Rinnovo delle concessioni idroelettriche – riparte il cinema e i rinnovi sono di nuovo in pericolo
Sorpresa e preoccupazione per la piega che sta prendendo il dibattito tra le forze politiche sui rinnovi delle concessioni di grande derivazione idroelettrica. Ancora non si sono spenti gli annunci di Regione Lombardia e Friuli sulla volontà di andare ai rinnovi con l’indizione delle prime gare entro fine anno, con grande beneficio per i territori, ed ecco che arrivano il cambio delle carte in tavola, le retromarce e le proposte alternative.
Secondo i concessionari, associazioni di categoria ed un folto gruppo di politici a rimorchio non sarebbe opportuno procedere con le gare per i rinnovi. Le gare metterebbero in pericolo un assett strategico, l’energia idroelettrica, con il pericolo dell’ingresso di capitali e proprietà straniere. Meglio procedere alle proroghe o ad accordi con gli attuali concessionari scaduti che sarebbero in grado di garantire ingenti investimenti nel settore (investimenti che non hanno fatto negli ultimi 20 anni).
Ricomincia insomma il giro delle dichiarazioni della politica, in fondo le elezioni sono ad un passo, per accreditarsi chi ai poteri forti chi alla cittadinanza. L’importante è affermare che cambierà tutto con grandi vantaggi per i territori per poi non cambiare niente. E’ un film già visto che però non piace per niente ai cittadini della montagna che ben ricordano gli anni fin qui trascorsi durante i quali a fronte dello sfruttamento della risorsa e di investimenti zero, come ora, ci sono state fantastiche narrazioni di vantaggi incredibili.
Ad oggi la legge vigente consente le gare e l’idea di andare al rinnovo, magari con una gestione pubblico-privata con gli enti locali partecipi della gestione è ancora l’opzione migliore per il futuro del settore e per i territori montani. Si deve procedere, come previsto dalla normativa vigente, all’indizione delle gare.
Siamo del tutto sfavorevoli ad accordi al ribasso o a pericolose retromarce. La speranza è che il capo del Governo mantenga una certa coerenza con quanto fatto in precedenza, con gli impegni presi con le leggi nazionali, con le regioni e con la comunità europea.
Non è neanche possibile valutare proposte alternative come il ventilato project financing fino a che non sarà dettagliato il percorso, le tempistiche, i vantaggi per energia/ambiente e popolazioni di montagna e non verrà trovata la quadra unanime delle forze politiche. Siamo stanchi di blitz legislativi che promettono miracoli e che non durano lo spazio di due legislature. Qualsiasi proposta di modifica deve essere chiaramente migliorativa rispetto alla legge attuale, avere la condivisione della maggioranza.
Vediamo se il ministro Giorgetti, influente e vicino al presidente Draghi, saprà farsi sentire, saprà rispettare le promesse fatte ai cittadini con la legge del 2019, la regionalizzazione delle concessioni idroelettriche.
Coordinamento Nazionale Comitati del Grande idroelettrico sostenibile
- 188 viste