"CLINIC ARBITRALE": AL TROFEO DEI TERRITORI SI METTE AL LAVORO ANCHE LA "SQUADRA DEGLI ARBITRI"
Sono il perno della partita, sono il catalizzatore di tutti i malumori in campo, sono i signori del fischietto del volley, gli arbitri. Un ruolo sempre nell’occhio del ciclone, per il quale sono necessari preparazione, sangue freddo e tantissimo autocontrollo per riuscire a gestire le gare nel migliore dei modi. Anche per questo motivo, la Fipav organizza periodicamente dei corsi tenuti da operatori qualificati per meglio orientare i direttori di gara nel loro difficile ruolo; così a Bormio, in occasione del Trofeo dei Territori, i 18 arbitri chiamati a dirigere le partite si sono radunati venerdì 22 aprile 2022, alla vigilia dell’apertura dei giochi, per seguire un corso di “Clinic arbitrale”, unitamente a 6 osservatori. Il corso fa parte del progetto “College” che il Comitato Regionale Lombardo ha istituito per formare giovani ufficiali di gara.
Ne approfittiamo per fare due chiacchiere con alcuni referenti del corso: Angelo Santoro (responsabile degli ufficiali di gara di tutta la Lombardia), Federica Gallazzi (designatore regionale degli ufficiali di gara) e Lorenzo Foppoli, responsabile del Clinic arbitrale di Bormio e docente regionale degli ufficiali di gara, il quale – tra l’altro – è valtellinese purosangue essendo nato a Mazzo di Valtellina e avendo vissuto la gavetta arbitrale partendo proprio dai piccoli campetti valtellinesi.
Perché un corso di Clinic arbitrale?
Lorenzo Foppoli: «Siamo arrivati proprio un giorno in anticipo sull’inizio del Trofeo dei Territori per seguire con questo “clinic” un gruppo abbastanza ristretto di arbitri e di osservatori (coloro che andranno a giudicare il loro operato). Il corso è strutturato in una parte teorica, che abbiamo svolto questa mattina, e in una parte pratica in corso di svolgimento al Pentagono di Bormio. Le attività pratiche sono legate soprattutto alla gestione dello stress, all’attenzione e alla gestione delle emozioni, tutte propedeutiche all’arbitraggio vero e proprio. Ci aiuterà in questo la psicologa dello sport Sara Bordo e ci alterneremo in diversi collaboratori: Giuseppe Fichera, (responsabile del progetto College), Federica Gallazzi (designatrice regionale), Angelo Santoro (responsabile degli ufficiali di gara di tutta la Lombardia), Simona Fosonerini (responsabile scuola arbitri regionale), Marco Moro e Claudio Guglielmoni (responsabile dell’attività degli osservatori). Un gruppo nutrito per una grande attività».
Il ruolo arbitrale nel volley, come nelle altre discipline sportive, è sempre più svalutato e ciò si riflette anche nella difficoltà di reclutamento (infatti adesso, in alcuni comitati, si auto-arbitrano le partite fino all’under 14). Come fare per invertire questa tendenza?
Federica Gallazzi: «Noi stiamo cercando di far capire, investendo sui giovani, che la pallavolo arbitrata non è solo una persona che arriva un’ora prima sul campo ma anche l’arbitro fa un lavoro durante tutta la stagione e ha dietro di lui un gruppo che poi diventa un po’ come una famiglia. Per questo motivo, al Trofeo dei Territori, abbiamo deciso di portare un gruppo molto giovane di arbitri (età media under 26) e farli venire a Bormio un giorno prima per far loro capire qual è lo spirito del torneo stesso e nel contempo far capire al mondo della pallavolo che anche il gruppo arbitri è come una squadra e che si allena – pur in maniera diversa – per ogni appuntamento importante».
4 ore intense di attività al Pentagono, durante le quali gli ufficiali di gara hanno sperimentato situazioni e motivazioni per riprendere confidenza con un ruolo troppo spesso svalutato e sottovalutato. Così Angelo Santoro, responsabile degli ufficiali di gara di tutta la Lombardia: «Il Trofeo dei Territori sarà anche per gli arbitri un’occasione per tornare alla normalità, visto che in questi due ultimi anni sono stati abituati ad arbitrare in determinate situazioni, ad esempio senza pubblico o con pubblico ridotto; domani, invece, si ritrovano ad terminare la stagione con il palazzetto pieno in una situazione a cui non sono abituati, quindi anche per loro stessi sarà un’occasione per mettersi alla prova e saper gestire un evento di questa portata».
Anna
- 207 viste