Un’eredità sfarzosa? Niente di tutto questo, o meglio, qualcosa di infinitamente più importante e che riguarda la formazione, l’istruzione e l’educazione dei giovani.