Il Premio Bertacchi tesse il filo tra memoria e futuro: a Chiavenna una celebrazione di eccezionale spessore culturale

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Il Premio Bertacchi tesse il filo tra memoria e futuro: a Chiavenna una celebrazione di eccezionale spessore culturale

Mar, 14/10/2025 - 14:10
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In un'edizione storica che onora gli 80 anni dal ritorno del poeta, il concorso riunisce autori da 79 province e 15 nazioni

CHIAVENNA (SO), 8 ottobre 2025 – La XII edizione del Premio Internazionale di Letteratura “Giovanni Bertacchi” si è conclusa rivelando la sua vera natura: non una semplice competizione, ma un progetto culturale complesso e stratificato, capace di trasformare Chiavenna nel palcoscenico di un dialogo vivo e necessario tra la grande tradizione letteraria e le più urgenti istanze della contemporaneità.
L'evento, orchestrato con visione da Progetto Alfa OdV, ha trovato il suo baricentro simbolico nella commemorazione dell'80° anniversario del ritorno a Chiavenna della salma di Giovanni Bertacchi. Questa ricorrenza ha agito da catalizzatore, ispirando un programma che ha saputo attrarre una partecipazione straordinaria – autori da 79 province italiane e oltre 15 Paesi – e che ha trovato il suo culmine in una serata finale di rara coerenza intellettuale ed emotiva.
Il prologo necessario a questa serata è stato un pomeriggio di immersione totale nel mondo bertacchiano. I percorsi guidati da Lara Meloni e Davide Tarabini non sono state semplici visite, ma un vero e proprio pellegrinaggio laico nei luoghi dell'ispirazione, un modo per far "respirare" ai poeti contemporanei la stessa aria che nutrì l'opera del maestro.
La scelta del Teatro della Società Democratica Operaia per la cerimonia conclusiva, “La Notte dei Poeti – Il ritorno a casa”, ha rappresentato la chiave di volta dell'intera operazione. Bertacchi fu tra i fondatori e animatori di questa istituzione, simbolo del suo impegno civile e della sua visione di una cultura accessibile e condivisa. Riunirsi in questo spazio ha significato saldare il Premio alle sue radici più profonde, in un atto di continuità storica e ideale.
La serata si è dispiegata come una narrazione fluida, dove ogni intervento era funzionale a un disegno complessivo. L'apertura del Coro Nivalis con l'Inno di Chiavenna ha radicato l'evento nella sua comunità, unendo la terra e la sua gente alla celebrazione del suo poeta. Da questo abbraccio collettivo, la serata si è addentrata nel suo cuore intellettuale attraverso un dialogo perfettamente orchestrato.
A tessere le fila della serata di gala è stata la conduzione impeccabile di Cristina Turella, affiancata dal Direttore del Premio, Massimiliano Greco. La loro regia ha dato ritmo e respiro a una scaletta ricca e articolata. L'autorevolezza della Giuria è stata resa manifesta da un intenso videomessaggio del suo Presidente, Davide Rondoni, una delle voci più importanti della poesia italiana contemporanea, che pur non potendo presenziare ha voluto far giungere il suo saluto e la sua riflessione a tutti i partecipanti. A rappresentare in presenza la Giuria è stato il filosofo e giurato Massimiliano Zaino, il cui ruolo è stato centrale nell'arco dell'intera manifestazione: a lui è stato affidato il compito di premiare i poeti finalisti nella sessione pomeridiana e gli autori della sezione volumi nel pomeriggio successivo.
Il cuore intellettuale della serata è stato costruito attorno a un dialogo che ha messo a confronto due figure emblematiche, rappresentanti i due poli di un unico organismo culturale: le radici e i rami. Da un lato, Guido Scaramellini, massimo studioso della materia, ha incarnato le radici: ha fornito il nutrimento della storia, il peso della tradizione e il rigore filologico indispensabili per comprendere la grandezza di Bertacchi. A lui si è contrapposto, in un confronto ideale, Andrea Martocchi, che ha rappresentato i rami: la crescita vitale nel presente, protesa verso il futuro, interrogandosi sul destino dei dialetti e sulle nuove forme della lingua poetica. Non due interventi separati, quindi, ma un'unica, coerente riflessione sulla vitalità di un'eredità culturale. A rendere esplicito e accessibile questo dialogo ha contribuito Antonio Muraca, che nel suo ruolo di Presidente della Commissione Scientifica ha curato le interviste ai protagonisti, facendo emergere i punti di connessione e le prospettive del dibattito.
In questo spazio denso di pensiero si è inserita, con intelligenza e sensibilità, la musica del duo Tuli Tuli. La ricerca artistica di Claudia Perossini e Simone Pagani, orientata verso un cantautorato colto, dalle geometrie acustiche raffinate e con una profonda attenzione alla parola, non ha agito da semplice "intermezzo". Le loro esecuzioni hanno creato delle pause riflessive, un tessuto connettivo sonoro che ha permesso al pubblico di elaborare la densità dei concetti, dimostrando come la canzone d'autore, nella sua forma più alta, sia una costola diretta della poesia Infine, la parola poetica è tornata protagonista assoluta attraverso la voce di Gigliola Amonini, che ha dato corpo e respiro ai versi dei vincitori, e con la proclamazione finale, che ha visto trionfare Riccardo Muffatti come Vincitore Nazionale 2025.
"Questa edizione va oltre il successo di un premio letterario; è la prova vivente che la poesia è una forza capace di creare comunità e dialogo," ha dichiarato il Direttivo di Progetto Alfa OdV. "Vedere autori da tutta Italia e dal mondo riunirsi qui, nei luoghi di Bertacchi, per celebrare la parola, ci riempie di orgoglio. In un'epoca segnata da conflitti, investire nella bellezza e nella cultura non è un lusso, ma la più alta forma di resistenza e speranza."
La XII edizione del Premio Bertacchi lascia in eredità non solo dei vincitori, ma la consapevolezza di aver costruito un evento culturalmente necessario, che partendo da radici profonde ha saputo parlare al mondo con un linguaggio universale.

- Ufficio Stampa – Progetto Alfa OdV -

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