Clara Wieck e Desdacia: dialogo riuscito

2
min di lettura

Clara Wieck e Desdacia: dialogo riuscito

Mer, 08/06/2022 - 17:43
Pubblicato in:

 

Pubblico entusiasta sabato sera a Tresivio al concerto dei cori Clara Wieck e Desdacia Città di Sondrio. Il risultato della sperimentazione, portata avanti dai due direttori artistici Roberto Gelosa e Diego Ceruti, non era scontato, e Tresivio doveva essere il banco di prova. Impegnati nella ricerca del nuovo, a volte stravolgendo la consuetudine, i due direttori godono di un comune sentire, frutto di una formazione accademica affine e soprattutto di esperienze corali importanti: con il Coro Giovanile Italiano, dal Concorso Internazionale di Tours al palco del Circo Massimo a Roma con i Rolling Stones, e ancora con UT Insieme di Vocale Consonante, primi Italiani a vincere l’European Grand Prix for Choral Singing. La loro filosofia: cercare nuove modalità per proporre la musica corale, coinvolgendo il pubblico nell’ascolto anche con scelte inconsuete.

Il tema del concerto, Dialoghi tra Sacro e Popolare, presentava varie sfaccettature: dialogo sì, fondamentalmente tra i due cori, ma anche tra i due direttori, tra loro e gli ascoltatori e ancora tra cori e pubblico; insomma, una partecipazione a 360°.

La serata iniziava già con una novità. Infatti, all’ingresso veniva distribuito lo spartito del brano “A Diosa”, (più noto come “Non potho reposare”) perché tutti i presenti, sotto la guida di Gelosa alla direzione, e di Ceruti al pianoforte, potessero partecipare all’open singing, momento di canto collettivo compartecipato fra pubblico ed esecutori. Il concerto prende poi il via con un’altra novità: il posizionamento dei cori. Infatti, il brano di apertura “O bone Jesu”, nella stesura di Manolo Da Rold eseguita del Desdacia, ed in quella Stefano Stefanoni proposta dal Clara Wieck, si è svolto con i due cori, uno di fronte all’altro, nelle nicchie laterali della cripta del Santuario Lauretano, come a ricordare la tradizione dei cori battenti, in dialogo musicale, tipica del rinascimento, da cui deriva il medesimo testo dei due mottetti. Poi, per proseguire il concerto, i due cori hanno raggiunto il presbiterio e si sono schierati uno a fianco all’altro, dove sono poi rimasti per tutta la durata del concerto: questa disposizione, non comune durante le serate corali partecipate da più cori, voleva essere un modo per enfatizzare ancora di più il concetto di dialogo (dal greco, “conversazione, colloquio fra due o più parti”); ogni formazione interviene, ciascuna con i propri brani, per instaurare un dialogo artistico nel quale dare la propria visione musicale di determinati gruppi tematici come: La Sacra Bellezza (…intimo dialogo tra l’uomo e Dio, attraverso la preghiera), il fascino di Una notte stellata (Ninna nanna; Luna; Sul volo chiaro), Sotto il cielo di Maria (Tota pulchra es Maria; Sub tuum praesidium), Dialoghi fra popolare (Eco della valle; Resterà la luce) e sacro (Agnus Dei; Ubi Charitas).

A guidare il pubblico nel percorso dialogico la sapiente abilità e convinzione della conduttrice della serata Cecilia Rizzi, che ha così contribuito, insieme alla formula di incontri musicali diversi, a rendere l’ascolto sempre attivo, partecipe e più piacevole.

Un concerto è fatto certamente per essere ascoltato e uno dei suoi obiettivi è quello di trasmettere emozioni, sentimenti e ricordi. Se poi alla componente emotiva si aggiunge anche il coinvolgimento dell’ascoltatore, rendendolo coprotagonista, è il massimo che ci si può aspettare. E questo è successo al concerto di Tresivio, con soddisfazione di tutti, dai Maestri ai coristi e al pubblico. Infatti, è stato un crescendo unico, a partire dall’esecuzione alternata dei brani sacri del Clara Wieck e quelli popolari del Desdacia, specialmente quella di “Tantsulaul” dell’autore estone Veljo Tormis, canto popolare il cui protagonista invita a ballare (un po’ fuori dagli schemi canonici cui siamo abituati), fino all’esecuzione a cori riuniti di MLK, degli U2, come riconoscimento dell’impegno di Martin Luther King per la pace, tema oggi più attuale che mai. Anche questo brano ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo prefissato dai due direttori artistici, perché questa volta il dialogo si è svolto tra i due cori e i due Maestri: Diego Ceruti, alla direzione, e Roberto Gelosa, come voce solista.

Ma il concerto non è finito qui. Il clou del dialogo si è raggiunto con il canto finale di “A Diosa” che ha visto coinvolti i due cori, i due Maestri e tutti i presenti, che hanno ripreso in mano lo spartito e hanno dato voce a quanto imparato in apertura di una serata piacevole, diversa e sicuramente indimenticabile.

 

 

Felice Piasini – Addetto Stampa Desdacia.

Tags

©️la riproduzione – anche parziale – di questo contenuto è vietata senza citazione della fonte, ai sensi della legge sul diritto d’autore