PASSI PULITI: VOLONTARI AL LAVORO SUL GAVIA
“Passi Puliti”, l’iniziativa ideata quattro anni fa dal settore Ciclismo dell’US Bormiese, ha avuto luogo sabato 20 ottobre in una splendida giornata ottobrina. L’intuizione di proporre una giornata dedicata alla pulizia dei grandi passi ciclistici al termine della stagione, quando ormai la grande frequentazione si è arrestata, ha in sé qualcosa di meritevole: l’US Bormiese, in particolare, essendo direttamente coinvolta nella realizzazione di molte manifestazioni sulle due ruote, ha voluto farsi parte diligente nel dare il buon esempio, anche se – a dire il vero – pochi, pochissimi sono i tesserati che in questi quattro anni si sono presentati “al lavoro”. Cristian Pozzi, però, non demorde: il vicepresidente del settore Ciclismo, che ha inventato “Passi Puliti”, ritiene che l’impegno dell’US Bormiese (e di ogni buon ciclista) passi anche attraverso iniziative come questa, alla quale quest’anno ha collaborato anche il Parco Nazionale dello Stelvio, da sempre attento alle tematiche che riguardano la tutela ambientale, con il direttore Alessandro Meinardi presente in prima persona a raccogliere “monnezza” in mezzo ai volontari.
Data l’esiguità dei partecipanti, circa una ventina, si è deciso di procedere con la pulizia del solo passo Gavia; i volontari, scaricati lungo la strada, hanno coperto circa 2 km ciascuno armati di guanti e sacchettone. Al solito, la raccolta è stata davvero “differenziata”: tubi di ferro, pali di plastica, secchielli di latta, mozziconi e pacchetti di sigarette, cartacce, resti di gel e barrette, lattine e bottiglie di plastica, corde e fili sintetici, resti di auto incidentate e – incredibile a dirsi – addirittura una discarica a cielo aperto a lato della strada. L’inciviltà regna sovrana in ogni categoria di persone e incolpare sempre e solo i ciclisti della maggior parte di sporcizia sui passi alpini vuol dire guardare le cose con occhio prevenuto. Chiunque sporca – ciclista o non ciclista – è un villano cafone irrispettoso e come tale andrebbe messo alla gogna. Resta l’impegno dei volontari e da qualunque lato lo si guardi, il loro lavoro merita rispetto: non saranno in grado di ripulire tutto, non riusciranno a cambiare la mentalità dei barbari, ma senza quel poco che fanno l’ambiente resterebbe più inquinato di prima.
Anna
Foto: Alberto Urbani
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