GRANDI DERIVAZIONI IDROELETTRICHE, AL VIA PROCEDURE DI GARA PER RIASSEGNAZIONE DELLE PRIME CONCESSIONI
LNews - Milano, 18 dic) La Giunta regionale lombarda, su proposta di Massimo Sertori, assessore a Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica, ha approvato l'indizione delle procedure di gara per la riassegnazione delle prime concessioni di grandi derivazioni idroelettriche scadute.
"Si tratta - spiega l'assessore Sertori - delle concessioni denominate 'Codera Ratti-Dongo', della potenza di 19 MW, in provincia di Sondrio (Valchiavenna) nei Comuni di Verceia e Novate Mezzola, e in provincia di Como (Alto Lago) nei Comuni di Garzeno e Dongo, e della concessione denominata 'Resio', della potenza di 4 MW, nei Comuni di Esine e Darfo Boario Terme, in provincia di Brescia (Valcamonica)".
"Con questo provvedimento - continua Massimo Sertori - la Giunta regionale avvia le prime procedure concorrenziali di gara ad evidenza pubblica per la riassegnazione delle concessioni scadute, in attuazione della norma nazionale, e della successiva legge regionale del 2020, che prevedevano l'avvio delle procedure di gara entro il corrente anno. Il prossimo passo sarà per la successiva definizione e pubblicazione del bando".
"Regione Lombardia - rimarca Sertori - ha quindi avviato dal 2018 un iter lungo e complesso, che ha portato all'emanazione di una legge regionale, di due successivi regolamenti attuativi della legge, dello sviluppo di una lunga attività istruttoria, dell'attuazione di una fase ricognitiva delle opere e degli impianti, e del coinvolgimento degli Enti locali ove sono presenti gli impianti, i quali hanno evidenziato le loro necessità di compensazioni territoriali e ambientali".
In sede di gara i concorrenti saranno valutati sia sull'offerta economica dei canoni, sia sulla qualità del progetto di utilizzo degli impianti, nonché sulle compensazioni territoriali e ambientali.
"Si tratta di un asset strategico per tutto il Paese - conclude l'assessore Sertori - perché produce energia pulita e programmabile, inoltre è una attività non delocalizzabile che necessariamente deve tenere conto delle esigenze dei territori sui quali gli impianti insistono".
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