FRAMMENTI DI STORIA. LA CHIESA DI S. MARTINO DI SERRAVALLE NEI DOCUMENTI MEDIEVALI
La chiesa di S. Martino di Serravalle, purtroppo scomparsa sotto la furia della frana della val Pola nel luglio 1987, costituiva uno dei più interessanti laboratori di studio sulla presenza dei Franchi in Valtellina. L’interpretazione di alcuni ritrovamenti e contenuti documentari, infatti, riporta la minuscola chiesa al contesto del mondo franco e del monastero di S. Dionigi, che Carlo Magno aveva beneficiato di una cospicua donazione di rendite e terre comprese nel regno longobardo e il Valtellina. Il significativo affresco che era stato scoperto su una parete della chiesa, infatti, riconduce direttamente a Waldone, abate di S. Dionigi: si trattava di un viso con le lettere WAL, testimonianza piuttosto inequivocabile dedicata – secondo lo storico Ilario Silvestri – al fondatore e costruttore della chiesa.
La struttura della chiesa di S. Martino subì modifiche negli anni successivi, probabilmente a causa dei vari passaggi di diritti e in omaggio ai nuovi beneficiari; così, ad esempio, uno studio sulla sua architettura romanica indica che l’oratorio fu ampliato intorno al primo secolo dopo il 1000, mentre altri reperti archeologici riportano a epoche di difficile datazione, forse paleocristiana (come la lastra di marmo con funzione di altare).
Nell’XI secolo S. Martino di Serravalle passò in dotazione all’abbazia di S. Abbondio di Como, che gestiva il possedimento tramite una cella monastica lì allocata. Questa comunità arrivò a contare sino a 10 persone e si occupò della gestione patrimoniale del cenobio di Serravalle fino all’inizio del Trecento, quando la chiesa e tutto il territorio di Morignone passarono sotto il controllo del comune di Bormio.
Anna
I. SILVESTRI, La chiesa di S. Martino di Serravalle nei documenti medievali, Boll. 14/2011
http://www.cssav.it/wp-content/uploads/2017/02/Bsav-14-Silvestri.pdf
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