I comitati contrari alle proroghe pasticciate chiedono il rinnovo delle concessioni a favore di territori e d ambiente.
Sondrio, 27 ottobre 2023
Il Coordinamento Per Il Grande Idroelettrico Dell’arco Alpino E Appennino valuta positivamente il rinvio dell’esame del DL Energia deciso dal Consiglio dei Ministri: hanno pesato i nostri esposti contro la proroga delle grandi concessioni idroelettriche.
Nelle ultime settimane il Coordinamento Per Il Grande Idroelettrico Dell’arco Alpino E Appennino ha inviato ripetuti esposti per contrastare con decisione ogni proposta di proroga delle grandi concessioni idroelettriche in scadenza. Gli esposti sono stati inviati sia alle competenti istituzioni italiane ed europee, sia agli esponenti politici di Forza Italia e Fratelli d’Italia i due partiti che, con dichiarazioni di ministri in carica ed emendamenti parlamentari, si erano esposti a favore dei concessionari uscenti e contro gli interessi del territorio e delle comunità montane che ospitano le centrali idroelettriche.
Il Comitato ha sottolineato che le proroghe, notoriamente illegittime sia per il diritto italiano sia per quello comunitario come sentenziato rispettivamente dalla nostra Corte costituzionale e dalla Corte di Giustizia Europea non porterebbero affatto , come si vuol fare a un piano di ammodernamento degli obsoleti impianti idroelettrici italiani. Al contrario, come già verificato in passato, le proroghe sarebbero immediatamente oggetto di ricorso , con tempi per le sentenze e conseguente paralisi del settore e blocco dei bandi per i rinnovi e per ammodernamento/efficientamento degli impianti. Paralisi a tutto vantaggio dei concessionari uscenti che continuerebbero a lucrare la rendita idroelettrica, senza investire e senza alcuna ricaduta positiva per il territorio.
Inoltre, la proroga delle concessioni vanifica uno degli impegni, in tema di concorrenza, che l’Italia ha assunto con il PNRR con il rischio di vedersi bloccare dalla CE le future rate del Recovery Fund e addirittura d i dover restituire i fondi già ricevuti. Ciò si sommerebbe al mancato avvio degli investimenti privati che i vincitori delle gare dovrebbero attivare e si parla di miliardi di euro senza oneri per lo Stato, con ovvie ripercussioni sull’indotto.
Il danno per la reputazione del sistema Paese valutato dalle forze politiche. Al comitato interessa la battaglia per una gestione sostenibile dell’idroelettrico in favore delle comunità locali e attenta ai cambiamenti climatici. Dov’è finito l'obiettivo della transizione energetica e della sostenibilità ambientale?
Il Comitato, che raggruppa e rappresenta i cittadini delle otto regioni italiane dove è maggiore la produzione idroelettrica, ha richiesto con forza che si proceda con le gare, in particolare utilizzando tra le diverse possibilità offerte dalla legge q uella della società mista pubblico privato, che meglio consente la partecipazione delle comunità locali alla produzione . Oltre a ciò, dalle gare ci aspettiamo maggior sicurezza degli impianti, misure di compensazione territoriale e interventi di risanamento ambientale.
Le leggi regionali prevedono tre sistemi di gara per l'affidamento delle concessioni scadute, non ne deve esiste re una quarta della trattativa con i concessionari uscenti perché anticostituzionale e lesiva del diritto comunitario
Auspichiamo che la pausa di riflessione decisa dal Governo e il riesame del DL Energia portino al definitivo accantonamento di ogni ipotesi di proroga e al prevalere dell’interesse pubblico su quello di grandi gruppi multinazionali.
Siamo disponibili al confronto con le forze politiche, ma terremo alta la nostra attenzione e determinazione sul tema delle concessioni idroelettriche a tutela di comunità che non accettano più di essere considerate marginali.
Comitato nazionale del grande idroelettrico
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