«Tassa della salute contro la fuga di medici e infermieri La pezza che si vuole mettere è peggio del buco»
«Pensare di risolvere il problema dell’emorragia di medici ed infermieri che dalle province lombarde confinanti si spostano verso i Cantoni Ticino e Grigioni mettendo 200 o 300 euro in busta paga recuperati dalla “tassa della salute” è un’assurdità senza limiti».
Contrari da sempre, fin da quando l’ipotesi è stata proposta per la prima volta, gli esponenti di “Patto per il Nord”, l’associazione politico-culturale nata dalle ceneri della Lega Nord che sta crescendo e che in provincia di Sondrio ha Jonny Crosio come punto di riferimento ribadisce la propria ferma contrarietà all’idea di utilizzare così il contributo per il servizio sanitario, introdotto dalla Legge di Bilancio del 2024.
«In una realtà come quella della vicina Confederazione in cui gli stipendi sono due o tre volte quanto percepiscono i lavoratori in Italia - ricorda Crosio - mettere 200 o 300 euro in busta paga non cambierà nulla, non in positivo comunque. Piuttosto si tradurrà in un effetto valanga dannoso».
Aumentare gli stipendi del personale sanitario delle province di Varese, Como e Sondrio come vuole la proposta di Regione Lombardia, secondo “Patto per il Nord” avrà infatti come risultato il fatto che il personale sanitario delle province confinanti, a partire da Lecco, si sposteranno in quelle dove si può beneficiare del ventilato aumento, dove i posti saranno sicuramente disponibili poiché «nessuno abbandonerà il ben retribuito lavoro nella vicina Svizzera». Sguarnendo così le strutture dei territori di provenienza di medici e infermieri.
«Nei palazzi romani un tempo i frontalieri erano considerati lavoratori “fortunati”, quasi fossero dei contrabbandieri - constata Crosio -, ma era Roma, realtà distante e sapevamo che tutti i lombardi erano considerati lavoratori da spremere. Il rammarico è però constatare che oggi la politica di Regione Lombardia è ancora più aggressiva di quella romana. Ecco questo non ce lo saremmo aspettato da chi ben conosce la situazione». Scelte politiche che Crosio definisce «imbarazzanti». «Imbarazzante – spiega – è la farsa del documento prima presentato da Fratelli d’Italia che a Roma ha votato la manovra e l’applicazione della tassa della salute che dovrebbe essere pagato da circa 70mila lavoratori lombardi, ma che a Milano metteva in dubbio la sua legittimità e poi ritirato. Dispiace pure che nel dibattito sempre più arido si ometta di ricordare quanto i frontalieri abbiano contribuito al benessere delle nostre provincie: grazie ai loro sacrifici hanno creato un volano nell’economia dei nostri territori».
“Patto per il Nord” rilancia l’appello rivolto a Giorgetti e caduto nel vuoto, anche al presidente lombardo Fontana: «Si impegni a far riemergere dal bilancio dell’Inps i 300 milioni di euro, generati nel corso degli anni dal lavoro dei frontalieri e di cui si sono ormai perse le tracce da tempo e chieda al Governo di regolare, una volta per tutte, la questione dei ristorni».
Patto per il Nord – Jonny Crosio – 19 maggio 2025
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