SANITA' VALTELLINESE: UNA STRADA IN SALITA

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SANITA' VALTELLINESE: UNA STRADA IN SALITA

Sab, 04/02/2023 - 18:39
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L'approvazione della Legge sulle Unità Spinali e la nomina del prof. Melazzini sono un segnale confortante, ma non possono fare miracoli

L’incontro di venerdì 3 febbraio 2022 è stato un pugno allo stomaco per tanti cittadini e mai come prima di questa sera nel pubblico è serpeggiato in tutta la sua gravità il degrado del mondo sanitario e, allo stesso tempo, il senso di impotenza da parte di tutti noi, spettatori rassegnati, impigriti e quasi “narcotizzati” dai nostri piccoli impegni quotidiani.

Partecipiamo da anni agli appuntamenti in cui si discute di sanità, di ospedali e del Morelli, ma sentire la lucida ricostruzione dello sfacelo dalla bocca di due professionisti che l’hanno vissuto sulla barricata, fa un effetto rivoltante ed è con incredulo sbigottimento che si apprendono i retroscena di certi personaggi collocati, ahinoi, nei ruoli-chiave del mondo sanitario lombardo.

Il dottor Ulrico Martinelli, stimato medico di base a Bormio, ha narrato le difficoltà in cui si dibatte la sua categoria nell’indifferenza (per non dire l’ostilità) dei vertici ai quali ben prima del covid l’ordine si è rivolto: «la mancanza di medici non è stata un fulmine a ciel sereno! Da tempo l’Ordine segnalava numeri 10 volte inferiori alle necessità; con la pandemia la situazione è degenerata e ci siamo attivati sin dall’inizio del 2021 con proposte e suggerimenti».

Proposte che cercavano di arginare le criticità e che, si badi bene, inizialmente furono rigettate dai vertici come inattuabili, salvo poi venire accolte di fronte all’evidente peggioramento della situazione; proposte dettate solo dalla consapevolezza di una congiuntura eccezionalmente negativa, ben chiara nella mente di tutti i dottori ma evidentemente non in quella di chi muove le leve del potere. Altrimenti, come leggere certe affermazioni, fatte forse un po’ a cuor leggero, con le quali si denigra un’intera categoria riducendo la mancanza di medici a una mera questione di ore lavorate (Letizia Moratti) e non a una politica evidentemente fallimentare riguardo il reclutamento, oppure all’inutilità del medico di famiglia nell’era moderna (Giancarlo Giorgetti), salvo poi lasciare scoperti interi territori dall’assistenza di base?

D’altronde, quando si chiede a un dottore di trascorrere buona parte del suo tempo a fare il passacarte, quando si spersonalizza il rapporto medico-utente, quando il servizio viene svilito a quello di “erogatore di prestazioni”, quando si parla di numeri anziché di persone… l’esito non può che essere scontato.

«La sensazione – conclude Martinelli – è che vi sia interesse solo al raggiungimento degli obiettivi aziendali prefissati e che i tasselli mancanti risultino coperti; manca, però, una vera azione risolutiva».

Sulla stessa linea il dottor Massimo Brambilla, fino a pochissimi anni fa primario dell’Unità Spinale del Morelli di Sondalo, che per rendere ancora più chiaramente l’idea della china discendente ha ripercorso sinteticamente le ultime tappe del reparto. Con la decadenza della Legge 57/90 sulle Unità Spinali, si è entrati in una fase di declino progressivo per il Morelli, nonostante la sua capacità attrattiva ancora nel 2010 arrivasse a toccare il 60,3%, avesse 4,5 milioni di euro di fatturato, 80 operatori e non riuscisse ad accogliere tutte le richieste di pazienti.

«Non è vero che i medici non vogliono venire a Sondalo – afferma decisamente Brambilla – i medici vanno dove c’è un centro di eccellenza e Sondalo, come Unità Spinale, lo era poiché aveva costruito una straordinaria competenza professionale fondata sulla multidisciplinarietà: il paziente mieloleso, infatti, necessita di una serie di reparti di prossimità che insieme devono e possono collaborare per aiutare la lesione midollare. Tali reparti sono: un DEA di II livello, la chirurgia toracica e vascolare, la neurochirurgia, l’urologia. Al Morelli, inoltre, esisteva una "medical expertise" molto approfondita sugli ausili».

Gli anni recenti, segnati dal famigerato Piano del Politecnico e dal covid, sono stati febbrili per il dottor Brambilla, che si è speso senza riserve per evitare la perdita di questo patrimonio. Nel magma politico regionale, tra un manager “spietato” con una visione affaristica della sanità e un assessore azzeccagarbugli che non voleva impegnare la Giunta, il primario trova una sponda in Carlo Borghetti e Michele Usuelli che si impegnano a lavorare su questo delicatissimo tema. Dopo varie vicissitudini, il 29 novembre 2022 la Legge diventa realtà e riconosce il Morelli come una delle tre Unità Spinali lombarde preposte al trattamento delle lesioni midollari: una notizia finalmente positiva che – insieme alla nomina del prof. Melazzini – riporta un po’ di fiducia sul futuro sanitario valtellinese.

Ma la strada è ancora in salita, lo dicono chiaramente tutti i relatori intervenuti alla serata e i cittadini che hanno voluto riportare le loro esperienze e considerazioni; una, su tutte, lascia senza parole: nel 2021 in Lombardia 2,5 miliardi di euro sono stati utilizzati per pagare l’esternalizzazione dei servizi assistenziali (dato di Michela Turcatti, segretaria Fp Cgil).

Nel frattempo, data la disparità di trattamento tra pubblico e privato (tempi di attesa e costi non sempre accessibili), sempre più persone rinunciano a curarsi…

 

Anna

 

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