Continua la mobilitazione per superare la norma sulla tassa della salute e per chiedere il rispetto integrale degli accordi Italia-Svizzera in tema di fiscalità dei lavoratori frontalieri
Milano, Lugano, Coira
3 aprile 2024
Le molte assemblee dei lavoratori frontalieri tenutesi nel corso delle ultime
settimane lungo il confine italo svizzero, e caratterizzate da una grande
partecipazione, hanno confermato il forte dissenso dei lavoratori per l’introduzione
della cosiddetta “tassa sulla salute” nell’ultima legge di bilancio e la grande
preoccupazione in merito alle iniziative unilaterali dai due paesi in distonia con gli
accordi bilaterali sottoscritti.
Finora a nulla è servita la richiesta giunta, fin dall’ottobre scorso, dalle
scriventi OO.SS. di superare l’emendamento che, purtroppo, è stato confermato in
legge finanziaria dall’art. 1 comma 237 e seguenti. Una norma che non considera il
fatto che i lavoratori frontalieri già pagano le tasse in Svizzera e che di queste tasse
buona parte viene ristornata ai comuni italiani di confine. Una norma che sarà di
fatto inattuabile e quindi inefficace perché, se l’obbiettivo è trattenere medici ed
infermieri in Italia, l’esiguità dell’aumento stipendiale (max 20% del tabellare) ha
uno scarso valore di deterrenza per il nostro personale sanitario che sceglie di
lavorare in Svizzera per uno stipendio che è il quasi triplo di quello italiano, per
migliori condizioni di lavoro e prospettive.
Contro tale norma si sono espressi anche molti Enti locali: Province, Comuni,
associazioni di Comuni (ACIF) e ultimo in ordine di tempo il Comitato Provinciale
INPS Verbano-Cusio-Ossola, hanno già approvato, predisposto, promosso mozioni ed
ordini del giorno che chiedono al Governo nazionale la sospensione del
provvedimento ed il rispetto dell’accordo fiscale convertito in legge nel luglio
scorso.
A nostro avviso tale norma è stata adottata in violazione dell’accordo fiscale
internazionale e del memorandum d’intesa con il Ministero dell’economia del 2020,
tradotto in legge nel 2023 e, per tale ragione, abbiamo avviato una verifica che
porterà ad una puntuale valutazione in ordine ai nostri dubbi di legittimità della
norma.
Procederemo nei prossimi giorni ad inviare una richiesta di audizione presso
gli assessorati e/o le commissioni consiliari competenti delle Regioni interessate di
Piemonte, Lombardia, Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige al fine di condividere le
nostre posizioni e preoccupazioni circa l’applicazione della nuova norma.
Auspicando, laddove condivise, nell’esercizio del proprio potere d’iniziativa presso le
sedi competenti
Necessario inoltre condividere con la confederazione Elvetica urgentemente
l’elenco dei Comuni di frontiera secondo quanto stabilito nell’accordo amichevole
del 22 dicembre 2023 tra Italia e Svizzera per la determinazione dell’area dei 20 km
dal confine, superando ogni interpretazione unilaterale dei Cantoni che alterano lo
status di frontalieri, l’erogazione dei ristorni fiscali, le definizioni del recente nuovo
accordo fiscale, le consuetudini determinate dal chiarimento della risoluzione 38/E
del 2017 dell’Agenzia delle entrate. L’iniziativa unilaterale del Canton Ticino ha
determinato una vera e propria alterazione nel sistema della ripartizione delle risorse
agli enti locali, e della tassazione ai vecchi frontalieri in particolare nella provincia di
Sondrio. Il Governo italiano, d’intesa con Berna, deve al più presto correggere tale
errato orientamento.
Dopo la stagione positiva del rinnovo, all’unanimità delle forze politiche,
sindacali ed egli Enti locali, dell’accordo fiscale sono molte le questioni aperte sul
lavoro frontaliero che rischiano di compromettere il buon esito del lavoro fatto: la
tassa sulla salute, l’elenco dei comuni di frontiera, l’assenza di soluzione sulla nuova
Naspi, il mancato riconoscimento degli assegni familiari e la tematica della
regolamentazione dello smart working sono argomenti che devono esseri riportati a
sintesi comune condivisa all’interno del tavolo interministeriale che da troppo tempo
abbiamo chiesto, inutilmente, di convocare.
Su questi temi e con questi obbiettivi proseguirà la mobilitazione delle OO.SS.
a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici frontalieri.
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