«Frontalieri traditi dalla politica e spremuti come limoni

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«Frontalieri traditi dalla politica e spremuti come limoni

Sab, 05/07/2025 - 21:05
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Adesso Patto per il Nord pronto alla battaglia sulla tassa per la salute»

«Dalle simulazioni alla realtà, ecco il salasso. E anche se non è consolante, noi l’avevamo detto».

A parlare è Jonny Crosio, referente della provincia di Sondrio di Patto per il Nord, da sempre molto attento alle questioni legate ai lavoratori frontalieri e contrario all’accordo bilaterale che da gennaio 2024 ha cambiato il regime fiscale per coloro che sono stati assunti dopo il 17 luglio 2023.

Alle prese in questi giorni con la dichiarazione dei redditi, questi lavoratori delle province lombarde di confine per i quali vale la cosiddetta tassazione “concorrente” (in Italia, sui redditi al di sopra dei 10.000 euro annui, viene pagata l’imposta al netto di quella già versata allo stato elvetico) hanno avuto un’amara sorpresa. «Una stangata» la definisce Crosio, anche a causa dell’obbligo di versare immediatamente l’anticipo del 2026.

«Ci vuole poco per capire di cosa stiamo parlando – dice Crosio -: una lavoratrice con un salario annuo lordo di 48mila franchi che ha già pagato 2.500 franchi di imposta alla fonte in Ticino, dovrà versare altri 13mila euro in Italia. Poco meno di 6.500 euro per il 2025 e altrettanti per l’anno successivo. Significa che nonostante le detrazioni e la franchigia di 10 mila euro oltre un terzo di quanto ricevuto finirà nelle tasche dell’Erario. E chiaramente con il salire del reddito aumenta anche l’imposizione e dunque le tasse. Il Fisco italiano ringrazia. I lavoratori frontalieri un po’ meno».

Molto meno. L’accordo dà peraltro la possibilità allo Stato di accedere ai dati dei salari dei frontalieri che finora erano rimasti coperti.

«Come Patto per il Nord vogliamo denunciare ancora una volta le responsabilità di tutto questo – punta il dito Crosio -: primo tra tutti il Partito democratico con l'allora segretario e primo ministro Matteo Renzi che nel 2015 ha voluto mettere mano all'accordo, poi i vari Governi che si sono succeduti e che hanno contribuito ad arrivare alla sua sottoscrizione». E tra i colpevoli c’è la Lega «che prima contraria, ha poi tradito i frontalieri e insieme ai 5 stelle ha portato avanti la modifica» ricorda Crosio entrato in rotta di collisione con il leader del suo ex partito Matteo Salvini anche per non aver assecondato questo volta faccia.

«Sono sempre stato coerente con le mie idee – dice Crosio -, prima dei giochi di partito viene la coerenza verso la gente, verso gli elettori. Ho sempre denunciato il fatto che i frontalieri sarebbero diventati limoni da spremere e purtroppo oggi non mi resta che constatare che avevo ragione».

L’esponente di Patto per il Nord non risparmia neppure il sindacato. «Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri per la Cgil ha dichiarato al Corriere del Ticino di non essere mai stato d’accordo con la cancellazione dell’arco del 1974, ma - ricorda Crosio - al momento della presentazione della proposta da parte del Governo Renzi i sindacati si dimostrarono entusiasti del provvedimento per poi ritrattare, solo in parte e senza mai contestare con fermezza, in un secondo tempo».

La battaglia non è però conclusa. Il 22 luglio la Regione Lombardia ha convocato i sindacati in vista dell’applicazione della cosiddetta tassa della salute introdotta con la Finanziaria 2024 dal Parlamento di Roma, ma rimasta finora inapplicata. Un balzello che per la Lombardia vale decine di milioni di euro.

«Noi di Patto per il Nord siamo assolutamente contrari a questa tassa – conclude Crosio – e faremo di tutto per far sentire la nostra voce e bloccarla».

Patto per il Nord – Jonny Crosio – 5 luglio 2025

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