SONDALO IN EMERGENZA: IL SERVIZIO DI RAI3 NON AIUTA
15 marzo 2020
Siamo rimasti tutti allibiti dal servizio andato in onda la sera del 15 marzo 2020 nel TG regionale di Rai3: un servizio sull’ospedale Morelli di pochi minuti, dove si parla quasi esclusivamente di riabilitazione polmonare dei pazienti colpiti dal Covid-19 senza dilungarsi troppo sulla situazione drammatica in cui operano i professionisti sanitari e soprattutto sui reparti dove invece viene gestita la terapia intensiva, che è al servizio anche di altri ospedali lombardi ormai saturi di posti-letto. A Sondalo hanno chiuso e trasferito interi reparti per far spazio ai nuovi ammalati, hanno dovuto riadattare velocemente i piani con tutto quel che comporta (attrezzature, collegamenti, arredi e complementi vari), addirittura il VI padiglione sembra in fase di mobilitazione per far fronte all’afflusso di pazienti.
Il servizio, purtroppo, ha fornito un ritratto relativamente tranquillo della situazione, ma a sdrammatizzare si corre il rischio che la gente si faccia idee sbagliate, che si senta autorizzata a pensare che non è una cosa seria! Invece è tremendamente seria la situazione a Sondalo!!! Talmente seria che a Sondalo – come altrove – manca l’occorrente indispensabile e basilare per curare questa pericolosa epidemia, talmente seria che i lavoratori rischiano in ogni momento di essere infettati! Conosco persone che si fanno costruire dagli amici mascherine fai-da-te da usare a casa propria (per non utilizzare quelli che servono per il servizio all’ospedale), ma anche sciarpe di scottex per proteggersi le parti scoperte durante il lavoro.
Un servizio obiettivo avrebbe mostrato la realtà in tutta la sua interezza e avrebbe reso omaggio al lavoro di questi onesti professionisti che si sfiancano e rischiano il contagio per tutti noi, perché attualmente si trovano ad operare soprattutto in EMERGENZA! I gruppi whattsapp dell’Alta Valle grondano di richieste di aiuto da parte dei vari operatori sanitari; da giorni le associazioni di volontari si stanno mobilitando per recuperare quel che serve, da settimane i ranghi del Morelli sono investiti da un’emergenza che i signori della televisione hanno lasciato in secondo piano. Siamo feriti da questa indifferenza e ancor più perché il servizio televisivo pubblico avrebbe potuto fare da cassa di risonanza alle necessità inderogabili di un ospedale, che viene spolpato quando non serve, ma che ad ogni richiesta di aiuto è pronto a rispondere “Noi ci siamo”.
Nel silenzio delle sue corsie – e spesso nell’indifferenza degli “apparati che contano” – il Morelli continua a lottare e a salvare vite; e se dai suoi addetti si esige, com’è ovvio, una prestazione scrupolosa, a maggior ragione la stessa scrupolosità si dovrebbe pretendere in qualsiasi altra professione, compresa quella televisiva.
Anna
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