La birra “Stelvio” … si rifà il look, in occasione dei 200 anni (1875 – 2025) della costruzione della strada dello Stelvio!

Bormio (SO) – In occasione dei recenti (luglio 2025) festeggiamenti per i 200 anni (1825 – 2025) della costruzione della strada dello Stelvio (Carlo Donegani), siamo riusciti ad intercettare Claudio Demonti (patron della birra “Stelvio”) e con lui abbiamo fatto una bella e proficua “chiacchierata”!
Due parole sulle origini della “STELVIO” …
“Fondata dalla famiglia Tarantola - Peloni, proprietara dello storico marchio Braulio, è uno tra i primi birrifici artigianali italiani e prende il nome dal famoso passo dello Stelvio. Una lunga carriera in continua crescita fino al 2017, quando viene sospesa la produzione per far spazio alle nuove cantine dell’Amaro Braulio. Nel 2019, il progetto di un nuovo birrificio con l’obiettivo di rimettere in piedi il marchio Birra Stelvio e riprendere la produzione. Nel 2022, dopo 3 anni di preparazione, nasce il Birrificio di Bormio a pochi passi dal vecchio stabilimento”.
La Birra Stelvio … oggi (2025)
“Oggi – a Bormio - produciamo la Birra Stelvio nella versione classica, Lager da 4.6 gradi, e recentemente, abbiamo inserito anche una nuova ricetta per offrire Birra Stelvio in versione low alcohol, ovvero una Lager da 2.5 gradi; inoltre, abbiamo creato una linea di prodotti contrassegnati dal marchio Reit, che comprendono una Weizen fatta con grano saraceno (Buchweizen), una Kellerbier ambrata e prodotta con l’aggiunta di segale autoctona (coltivata nel contado di Bormio) e una session ipa da 4.2 gradi - in edizione limitata estiva - prodotta con l’aggiunta di riso che aiuta a esaltarne i profumi”.
REIT … un prodotto “local” e soprattutto di nicchia!
“Reit (attualmente) ha sempre avuto la visione di riportare - in valle - le coltivazioni di cereali che oramai erano andate perdute; proprio per questo motivo utilizziamo il grano saraceno e la segale. Grazie anche al nostro progetto, alcuni piccoli agricoltori stanno riportando (valorizzandoli) i campi di segale in Alta Valltellina; quest’anno (2025) sono stati, infatti, dedicati quasi 10 metri quadrati, divisi in piccoli campi sparsi nelle valli per questi cereali (ci tengo e molto a specificare che il seme originale è quello autoctono)”.
Da qui la geniale “IDEA” di sposare l’anniversario dei 200 anni della strada dello Stelvio
“Per questo 2025, infatti, abbiamo creato una confezione speciale di birra Stelvio (SPECIAL EDITION), per celebrare i 200 anni della costruzione della strada che porta al passo dello Stelvio. Il nostro obiettivo – creando questa birra per l’occasione – è stato quello di valorizzare la storia di questa strada che è oramai punto di riferimento del nostro territorio e non solo; ogni etichetta adesiva, infatti, è stata disegnata - a matita - dalle sapienti mani artistiche di Nagua Colturi, a cui abbiamo affidato il compito di realizzare non solo un’etichetta, ma delle piccole e vere opere d’arte che ricordano le immagini del passato, prendendo spunto dagli archivi storici (per l’occorrenza, abbiamo selezionato 5 soggetti che poi la stessa Nagua ha trasformato (ridisegnandoli e, soprattutto, rendendoli più accattivanti) in quello che ora vedete sulle singole bottiglie”.
In sintesi, il “progetto/proposta” di birra Stelvio per i 200 anni della costruzione della strada dello Stelvio, ovvero l’idea di (ri) – creare alcuni “bozzetti” adesivi da apporre sulle bottiglie!
“Il disegno/progetto, è stato realizzato prendendo spunto dalle bozze cartacee del padre/ideatore/costruttore dello Stelvio, l’Ing. Carlo Donegani che iniziò la progettazione del tracciato nel 1820 per poi concludere l’opera nel 1825 ben 200 anni fa. La diligenza: nel 1831 fu istituito un servizio di diligenza da Milano: in 64 ore si raggiungeva Bormio e in 125 Landeck, in Tirolo (Austria); trainata da quattro o sei cavalli, la diligenza poteva trasportare fino a otto persone con i bagagli; la stessa, è tuttora conservata al Museo Civico di Bormio. L’alpino: la Prima Guerra Mondiale, i soldati - spesso giovanissimi - venivano mandati al fronte (posto anche oltre i 3.000 m) in condizioni proibitive, sfidando neve, ghiaccio e freddo; ancora oggi, tra le cime del Gruppo Ortler - Cevedale, sono visibili i resti di villaggi militari, trincee e opere difensive costruite oltre cento anni fa. Il ciclista: Fausto Coppi e il passo dello Stelvio, sono legati da un'impresa epica del Giro d'Italia 1953; in quella tappa, Coppi, grazie a uno scatto in salita e una dimostrazione di forza in discesa, conquistò la maglia rosa e vinse il suo quinto e ultimo Giro, superando lo svizzero Hugo Koblet; questo evento consacrò lo Stelvio come "Cima Coppi", la vetta più alta del Giro, e lo rese un luogo leggendario per il ciclismo. Il gipeto (avvoltoio barbuto): con un'apertura alare che sfiora i 3 metri e un peso che può arrivare a 7 kg, il gipeto è uno dei più grandi uccelli (rapaci) europei; nel 1986 ebbe inizio un progetto di reintroduzione del gipeto nell’arco alpino, al quale ha aderito anche il Parco Nazionale dello Stelvio con il rilascio di giovani gipeti negli anni 1990 – 2000; dall´inizio del progetto di reintroduzione ad oggi sono stati rilasciati complessivamente 223 gipeti immaturi nati in cattività, mentre nello stesso periodo si sono involati 233 gipeti da covate naturali. La birra Stelvio: la rivisitazione moderna del logo; in questo caso/occasione è lo scudetto, che sembra uscire da un muro; da un lato, la scelta di disegnare le pietre, quelle che messe in ordine costruiscono e sostengono fisicamente la strada, d’altro la rappresentazione del muro che è stato abbattuto con la costruzione di questa strada e che ha permesso di collegare ben 3 vallate (la Valtellina – con Bormio – la Val Mustair – con Santa Maria Monastero e la Val Venosta con Prato allo Stelvio), con ben tre culture e tre lingue diverse; il tutto molto simbolico e nello stesso tempo evocativo”.
- Silvio M. -
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