E' USCITO IL BOLLETTINO DI STORIA LOCALE DEL CSSAV
È un Bollettino ricco di temi attuali, quello appena uscito per opera del Centro Studi Storici Alta Valtellina (CSSAV); il volume n.
È un Bollettino ricco di temi attuali, quello appena uscito per opera del Centro Studi Storici Alta Valtellina (CSSAV); il volume n.
I nomi di luogo avevano tutti originariamente un significato preciso; in seguito, a causa di vicende per ciascuno diverse, molti di essi hanno perduto la loro radice originaria e di conseguenza la loro motivazione. Nell’interessante articolo di don Remo Bracchi vengono presi in considerazioni molti toponimi con i cambiamenti originatisi nel tempo, di alcuni dei quali si è persa completamente la memoria.
La parabola evangelica del Figliuol Prodigo è stata resa in dialetto livignasco in ben cinque versioni. Intatti, partire dal 1845 e sino al 2000, si sono cimentati in questa singolare impresa Pietro Monti (1845), Bernardino Biondelli (1853), Antonio Finazzi (1863), Joseph Huber (1908) e infine Orazio Galli nel 2000.
L’architettura urbana di Bormio è ricca di edifici religiosi o riporta tracce di ex chiese a cui il destino ha riservato un’altra funzione. E poi, la storia ci ricorda numerosi esempi di chiese che il tempo non ha conservato, per incuria, per guerre, per inettitudine o per necessità. Una di queste è la chiesa di S. Gottardo, che occupava interamente l’attuale piazzetta omonima.
Un pezzetto della storia di Oga nelle parole di Margherita Maiolani: le riporta sua nipote Maria Valentina Casa, autrice dell’articolo, e con loro assistiamo alle vicende di una famiglia nel corso del Novecento, con tutti i cambiamenti (e quanti!) vissuti dai vari personaggi, che sono anche i cambiamenti della nostra epoca.
La nostalgia per il tempo passato si può manifestare sotto forma di rimpianto per il periodo della giovinezza oppure di ammirazione per alcune iniziative messe in campo dai nostri antenati. Fra queste ultime andrebbero annoverati alcuni provvedimenti che più di un secolo fa governavano gli usi del paese e che il sindaco Pietro Rini volle promuovere non solo per una migliore convivenza civile, ma anche con l’occhio lungo di chi guardava in prospettiva di uno sviluppo turistico.
Quasi tutti conoscono la raccolta di volumi intitolata “La Contea di Bormio” di Tullio Urangia Tazzoli, una fonte ricchissima per la conoscenza storica del nostro territorio; pochi, invece, sono a conoscenza del travaglio che ebbero queste pubblicazioni per poter vedere la luce.
Dal quadernetto che la maestra Giuseppina Martinelli compilò nei suoi anni, si estraggono poesie e ritagli di racconti che testimoniano l’amore appassionato per la sua terra e i suoi abitanti, rudi montanari la cui asprezza rispecchia forse la stessa asperità dei contrafforti alpini che dominano le loro vallate. Esemplare, per la maestra, è l’articolo con cui il collega Alfredo Martinelli spiega la proverbiale freddezza degli abitanti del “Paese Alto”: “c’è tanta vigoria, tanto calore in queste anime, anche se lo spirito vi appare rude dentro l’involucro chiuso.
La chiesa di S. Martino di Serravalle, purtroppo scomparsa sotto la furia della frana della val Pola nel luglio 1987, costituiva uno dei più interessanti laboratori di studio sulla presenza dei Franchi in Valtellina. L’interpretazione di alcuni ritrovamenti e contenuti documentari, infatti, riporta la minuscola chiesa al contesto del mondo franco e del monastero di S. Dionigi, che Carlo Magno aveva beneficiato di una cospicua donazione di rendite e terre comprese nel regno longobardo e il Valtellina.
Una figura che merita di essere rivista e riproposta è quella del prevosto di Sondalo Nicolò Zaccaria, non solo per il percorso pastorale all’interno della sua comunità, ma anche per il contributo che seppe dare negli innumerevoli campi in cui seppe distinguersi. Originario di Ardenno, imparentato con la nobile famiglia Parravicini, don Zaccaria esercitò per 28 anni a Sondalo lasciandoci opere e scoperte che fanno ancora bella mostra di sé in musei e archivi.