I PICCOLI PAZIENTI AL CENTRO: ALL'OSPEDALE DI SONDRIO UN PROGETTO VIRTUOSO PRESO A MODELLO
Un percorso virtuoso, risultato di un lungo e articolato lavoro multidisciplinare, per un progetto lanciato nel 2019 e ripreso l'anno scorso, superata la pandemia, che ha avuto un riconoscimento nazionale con la presentazione avvenuta a Palazzo Lombardia lo scorso 18 settembre in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza del paziente. Il "Percorso assistenziale del bambino dalla Pediatria al Blocco operatorio" è stato inserito da Agenas, l'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, nel portale delle Buone pratiche per la sicurezza del paziente, quale modello da replicare in altre realtà ospedaliere. Una grande soddisfazione per il team che l'ha predisposto e che lo applica, accresciuta dal riscontro positivo dei genitori dei bambini coinvolti.«L'Asst Valtellina e Alto Lario - sottolinea la dottoressa Alessandra Rossodivita, direttore della Struttura complessa di Gestione operativa, Next Generation EU, Qualità e Risk management, Risk manager aziendale - ritiene di grande importanza rendere i percorsi di cura sempre più sicuri ed efficaci, per un sistema ospedaliero aziendale ad alta affidabilità, in grado di garantire i pazienti. Obiettivi che si realizzano coinvolgendo e responsabilizzando i pazienti e i loro familiari, motivando e formando gli operatori sanitari, garantendo un flusso costante di informazioni per una sempre maggiore umanizzazione delle cure».
Il reparto di Pediatria dell'Ospedale di Sondrio, ubicato al terzo piano del Padiglione Sud, dispone di dieci posti letto, garantendo camere per un massimo di due pazienti con la possibilità per un genitore di assistere il figlio, con degenza anche al Morelli di Sondalo, gestisce la fase operatoria e post operatoria per tutti gli interventi con l'eccezione di quelli ad alta complessità che vengono indirizzati ai centri specialistici. Nel 2022 sono stati effettuati 262 interventi su pazienti dai 3 ai 18 anni, con i numeri più alti che si sono registrati per l'Otorinolaringoiatria, l'Ortopedia e l'Urologia. Nel primo semestre 2023 sono stati 126. «Il progetto nasce per ridurre l'impatto emotivo dell'intervento chirurgico nel bambino e nel suo caregiver - spiega la dottoressa Lorella Rossi, direttore del Dipartimento materno infantile -. Quella che s'instaura è un'alleanza terapeutica costruita sulla buona comunicazione e sull'empatia, che richiede tempo, chiarezza, fiducia e disponibilità reciproca. A seconda dell'età del paziente l'approccio è ovviamente diverso ma ansie e paure sono comuni a tutti, anche agli adulti, in questo caso ai genitori, dei quali noi medici dobbiamo accogliere le perplessità per rasserenarli rispetto al percorso di cura che i loro figli dovranno affrontare».
All'Ospedale di Sondrio i pazienti pediatrici trovano un percorso dedicato dal reparto di Pediatria al Blocco operatorio, lungo il quale non incontrano nessuno, con un'area con giochi, libri e disegni sulle pareti, oltre a una macchinina elettrica sulla quale possono scorrazzare nei momenti che precedono l'intervento. Nella fase del prericovero viene consegnato un messaggio ai genitori contenente un testo da leggere ad alta voce ai loro figli per informarli e rassicurarli: chi vedranno prima e dopo l'intervento, la presenza di infermieri e dottori "vestiti in maniera strana" con "buffi cappelli e mascherine" che li chiameranno per nome, la vicinanza dei genitori fino a quando si addormenteranno. Situazioni presentate in un breve video con le immagini del percorso e della sala operatoria. Al risveglio i bambini operati sono premiati con un "Attestato di coraggio" che viene consegnato loro a ricordo dell'esperienza vissuta. «Lo scopo di questo progetto è di sensibilizzare la comunità infermieristica e medica sulla gestione del bambino in sala operatoria, creando un modello di comportamento - afferma Federica Giossi, infermiera del Blocco operatorio che con le colleghe ha definito il percorso, ma anche voce narrante del video -. Risulta fondamentale assecondare il bambino sin dalle fasi iniziali e informarlo per ridurre l'ansia, poiché se sa cosa lo attende affronta meglio la situazione». Il progetto è stato promosso grazie al contributo di Abio Sondrio che dal 1996 opera all'interno della Pediatria per rasserenare il bambino ricoverato che si trova al di fuori dell'ambiente familiare. «Grazie alle donazioni dei nostri sostenitori - spiega la presidente Sofia Presazzi - abbiamo potuto realizzare questo percorso: la nostra soddisfazione più grande è vedere la felicità nei bambini e nei loro genitori».
Emanuela Zecca
Ufficio Stampa ASST Valtellina e Alto Lario
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