FRAMMENTI DI STORIA. L’INTIMITÀ DELLA MONTAGNA NEL QUADERNETTO DELLA MAESTRA MARTINELLI
Dal quadernetto che la maestra Giuseppina Martinelli compilò nei suoi anni, si estraggono poesie e ritagli di racconti che testimoniano l’amore appassionato per la sua terra e i suoi abitanti, rudi montanari la cui asprezza rispecchia forse la stessa asperità dei contrafforti alpini che dominano le loro vallate. Esemplare, per la maestra, è l’articolo con cui il collega Alfredo Martinelli spiega la proverbiale freddezza degli abitanti del “Paese Alto”: “c’è tanta vigoria, tanto calore in queste anime, anche se lo spirito vi appare rude dentro l’involucro chiuso. La mia gente è di autentica razza montanara e perciò non diverrà mai tanto espansiva, perché nata e allevata al cospetto della bellezza dei suoi monti, alla grazia ineffabile della solitudine per cui noi cerchiamo sempre di nascondere la nostra intima personalità, di vivere in noi stessi, di celare gelosamente i tesori del nostro cuore nel chiuso della nostra persona. Però, quando noi spezziamo questa spirituale clausura, quale meraviglia piena di affetti, quali rigogli di entusiasmi, quanto e quanto sappiamo donare di noi stessi”.
Le poesie della maestra Giuseppina, scritte in dialetto bormino, rivelano proprio questa intimità, attraverso piccoli quadretti in cui vengono ritratti paesaggi familiari ammantati a volte di allegria, a volte di malinconia, a volte di dolore, con persino piccole facezie innocenti sull’usanza della settimana bianca. Una poesia semplice, eppure fortemente suggestiva se si pensa a una sera di febbraio, che rovescia nel Frodolfo “uno starnutire di stelle che si sbriciola in coriandoli, per carnevale”.
Anna
R. BRACCHI, Frammenti di ambiente. Poesie in dialetto bormino della maestra Giuseppina Martinelli, Bollettino n. 15/2012
http://www.cssav.it/wp-content/uploads/2017/02/Bsav-15-Bracchi.pdf
Foto: Castello D’Albertis Museo delle Culture del Mondo
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