Dopo la grande mobilitazione popolare il tradimento delle Istituzioni locali

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Dopo la grande mobilitazione popolare il tradimento delle Istituzioni locali

Mer, 22/06/2022 - 16:55
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Così si consuma la morte del “Morelli” e della nostra sanità di montagna

 

Dopo la forte mobilitazione popolare, le nove partecipate assemblee pubbliche, la straordinaria “raccolta firme” (21.853 adesioni), la manifestazione pubblica a Bormio del 3 giugno scorso in un “Pentagono” pieno di gente, il Movimento “Rinascita Morelli Autonomo” - che in questi mesi ha promosso tutto questo - si attendeva, unitamente alla cittadinanza, la “presa di consegna” da parte delle nostre Istituzioni locali di questo ampio ed importante patrimonio di condivisione e sostegno.

Condivisione e sostegno soprattutto del percorso e dell’obiettivo indicati dal Movimento stesso nel documento del 17 maggio, al quale i Sindaci dell’Alta Valle, con quelli di Lovero e Tovo di Sant’Agata, hanno aderito.

Un’adesione peraltro ribadita anche nella lettera del 20.06.2022, indirizzata al Movimento scrivente da parte dei Sindaci dell’Alta Valle (“la presente per confermarVi, come da nota già trasmessa in data 28 maggio u.s, la condivisione da parte dei Sindaci dell’Alta Valle, ivi compreso il neoeletto Sindaco di Valfurva, dei contenuti del Vostro documento…”).

Insomma dalla mobilitazione popolare occorreva passare alla mobilitazione istituzionale, altrettanto forte, determinata e tempestiva, lungo la linea tracciata e condivisa, cioè la richiesta alla Regione, unica ed esclusiva, di costituzione dell’Azienda Ospedaliera, autonoma e pubblica, del “Morelli” – ASST Alta Valtellina (con le stesse prerogative e funzioni delle 27 ASST già esistenti ed operanti in Lombardia).

Ma, con un’altra lettera del 20.06.2022, indirizzata questa volta agli Assessori regionali alla salute ed alla montagna, i Sindaci dell’Alta Valle, assolutamente non in linea con il documento del Movimento, hanno riproposto la costituzione della Fondazione pubblico-privata quale ipotesi “messa alla pari” della costituzione dell’Azienda Ospedaliera autonoma.

Non solo: i Sindaci dell’Alta Valle, in attesa dell’una o dell’altra soluzione, hanno chiesto l’istituzione di un “Presidio autonomo di Sondalo” sia per la parte sanitaria che socio-sanitaria.

Questi i fatti recenti.

Come Movimento, appena conosciuto il contenuto della lettera dei Sindaci dell’Alta Valle indirizzata alla Regione, abbiamo espresso il nostro sconcerto per una posizione, assunta dalle nostre Istituzioni locali, non coerente, contraddittoria, in spregio alla mobilitazione popolare, alla “raccolte firme” ed al predetto documento del Movimento.

Mentre infatti la proposta dell’Azienda ospedaliera autonoma è assolutamente fattibile (l’ultima Azienda ospedaliera, quella della “Brianza”, è stata costituita con delibera n. 3952 della Giunta regionale il 30.11.2020), la Fondazione pubblico-privata è “quasi impossibile” per le ragioni già ampiamente esplicitate dal Movimento.

Dai Sindaci ora “spunta” una terza ipotesi, veramente fantasiosa: un Presidio autonomo all’interno della ASST esistente, gestito da un collaboratore dell’attuale Direttore generale della stessa ASST.

Un’autentica “farloccata”! Potremmo usare espressioni più “diplomatiche”, parlando di “ipotesi debole, confusa e pasticciata”, ma non renderemmo l’idea.

In questo modo, i Sindaci dell’Alta Valle hanno vanificato la mobilitazione popolare, “diluendo” in ipotesi non praticabili o del tutto inutili l’obiettivo prioritario, proposto dal Movimento, sostenuto non solo dalla stragrande maggioranza dei cittadini ma anche dalle categorie economiche più rappresentative del territorio nonché dalle due organizzazioni sindacali (FIALS e FSI/CSA) che sempre hanno svolto la “battaglia” per il “Morelli” e per tutta la sanità di montagna.

Un obiettivo prioritario condiviso anche dai Sindaci dell’Alta Valle ma evidentemente solo per il tempo di una campagna elettorale (sapevamo che il periodo era “sospetto”). Del resto, tre di loro (Sondalo, Bormio e Valdidentro), dopo aver aderito al documento del Movimento, non hanno partecipato alla manifestazione pubblica del “Pentagono” e nessun loro delegato era presente.

Prima un’assenza vergognosa di metà dei Sindaci dell’Alta Valle ora l’inqualificabile tradimento di tutti.

Tradimento soprattutto nei confronti di migliaia di cittadini, non tanto nei nostri confronti, che, in questi mesi, siamo stati “mal tollerati” dalle Istituzioni.

