FRAMMENTI DI STORIA – UN RAPIMENTO DEL 1680 A SCOPO DI MATRIMONIO
27 maggio 2020
Nel 1680 un certo Antonio Planalvino rapì una fanciulla a scopo di matrimonio: accadde a Premadio e il fatto fu oggetto di un imbarazzante processo che si concluse con una semplice sanzione pecuniaria e con l’inevitabile matrimonio riparatore tra i due (che – tra l’altro – avevano ben 14 anni di differenza, trent’anni lui e sedici lei!).
Ilario Silvestri ha trascritto le carte processuali da cui emergono i particolari della vicenda, preceduti da alcune interessanti note sulle antiche usanze legate al matrimonio, che almeno fino alla fine del XVII secolo era completamente svincolato dalle istituzioni ecclesiastiche: lo sposarsi era una questione privata che avveniva col semplice reciproco consenso e, soprattutto per la donna, con il consenso del padre. Poteva così accadere che si venisse meno alla parola data o che ci fossero ripensamenti di una delle parti, il che avveniva sia da parte maschile sia da parte femminile. Il rapimento della donna, invece, era un reato contemplato e punito dagli Statuti e poteva portare persino alla decapitazione se alla donna fosse stata usata violenza carnale. Il processo è stato completamente trascritto nell’istruttoria, nelle deposizioni e nella sentenza.
Anna
I. SILVESTRI, Ratto di una fanciulla a scopo di matrimonio con qualche nota sul vincolo coniugale del XVII secolo, Bollettino n. 4/2001
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