FESTEGGIATI GLI OLIMPIONICI DI PECHINO

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FESTEGGIATI GLI OLIMPIONICI DI PECHINO

Ven, 25/02/2022 - 10:01
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Atleti, tecnici e professionisti che in Cina hanno rappresentato le società sportive e le associazioni dell'Alta Valle
olimpionici

Lasciamo fuori per un attimo le questioni politiche locali e le brutture di questo mondo. Lasciateci semplicemente e serenamente rendere il giusto omaggio agli atleti che sono rientrati dalle Olimpiadi di Pechino 2022, ragazzi che sin da piccoli si sono “fatti in quattro” per rincorrere un sogno, ragazzi che questo sogno l’hanno vissuto sulla loro pelle, ragazzi a cui i bambini guardano come a un esempio positivo a cui ispirarsi. E insieme a loro, lasciateci ringraziare quei professionisti che – partiti da una realtà magari piccolissima come una frazione – sono approdati a una nazionale dove prestano servizio con il massimo della dedizione, anche se non è quella azzurra.

La serata di giovedì 24 febbraio 2022 in piazza del Kuerc è una festa con cui l’Alta Valle vuol dire “grazie”. Non importa il risultato, importa quanto cuore e quanto impegno ci hanno messo queste persone per arrivare fino a lì, senza dimenticare da dove sono venuti. Perchè è questa, alla fine di tutto, la grandezza di uno sportivo: far sì che dai tuoi successi possa nascere qualcosa non solo per te, ma anche per chi verrà dopo di te.

Sul palco, uno dopo l’altro, atleti e tecnici si sono presentati e hanno brevemente raccontato la loro esperienza, sollecitati dalle domande dei presentatori Stefano Faifer, Michele Antonioli e Katja Colturi, questi ultimi due anche nella loro veste di ex olimpionici e quindi particolarmente adatti alla circostanza. Dopo il saluto delle autorità, dunque, sono sfilati Massimo Rinaldi (direttire tecnico di sci alpino), Nicola Cantoni (skiman della Norvegia di biathlon), Lisa De Lorenzi (fisioterapista del curling), Nicola Rodigari (staff tecnico di short track), Kiril Pandov (staff tecnico di short track) e gli atleti Maicol Rastelli (sci di fondo), Elisa Maria Nakab (sci freestyle), Luca Spechenhauser (short track), Cyntia Mascitto (short track), Arianna Sighel (short track), le sorelle Arianna e Martina Valcepina (short track), Tommaso Dotti (short track), Andrea Cassinelli (short track), Pietro Sighel (short track), Yuri Confortola (short track).

Sono stati ricordati anche gli sportivi che non hanno potuto presenziare a causa di impegni o raduni concomitanti, quali Mauro Sbardelotto (skiman di Federica Brignone), Daniele Compagnoni (ski man di snowboard cross), Arianna Fontana (short track), Jole Galli (ski cross), Thomas Bormolini (biathlon), Tommaso Sala (sci alpino), Nicolas Bormolini (skiman nazionale di fondo), Lukas Bormolini (staff tecnico del biathlon Nuova Zelanda), Emil Bormetti (skiman del biathlon Australia), Rudy Galli (staff tecnico di snowboard alpino); è intervenuto alla serata anche Stefano Donagrandi (olimpionico di pattinaggio di velocità).

Grazie alle loro parole siamo entrati un pochino anche noi nel mondo dello sport di altissimo livello, con qualche aneddoto e considerazione sull’evento appena concluso. Massimo Rinaldi, ad esempio, ha sottolineato come le Olimpiadi, al di là dell’aspetto agonistico, debbano servire anche come aiuto per il paese che le ospita, sottolineando come i Giochi di Pechino abbiano impressionato tutti per la vastità quasi eccessiva degli impianti. Nicola Cantoni e Micol Rastelli ci hanno ragguagliato sulle difficoltà che tutti hanno avuto nell’adeguarsi alle condizioni climatiche particolari trovate in gara: vento, neve lentissima o pista dura, freddo glaciale, cosa che ha costretto tutti a continui e ripetuti test di verifica della neve per scegliere i materiali più opportuni. Arianna Sighel e Luca Spechenhauser ci hanno riportato l’emozione grandissima delle cerimonie di apertura e di chiusura, che ha dato loro una carica in più e li ha resi consapevoli e orgogliosi del prossimo appuntamento italiano.

Ma per tutti, indistintamente, spicca la sensazione di aver vissuto qualcosa di unico, di magnifico e il privilegio di avervi potuto presenziare al di là dei risultati. L’Olimpiade è un evento a sè, dove quello che emerge prepotentemente su tutto e su tutti è quel “melting pot” che si vive sulla propria pelle, quel miscuglio incredibile di razze-lingue-religioni-popoli-atleti-identità-saperi accomunati da una sola certezza, che è l’uomo. I valori che lo sport e che questi atleti ci trasmettono sono valori universali, oggi più che mai necessari.

 

 

Anna

Foto: Mattia Canclini

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