Donne per la Pace

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Donne per la Pace

Ven, 14/03/2025 - 15:59
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Sabato 15 marzo noi DONNE PER LA PACE ci ritroveremo per il 49esimo sabato in piazza Garibaldi a Sondrio per testimoniare il nostro NO ALLA GUERRA. Dall’8 marzo 2024 cerchiamo di dare voce, sul nostro territorio, al disperato bisogno di milioni di persone, travolte dalla guerra, di un duraturo CESSATE IL FUOCO.
Anche se, passando davanti ai nostri cartelli, qualcuno si gira dall’altra parte o scuote la testa e pensa che stiamo perdendo tempo, noi continueremo a manifestare, perché sappiamo che la guerra è un crimine contro l’umanità e non possiamo accettare di normalizzare il ricorso alle armi come l’unico inevitabile strumento per regolare le controversie internazionali.

Non possiamo nemmeno chiudere gli occhi di fronte al fatto che, come evidenziato nell’ultima riunione degli Stati aderenti al Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), la continua dipendenza dalle armi nucleari da parte di alcuni Stati nei loro concetti, dottrine e politiche militari e di sicurezza mina la sicurezza globale.
Nel dire NO ALLA GUERRA non intendiamo pertanto esprimere solo la nostra vicinanza alle popolazioni martoriate dalle numerose guerre in corso in tutto il mondo, ma vogliamo anche richiamare l’attenzione sulla necessità di tutelare dal rischio atomico il futuro delle generazioni più giovani.
Le armi nucleari sono già state usate una volta nella storia con effetti drammatici e per questo riteniamo assai pericolosa anche la proposta avanzata da alcuni capi di Stato e di governo di fornire all’Unione Europea un ombrello nucleare franco-britannico.

Altrettanto grave ci sembra la decisione del Parlamento Europeo di approvare il piano di riarmo “ReArm Europe” impegnando circa 800 miliardi di euro, una larga parte dei quali potrebbe essere utilizzata invece per affrontare le grandi sfide socio economiche del presente.
Noi crediamo in un’Europa impegnata a promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli. Nessuno è così ingenuo da credere che per conseguire questi valori, non sia necessario affrontare anche il tema di una difesa comune. La difesa comune dell’Europa non si costruisce però con una corsa insensata al riarmo sull’onda delle sortite di Trump e di Musk, dipingendo scenari apocalittici e agitando la minaccia dell’aggressione russa. L’invasione russa dell’Ucraina ha fatto certamente emergere tutta la debolezza dell’Unione Europea, non solo sul piano militare, ma anche e soprattutto su quello politico, dove l’UE ha dimostrato una sconfortante incapacità di leggere e confrontarsi con la complessità della situazione in Ucraina già a partire dal 2014 e di condure un’efficace azione di mediazione e negoziazione dopo l’aggressione di Putin. Questo però non vuol dire che l’Europa è morta. È agonizzante è vero, ma ha al suo interno le forze per reagire.

Sabato 15 marzo migliaia di persone scenderanno in piazza a Roma per chiedere un’Europa unita e solidale. Unità e solidarietà, valori universali su cui è facile concordare. Più difficile è invece provare a declinarli in scelte concrete che l’Europa dovrebbe o non dovrebbe fare.
Noi siamo convinte che oggi, subito, abbiamo bisogno non di 800 miliardi di armi, ma di un’Europa di pace, di un ‘Unione Europea che torni ad essere il modello di welfare e accoglienza di un tempo. Utopia? Forse, ma non è altrettanto utopistico pensare che il problema della sicurezza europea si possa risolvere affidandosi esclusivamente alle armi? Tre anni di guerra in Ucraina non ci hanno insegnato nulla?

È con questo spirito che saremo in piazza anche sabato 15 marzo.

Ilenia Pusterla

Area Cultura CSV

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