idroelettrico

UTILIZZO IMPROPRIO DEI FONDI DEI CANONI IDROELETTRICI FACCIAMO BENE I CONTI

Mediamente la provincia di Sondrio con i sui impianti idroelettrici produce 5 milioni di Mwh che moltiplicati per un PUN medio annuo (2023) che è stato di 127,2 euro/Mwh, significa che i concessionari hanno introitato 636 milioni di euro, essendo gran parte dei ns impianti a serbatoio, la ns energia idroelettrica in borsa può spuntare anche prezzi maggiori pari al 30% .Pertanto gli introiti salgono otre gli 800 milioni di euro.

IN RICORDO DI SANDRO FOPPOLI

“Ci ha lasciato il nostro caro Sandro, stimato vicesindaco di Mazzo in Valtellina e cofondatore del Comitato per la razionalizzazione delle linee ad alta tensione Valtellina e Valchiavenna e uno dei promotori del Cordinamento nazionale dei comitati del Grande Idroelettrico.
Sentite condoglianze alla famiglia da parte del Comitato nazionale del grande idroelettrico.

BANDI PER I RINNOVI DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE, SI GIOCA IL FUTURO DEI TERRITORI MONTANI

Il comitato si è già espresso sulle priorità ma è utile fare una sintesi chiara anche a chi non è del mestiere.
La competenza è della Regione che deve sentire i territori. A loro volta gli amministratori locali, le forze
economiche e i sindacati avrebbero dovuto condividere una strategia e dei documenti per fare delle
richieste chiare.
La Legge Regionale 8 aprile 2020, n. 5 disciplina i rinnovi delle concessioni. Per il comitato l'opzione
preferenziale di rinnovo rimane quella della società pubblico-privata con dentro regione e gli enti locali.

Gare per il rinnovo delle concessioni idroelettriche scadute. La Consulta chiede chiarimenti, i dubbi del presidente Uncem

Sondrio, 18 ottobre 2024

Gare sì, gare no. Chiudono oggi, 18 ottobre, i termini delle domande per le prime due (piccole) concessioni scadute messe a gara dalla Lombardia - Codera Ratti-Dongo, da 19 MW (attualmente in gestione a Edison), e Resio, da 4 MW (A2A) - e tutto intorno il dibattito sul rinnovo delle concessioni idroelettriche torna ad infiammarsi. Di pari passo con la preoccupazione che un asset tanto strategico, quanto importante per lo sviluppo del Paese possa finire in mani straniere.