RIFORMARE SUBITO LE REGOLE PER L’INGRESSO DEI CITTADINI EXTRACOMUNITARI

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RIFORMARE SUBITO LE REGOLE PER L’INGRESSO DEI CITTADINI EXTRACOMUNITARI

Mar, 28/02/2023 - 16:05
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Ancora una volta siamo a piangere l’ennesima tragedia di migranti via mare almeno per il breve tempo necessario a lavarsi la coscienza collettiva senza che si intravveda un benché minimo accenno a serie e pragmatiche discussioni necessarie non solo ad evitarne il ripetersi ma anche a tentare di mitigare il “fenomeno” cogliendo magari l’opportunità data dal periodo storico attuale.
Stiamo parlando di una nazione dove le statistiche sull’inverno demografico presente e futuro sono molto chiare ed all’ordine del giorno almeno quanto le lamentele del mondo del lavoro per la mancanza di personale ormai in quasi tutti i settori pubblici e privati.
L’attuale legge che consente l’ingresso regolare di lavoratori risale al 2001 con il primo “decreto flussi” previsto della legge Turco-Napoletano allo scopo di rispondere, con cadenza annuale, al fabbisogno di manodopera del nostro paese in settori prevalentemente caratterizzati da un’elevata stagionalità come l’agricoltura ed il turismo, e anche per consentire la creazione di vie legali all’ingresso in Italia in contrasto all’immigrazione clandestina.
Purtroppo dopo 20 anni possiamo affermare che le finalità di questa legge non hanno trovato riscontro nella realtà dei fatti sia per quanto riguarda l’incrocio domanda offerta sia per la lotta all’immigrazione clandestina soprattutto via mare come testimoniato purtroppo anche dall’ennesimo dramma consumatosi in questi giorni che ci deve interrogare oltre che sulle politiche migratorie a livello italiano ed europeo anche sulla necessità di una profonda riforma
dell’attuale legislazione sui flussi del lavoro extracomunitario scevra da ideologie, efficace e calibrata sui reali bisogni del mercato del lavoro!
Oggi il decreto impone alle aziende di intercettare i lavoratori direttamente nel loro paese di origine affidando nei fatti la “selezione” a immigrati già presenti in Italia (spesso loro dipendenti / collaboratori) che fanno da tramite utilizzando il sistema delle conoscenze in loco oppure di rivolgersi a dei “personaggi” sconosciuti che fungono da intermediari con il rischio di ingenerare inconsapevolmente situazioni di illegalità e di sfruttamento.
A questo si aggiunge che gli stranieri arrivano senza conoscere una parola di italiano con tutto quello che ne consegue sul piano della sicurezza, dei diritti, della professionalità, oltre che naturalmente di quello della loro integrazione!
La lentezza della procedura per ottenere il nulla osta indispensabile al lavoratore per il suo ingresso in Italia ed il periodo nel anno solare di uscita del decreto rendono poi il percorso completamente sfasato nelle tempistiche per rispondere realmente alle esigenze soprattutto di quei settori legati ad una stagionalità!
Un esempio concreto: per quest’anno la scadenza per la domanda è fissata al 27 marzo; la risposta, se sarà coerente con la (teorica) automatizzazione delle attuali procedure, arriverà circa nel mese di maggio. A questo punto il futuro lavoratore riceve il nulla osta direttamente nel paese origine, dove dovrà procedere presso la locale ambasciata italiana alla richiesta del visto d’ingresso: solo questa operazione oggi ha tempi medi di 4/5 mesi di attesa! Per riassumere, questo vuol dire concretamente che il datore di lavoro che ha fatto domanda all’inizio dell’anno dovrà attendere l’arrivo dello straniero in Italia almeno fino ad ottobre / novembre quando molte stagionalità sono già ampiamente concluse!
Quanto sopra, oltretutto, si riferisce solo ad alcuni settori, quelli espressamente contemplati dal decreto, tagliando fuori di fatto una grossa parte di lavoratori in ambiti altrettanto affamati di personale che quindi per essere reclutati si vedono costretti a percorrere altre “modalità”
Caso particolare riguarda i profughi provenienti dall’Ucraina per i quali l’Europa nel 2022 ha attivato la legge che prevede il rilascio di un permesso di soggiorno temporaneo della durata di 12 mesi con scadenza unica il 4 marzo prossimo; forte è stata la preoccupazione di queste persone che da mesi ormai svolgono attività lavorativa anche nel nostro territorio e quella dei loro datori di lavoro per l’imminente scadenza del permesso temporaneo che avrebbe impedito il prosieguo del contratto di lavoro: anche se all’ultimo momento il Consiglio dei Ministri ha prorogato la scadenza al 31 dicembre 2023.
In conclusione occorre modificare radicalmente l’approccio al tema abbandonando una volta per tutte la logica emergenziale a beneficio di azioni strutturate e sistemiche cominciando dal riformare le regole di ingresso attuali semplificando le procedure, tagliando i tempi della burocrazia ed attivando una seria ed efficace politica internazionale che preveda un sistema di cooperazione con i diversi stati stranieri che punti alla formazione professionale, quella linguistica e culturale che inizi proprio nei paesi di partenza.
Un popolo di migranti che ha contributo a fare grandi altri paesi non può precludersi di percorrere la strada che incrocia la voglia di futuro di queste persone con la propria necessità di energie per costruirlo!

Il segretario Generale Cisl Sondrio Davide Fumagalli

Il presidente Anolf Sondrio Cheikh Mbake Lo

 

Sondrio, 28 febbraio 2023