LA FRATTURA SULLA SANITÀ NON SI RICOMPONE
15 novembre 2020
Le istituzioni valtellinesi che fanno capo alle Comunità Montane (esclusa quella dell’Alta Valle), esprimono la loro contrarietà verso la posizione assunta dai Sindaci dell’Alta Valle di non partecipare al tavolo per le opere legate alle Olimpiadi Milano-Cortina, adombrando l’idea che non sia corretto “utilizzare il tema delle Olimpiadi quale merce di scambio” (si veda la nota sotto allegata). Sottolineano, giustamente, che si tratta di un evento che coinvolgerà l’intera Valtellina e temono che la messa in discussione della manifestazione vanifichi l’arrivo dei fondi necessari per opere “importantissime per tutta la valle per risolvere criticità in tema viabilistico ed infrastrutturale”. Tuttavia, se di baratto dobbiamo parlare, questo vale anche per gli stessi accusatori, dal momento che il loro biasimo è dettato nient’altro che dai milioni di euro (anche sotto forma di pubblicità) che – in mancanza delle Olimpiadi – verranno meno ai loro territori. Quindi, come la mettiamo?
Non si capisce poi bene, quale sia l’accusa di voler screditare tutta la provincia: se c’è una protesta che deve avere diritto di asilo all’interno e al di sopra di ogni questione, ebbene questa è proprio il diritto alla salute. La mercificazione, semmai, sta proprio nel volerla relegare in un angolino e nel pensare di fare promesse e ritirarle a proprio piacimento, come hanno fatto i vertici regionali… che poi – stranamente – si sorprendono se i sindaci non gli danno più credito!
Poche sono state le volte in cui un territorio ha persistito in un’azione di protesta così sostenuta, rarissime quelle in cui la protesta ha saputo unire tutti i livelli, da quello popolare a quello istituzionale. Agli amministratori che si ritraggono, dico solo che è inutile promuovere politiche per evitare lo spopolamento della montagna, quando dall’altra la si spoglia di servizi essenziali come quelli legati alla sanità.
Anna
- 2 viste