QUANDO LA LINGUA BATTE E NON C’È ALCUN DENTE CHE DUOLE…

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QUANDO LA LINGUA BATTE E NON C’È ALCUN DENTE CHE DUOLE…

Ven, 03/10/2008 - 18:13
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ETIMOLOGIA GOLIARDICA DELLE BORMIADI

Anche quest’anno mi son divertito a leggere, rileggere e commentare la scelta dei nomi che contraddistinguono le 31 squadre… Chissà quanti altri l’avran fatto, soprattutto chi non si è abituato, quasi assuefatto, al ritornello di quei nomi.
E’ bello stupirsi ogni volta ed ogni volta provare a cercare le ragioni che stanno dietro a quelle scelte.

Quando iniziai ad occuparmi più da vicino dell’evento, come cronista prima ancora che come comunicatore dell’US Bormiese, ebbero modo di spiegarmi che… c’erano quattro amici al bar (forse erano un po’ di più, ma va bene lo stesso) che hanno deciso di provare ad occupare parte del mese di ottobre per sfidarsi un una olimpiade un po’ speciale… L’olimpiade di Bormio, le Olimpiadi di Bormio; le Bormiadi, per l’appunto.
Ma erano i “quattro amici del bar”, Birrios, Worriors, Grappeggia. Erano cioè le “compagnie” (come diciamo noi in valle, non bande come oserebbe dire qualcun’altro) che si identificavano in un nome, magari in un simbolo, certamente in un leader ed in un motto. Ed in quella circostanza – erano i primi anni ’80 del secolo scorso – si decise che era il momento di giocarsi qualche birra attraverso una serie di competizioni sportive…
Detto e fatto: le Bormiadi nascono da una intuizione geniale ed oggi sono l’evento che sempre più gente conosce, apprezza e magari cerca di imitare. E geniale continua ad essere, oggi, la scelta dei nomi delle squadre: avete osservato come le squadre “ultime attivate” hanno scelto il dialetto per battezzare il proprio team?
Vi lascio scorrere, usando la lente e la chiave di lettura che vi offro, i nomi delle squadre di oggi, di ieri, dell’altro ieri alla ricerca di questo legame speciale. Quest’anno sono arrivati i Trepé (e forse “treppiedi” non è proprio la traduzione esatta), li Mandragola (anche se in questo caso il dialetto c’entra meno) e i Pacifik; son ritornati i Sentèi-o (semplicemente seduti) e mi rammento al loro esordio chi li scambiava, nel nome, per una tribù di pellerossa. I Sayot (le cavallette), i Real Bagol (i bagol sono le piccole patate cavate dal campo in particolare nel dialetto semoghino), li Traglia (attrezzo utilizzato nel trasporto agricolo) e i Trabicol (traballante, marchingegno instabile… difficile trovare la traduzione ideale in lingua italiana). Banderal indica una identificazione per i forbaschi, Scotum sottolinea l’appellativo (o soprannome) dato alle famiglie; Selvadek è facile da comprendere, Spigolza pure (il nome di un attrezzo per il gioco dei ragazzi) e Sgarba è l’appellativo che i contrabbandieri han sempre dato ai finanzieri.
Potremmo continuare, tornando indietro nel tempo e tra le pagine degli archivi…
Provate a farlo anche voi, a leggere cioè le Bormiadi anche in questo modo…

Tramando