LA SFINGE ALPINA PRESENTA “IL RAGNO DELLA PATAGONIA”

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LA SFINGE ALPINA PRESENTA “IL RAGNO DELLA PATAGONIA”

Mar, 19/03/2024 - 15:43
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All’interno della rassegna “La montagna al cinema 2024” verrà proiettato al Cinema Excelsior di Sondrio il prossimo giovedì 21 marzo il film di Fulvio Mariani su Casimiro Ferrari e Matteo Della Bordella

Per la rassegna La montagna al cinema 2024 e all’interno de La Sfinge alpina, il prossimo giovedì 21 marzo al Cinema Excelsior di Sondrio sarà proiettato Il Ragno della Patagonia, film di Fulvio Mariani sulla storia di Casimiro Ferrari e Matteo Della Bordella.

«Altissime torri, specchiate su un mare di ghiaccio sotto un cielo spesso sconvolto dalle tempeste. Tale è la sfida dell’alpinismo patagonico, a cui sa rispondere solo l’élite internazionale», recita la sinossi della pellicola dedicata a due grandi alpinisti di altrettante generazioni differenti.

«Tra i suoi pionieri – ancora si legge – spicca il nome di Casimiro Ferrari, che con i suoi Ragni di Lecco incise la sua impronta sulla roccia, il ghiaccio e le leggende della Patagonia. A molti anni di distanza, il regista Fulvio Mariani, esperto di quelle montagne dal 1985, segue il giovane alpinista Matteo Della Bordella, che con i suoi compagni ripercorre le pareti di Casimiro, ripetendo o aprendo nuovi itinerari in stile pulito, leggero e futurista, a conferma che arrampicare in questi luoghi è un gioco dalle regole estremamente severe».

A partire da una più che «ricca scelta di filmati d’epoca, talvolta inediti», il film – prodotto da Iceberg-Film – mette appunto a confronto queste due generazioni d’alpinisti. «Sul Cerro Torre, al Cerro Murallón, al Riso Patrón come sulla Est del Cerro Fitz Roy, i giovani sono ancora attratti dal carisma del mitologico “Ragno della Patagonia”, di cui scoprono parete dopo parete la determinazione e l’intuito esplorativo», sempre secondo la presentazione della pellicola. E, si sa, questa è «una strada purtroppo non esente dal pericolo e dalla perdita dei migliori compagni», in un intrecciarsi di «estetica e drammaticità degli eventi che restano inalterati nel tempo».

Il documentario – della durata di 105 minuti – è stato presentato in anteprima mondiale al Trento Film Festival dallo stesso autore, Fulvio Mariani, svizzero, classe 1958. Tra i maggiori registi viventi di cinema di montagna, collabora con le più importanti reti televisive europee. Ha ottenuto premi e riconoscimenti internazionali, a riprova del talento con la cinepresa e nel campo dell’alpinismo.

Nel suo curriculum si annoverano la partecipazione alla spedizione internazionale alla parete sud del Lhotse nel 1989, su precisa richiesta di Reinhold Messner, e – nello stesso anno – la collaborazione con il polacco Jerzy Kukuczka, altro re di tutti gli Ottomila. Da queste due esperienze è nato L’anno nero del Serpente.

Il regista Fulvio Mariani, tra l’altro, sarà presente giovedì prossimo in occasione della proiezione e volentieri dialogherà con i presenti nella sala dell’Excelsior. Accanto a lui Luca Schiera, presidente dei Ragni di Lecco, e – con tutta probabilità – pure il talentuosissimo Matteo De Zaiacomo che, nonostante la giovane età (è nato, infatti, appena 31 anni fa), già figura tra i massimi esponenti dell’alpinismo italiano.

La serata di giovedì sarà anche l’occasione per ricordare uno dei primi salitori del Cerro Torre, Mariolino Conti, di cui purtroppo non si hanno più notizie dal mese di novembre dello scorso anno.

CAI Valtellinese

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