UNA FONDAZIONE PER LA GESTIONE "COMPLESSA" DELL'OSPEDALE MORELLI

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UNA FONDAZIONE PER LA GESTIONE "COMPLESSA" DELL'OSPEDALE MORELLI

Ven, 19/11/2021 - 17:35
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E' la proposta che i sindaci porteranno avanti nel dialogo con Regione Lombardia
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I sindaci dell’Alta Valle respingono ai mittenti le ormai ripetute accuse di immobilismo e sudditanza, e lo fanno nel corso una conferenza stampa convocata per fare il punto sulla proposta, rinnovata e aggiornata, di una gestione dell’ospedale Morelli di Sondalo coerente con le riforme in atto in campo sanitario e assistenziale.

Dalle parole dei primi cittadini si evince non solo il meticoloso lavoro che da oltre un anno li sta coinvolgendo (soprattutto Ilaria Peraldini, sindaco di Sondalo, inevitabilmente implicata a pieno titolo nella delicata e complicata vicenda del Morelli), ma anche una palese insofferenza per certe forme di comunicazione che ormai da tempo li ha collocati sul banco dei colpevoli (e spesso senza andar troppo per il sottile).

Il presupposto di partenza da cui i sindaci non possono esimersi, e che forse la gente comune fa più fatica a comprendere, è il loro ruolo istituzionale: se i movimenti civili e popolari possono esprimere il loro dissenso in modi e toni diversi, talvolta anche pittoreschi e sanguigni, un rappresentante istituzionale persegue il bene della sua cittadinanza utilizzando canali invariabilmente e parimenti istituzionali, che tendono a fare meno rumore ma non è detto che siano meno efficaci. Ma si sa, per usare un paragone oggi molto in voga, “fa più rumore una pianta che cade di una foresta che cresce”…

Senza mettersi su due sponde contrapposte, ogni anima che lotta per una sanità di montagna ha diritto di esprimersi, senza necessariamente entrare in conflitto con le altre; cambiamo i modi, ma l’obiettivo rimane lo stesso. Al bando, dunque, i toni offensivi ed accusatori, che creano solo discordia, e spazio aperto al confronto costruttivo.

Al tavolo istituzionale per la salvaguardia e il rilancio del Morelli i sindaci dell’Alta Valle si muovono compatti: non è così scontato per un territorio come il nostro, dove il campanilismo è sempre dietro l’angolo e per parecchi anni la voce di Sondalo in difesa dell’ospedale è rimasta inascoltata. Ma oggi, con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, con i grandi eventi che premono, con le strategie di sviluppo turistico in atto, con le difficoltà viabilistiche sempre maggiori, è tempo di guardare tutti nella stessa direzione ed è quello che i comuni del comprensorio stanno facendo in campo assistenziale-sanitario, soprattutto dopo la grande mobilitazione popolare dell’agosto 2020, in cui tutti hanno potuto rendersi conto del coinvolgimento massiccio della cittadinanza sulla problematica-Morelli.

«Dopo la manifestazione del 2020 – conferma Ilaria Peraldini – abbiamo intrapreso un percorso istituzionale anzitutto con la vice presidente regionale Letizia Moratti, con la quale abbiamo avuto un incontro nel giugno scorso, a cui è seguito il ripristino del Morelli nell’agosto 2021; ci sono poi state diverse interlocuzioni anche con il DG Welfare Giovanni Pavesi. Siamo consci che la situazione è ancora lontana dall’essere ottimale e il percorso è lungo da attuare, ma lavoriamo per questo obiettivo nelle sedi competenti».

L’assist per ripensare la gestione del Morelli e per offrire alla Regione (interlocutore privilegiato nell’ambito della sanità di montagna) una proposta alternativa al famigerato Piano del Politecnico è data dalla revisione della Legge 23/2015 (“Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo”) che è in discussione in questi mesi in Consiglio regionale, nonché dal PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza) e dalla riforma del Terzo Settore, ciascuno con specifiche linee di intervento in campo sanitario e socio-assistenziale.

I sindaci hanno assegnato al prof. Francesco Florian l’incarico di individuare il modello di gestione ottimale del Morelli e lo stesso Florian ha illustrato in conferenza stampa le linee che dovrebbero ispirare la proposta di rilancio del Morelli presso la Regione Lombardia. «Abbiamo analizzato ogni istituto giuridico a nostra disposizione – spiega l’avvocato Florian – e verificato come si sarebbe potuto adattare al Morelli ossia quali caratteristiche si sarebbero mantenute e quale funzionamento avrebbe avuto l’ospedale. Abbiamo quindi escluso la forma societaria perché è uno strumento che ha come fine la divisione degli utili laddove un ospedale ha prevalentemente un interesse pubblico. Considerati gli enti non lucrativi, la nostra opzione è ricaduta sulla Fondazione pubblico-privata. Anzitutto perché ha una finalità che non potrà mai essere cambiata e ciò costituisce una garanzia, inoltre, essendo simile a un ente, il privato avrà il vantaggio di rapportarsi con un soggetto che si perpetua nel tempo».

Questa Fondazione, che è facilmente attuabile nella parte autorizzativa, diventerà una “cabina di regia” di un sistema di rete complesso, cioè sarà un «luogo di incontro nella gestione e programmazione del pubblico e privato, attenta e posizionata rispetto alle esigenze e alle criticità da risolvere». Pubblico e privato, insomma, che lavorano insieme nello stesso ente per uno scopo condiviso, con trasparenza, apertura e inclusività. Cardini di tale disegno – come detto prima – diventano gli strumenti normativi oggi in discussione: LR 23/2015, PNRR, riforma del Terzo Settore, che – tra le altre cose – assegnano un ruolo centrale alla programmazione/amministrazione condivisa tra pubblico-privato

Il percorso, come ammesso dai sindaci, sarà lungo e articolato, ma il loro impegno non verrà meno e, naturalmente, verrà portato avanti nelle sedi competenti perché la soluzione dovrà essere condivisa con Regione Lombardia, con la quale il dialogo è costante e sempre aperto. Senza dimenticare che la nostra Provincia gode dello status di “Provincia interamente montana” con le relative specificità che dovranno essere tenute in considerazione (LR 19/2015).

Come se non bastasse, ad aggravare ulteriormente il già tormentato fardello della questione sanitaria si è aggiunto il ricorso di un sindacato di dirigenti medici che ha impugnato la delibera di giugno con cui Regione Lombardia ha dato avvio al ripristino del Morelli, della quale ne chiede l’annullamento. Un provvedimento che viene ricusato con forza da tutti i sindaci e bocciato come aberrante, perchè non tiene assolutamente conto delle condizioni complessive in cui è maturata l'azione in difesa dell'ospedale; contro di esso i sindaci stanno valutando di costituirsi in giudizio, aprendo un ulteriore fronte di preoccupazioni.

Il minimo che si possa fare, nei loro confronti, è sostenerli e continuare a dar loro fiducia.

 

Anna