Ora i Sindaci dell’Alta Valle (quelli del “tiranese”, ad eccezioni di due, sono da tempo “scomparsi dalla scena”) sono andati “fuori tema” e su “un binario morto”, incapaci di “mettere a frutto” le 21.853 adesioni ad un obiettivo chiaro ed individuato come prioritario da tutti.

Smantellato il “Morelli” – siamo arrivati allo stadio finale come da disegno del Piano del Politecnico voluto da Regione Lombardia (ottobre 2019) – toccherà presto anche all’ospedale di Sondrio subire “lo stesso trattamento”, a fronte della concezione Milano-centrica della sanità lombarda, la quale vuole che l’assistenza ospedaliera venga assicurata solo dagli ospedali dei grossi centri urbani e nella illusione di aver risolto l’emergenza-urgenza nelle aree periferiche e di montagna con l’elisoccorso h24, un’altra autentica “farloccata”.

Ci sono stati dei morti in questo periodo di “smantellamento” del “Morelli” e di distruzione della sanità di montagna. Morti che vengono considerati in un’inevitabile e fisiologica “statistica”.

In realtà, come qualche operatore sanitario riferisce privatamente non potendolo fare pubblicamente (essendo un dipendente aziendale), i morti aumenteranno in questo sfascio e scempio della sanità.

I “tassi di fuga” hanno raggiunto livelli senza precedenti, le liste di attesa (anche per una semplice visita) oramai si sono “allungate” sino alla primavera-estate 2023.

Un quadro desolante, nel silenzio assordante di altri rappresentanti istituzionali, a cominciare dall’assessore regionale alla montagna Sertori che, dopo aver sostenuto il Piano del Politecnico (“l’inizio della fine”), da tempo “nulla dice e nulla fa”, cercando di sottrarsi alle proprie responsabilità (“non è mia competenza”) oppure facendo “la vittima” di attacchi da parte di “gente insensibile” che non apprezza il suo lavoro, esclusivo ed indefesso, per la valle intera.

Il Sindaco di Grosio e Presidente della C.M. di Tirano invece ha parlato recentemente, attaccando, con dichiarazioni “farneticanti”, il Movimento e soprattutto dimostrando poco rispetto nei confronti delle migliaia di cittadini (tra i quali la maggioranza degli elettori del suo Comune) che hanno aderito alla “raccolta firme”,

In due anni non si è sentito neppure il Presidente della Provincia, il quale non ha mai risposto alle note del Movimento (manca l’educazione prima ancora della correttezza istituzionale).

La conferenza dei Sindaci non è stata convocata, la ATS Montagna non sta minimamente svolgendo il suo compito istituzionale di programmazione e nessuno dice nulla.

Qualche giorno fa è stato adottato il POAS (Piano Organizzativo Aziendale Strategico) della nostra ASST Valtellina ed Alto Lario.

Il Movimento scrivente e le (solite) due organizzazioni sindacali sopracitate si sono prontamente attivati, studiando il Piano e denunciando pubblicamente i contenuti contro il “Morelli” e contro la sanità di montagna.

Nessuna voce istituzionale si è levata, il POAS (come detto) nel frattempo è stato deliberato mentre i Sindaci dell’Alta Valle (oramai “a stalla chiusa con i buoi scappati”) hanno in programma un incontro con il Direttore della ASST.

Il Movimento ha concluso questa fase di mobilitazione popolare, come da suo ruolo e scopo, raggiungendo risultati oltre le più rosee aspettative, grazie alla fondamentale e numerosa partecipazione della popolazione.

I cittadini, al quale va il nostro ringraziamento, hanno fatto la loro parte.

Più di così non possono e non possiamo fare.

Le Istituzioni locali hanno invece dimostrato prima debolezza ed inconsistenza (non c’è un fatto concreto che possono presentare negli ultimi mesi), ora anche il tradimento di un mandato preciso.

Da parte loro, i nostri rappresentanti in Regione hanno “compartecipato alla creazione del danno” per poi “trincerarsi” nel silenzio, non chiedendo neppure alla loro compagine di maggioranza di rispettare gli impegni formalmente assunti in Consiglio regionale. 

La politica, in generale, è ai minimi della propria credibilità; da qualche giorno, pure nei nostri piccoli Comuni (per numero di abitanti), abbiamo constatato che la maggioranza (o quasi) degli elettori non va a votare.

Dopo l’ospedale e la nostra sanità i rischi toccano oggi la nostra democrazia anche per l’inadeguatezza e la superficialità delle Istituzioni, che sono rimaste “arroccate” nella loro presunzione e solitudine e che rappresentano il “grande malato” di questi anni; un malato che il “Morelli” non può curare perché non è suo compito ma soprattutto perché non esisterà più. 

 

Bormio, 22 giugno 2022                                         

 

avv. Ezio Trabucchi

 Il Presidente del Movimento popolare “Rinascita Morelli Autonomo”  

 

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