FUNERALI DI DON GIGI PINI A SOMAGGIA DI SAMOLACO
27 settembre 2023
L'omelia del Vescovo di Como, Cardinale Oscar Cantoni
Dio padre ha posto fine, all'improvviso, alla vita terrena di don Gigi per condurlo nella vita eterna, la patria del cielo, a vivere la pienezza della comunione con Lui e con un gran numero di amici, che lo hanno preceduto, in una gioia senza fine.
Siamo rimasti tutti attoniti e tristi alla notizia della morte di don Gigi, dal quale molti hanno ricevuto tanto bene, e quindi sono subito scattati plausibili interrogativi sul significato della vita, sul problema del dolore e della morte, sulla felicità come conquista e come dono. Sono domande degne di essere presi in considerazione e che tuttavia non trovano risposte umane totalmente convincenti. Solo suscitano, per chi ha il dono della fede, il desiderio di inchinarsi all’ imperscrutabile disegno di Dio, nella piena consapevolezza che è Lui a guidare al bene la nostra esistenza e che ci accompagna sempre, con un amore fedele, anche nei momenti di dolore, di fatica e di distacco da quanti amiamo.
Non è superfluo riflettere sulla Parola di Dio nella lettera ai Romani, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, quando san Paolo ci conferma nella certezza che “nè morte né vita potrà mai separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore”.
Il suo amore ci accompagna sempre, in tutte le situazioni della vita, anche le più dolorose e problematiche, anche quando saremmo tentati di pensare che il Signore ci abbia abbandonato, dal momento che lo sentiamo lontano o addirittura assente.
Chi è stato per noi don Gigi? Quale influsso ha esercitato su di noi e sul nostro ambiente di vita con il suo ministero? Quale ricchezza spirituale ci ha comunicato?
Ognuno può ripensare a questi interrogativi, sebbene riguardino non solo noi stessi, individualmente, ma tutto l'ambiente umano, sociale ed ecclesiale, nel quale siamo inseriti, i diversi territori in cui don Gigi ha esercitato il suo ministero presbiterale, lasciando una sua personalissima impronta.
In questi giorni i mass media locali hanno riportato vari commenti di persone, anche responsabili civili, che sono state segnate dalla presenza originale e forte di don Gigi, che le ha aiutati a comprendere il vero valore della vita e gli hanno espresso la loro riconoscente gratitudine.
Tutti noi siamo dotati di doni propri e unici. Dio li sa utilizzare e li promuove perché ciascuno, a partire dalle sue caratteristiche personali, possa giovare ed essere un dono da mettere a disposizione degli altri. Così ci sentiamo reciprocamente debitori, mentre avvertiamo di essere avvolti da un forte legame spirituale che ci rende solidali e corresponsabili.
Don Gigi ha ricevuto vari doni dalla provvida e sapiente mano di Dio. Non li ha custoditi gelosamente per sé, né li ha esaltati in modo da sentirsi un unico protagonista e per di più indispensabile.
Ha scoperto di avere in sé una forte predisposizione, oltre che a un attaccamento, soprattutto per il mondo giovanile, e fin da subito ha coltivato quello” spirito salesiano” nel quale si è formato, prodigandosi a favore soprattutto dei giovani più deboli, più fragili, più esposti ai vari miraggi di felicità, che poi si rivelano, invece, come soluzioni tristemente fallimentari. Sono tante, anche in Val Chiavenna, le persone vittime delle varie dipendenze, a partire dalla droga e dall’alcool!
L’ambiente dove ci troviamo in questo momento, Tremenda, ideata soprattutto per giovani lontani dalle comunità parrocchiali, spesso ai margini, fragili e soli, è stata una sua speciale creatura. Qui don Gigi ha registrato i momenti più significativi del suo stile personalissimo, non sempre compreso o condiviso.
Sono molti i giovani che gli sono riconoscenti per quello che ha loro insegnato, usando i diversi strumenti educativi che fanno parte della classica pedagogia di don Bosco, il santo dei giovani.
Don Gigi è stato un missionario della carità di Cristo. Egli ha donato se stesso in special modo nei piccoli e nei giovani e proprio attraverso di essi, bisognosi di cura, di compassione e di affetto, ha sperimentato la presenza viva di Cristo, che si lascia identificare proprio nei deboli, nei poveri, negli ultimi, come abbiamo ascoltato nel vangelo.
Grazie, don Gigi, per il tuo impegno sacerdotale, per aver amato a tuo modo la Chiesa di Como.
Quando, negli anni scorsi, sono venuto in visita a Tremenda per conoscere meglio la missione che stavi esercitando, ti sei commosso perché ti sentito cercato, riconosciuto e teneramente amato. Ora che sei presso il Padre continua ad amare la nostra Chiesa perché sia segno di unità e di comunione fraterna come il Cristo, suo Signore e Sposo, la vuole.
Oscar card. CANTONI
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Al termine dei funerali, la salma di don Gigi Pini viene trasferita a Grosio, dove il sacerdote è nato 73 anni fa. Giovedì 28 settembre, alle 20.00, ci sarà la recita del rosario nella chiesa parrocchiale di Grosio dove, il giorno seguente, 29 settembre, alle 15.00, sarà celebrata la Messa esequiale.
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