INCONTRO – TESTIMONIANZA CON DON FEDERICO PEDRANA
Don Federico ha raccontato la sua vita da prete nella quale dopo alcune esperienze in due parrocchie della diocesi (Tavernola e Rebbio) è entrato a far parte della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi che conobbe per la prima volta durante gli anni delle medie in un incontro a Sondrio. Dopo un ‘esperienza in una Casa Famiglia della Comunità a Crema si è trasferito in Romania. In seguito a malattia è rientrato in Diocesi e dopo le cure, pur desideroso di tornare in Romania, il vescovo Oscar riconoscendo questo suo particolare carisma, gli ha chiesto di aprire una Casa Famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII in Valchiavenna. Don Federico ha sottolineato di aver sentito il periodo della malattia come momento di grazia del Signore e come i poveri siano SEGNO FECONDO DELLA MISERICORDIA DEL PADRE. Raccontando poi come il mercoledì sera scenda a Milano o a Como accompagnato dai ragazzi della comunità per incontrare chi vive per strada, come pure il sabato sera incontri giovani a tarda notte all’uscita di bar o discoteche della valle, spesso carichi di alcool o di sostanze per parlare con loro. In questi incontri “c’è chi ci accoglie e chi ci manda a quel paese”. A volte qualche incontro si conclude anche con una preghiera fatta con questi giovani “persi e sbandati” che apparentemente paiono lontani da Dio. Ha infatti sottolineato “la speciale apertura della fede dei poveri” richiamandosi al messaggio del Papa e proponendo il valore del pasto condiviso, perché è segno della condivisione della vita. Condivisione anche della sofferenza che ognuno si porta dentro. Anche se vivere in comunità ha le sue fatiche perché l’altro è altro da te, è a questo che come cristiani siamo chiamati perché “fondamentalmente siamo tutti uguali”. La Comunità Papa Giovanni XXIII questo vuole testimoniare e far sperimentare “ESSERE FAMIGLIA DI CHI FAMIGLIA NON L’ HA” per questo le varie comunità non son formate da più di 12/15 persone.
Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII ha chiamato fin dagli inizi queste case “CAPANNA DI BETLEMME” per sottolineare come a Betlemme i pastori sono accorsi portando cibo e doni a Gesù, Maria e Giuseppe cosi anche ora nella loro Casa di Prata stanno sperimentando “LA PROVVIDENZA DI DIO” in quanto la comunità sta spendendo 0 euro per i viveri perché molti donano alimenti oltre ai supermercati della zona che quotidianamente donano i cibi freschi non più vendibili il giorno successivo.
Durante la serata sono intervenuti anche alcuni ragazzi che vivono attualmente con lui raccontando loro stessi la loro esperienza di vita:
- Due di loro di origine rumena hanno raccontato come per anni hanno vissuto sulla strada. E dalla strada spesso sono andati e ritornati alternando periodo nella Comunità a periodi in preda alla droga, all’alcool, al gioco.
- Ludovico 21 anni della parrocchia di Tavernola ha raccontato come dopo aver partecipato con la sua parrocchia a una due giorni presso la Comunità di Don Federico a Prata Camportaccio ha deciso per un periodo di volontariato che si sta prorogando rispetto all’idea iniziale in quanto “loro sono diventati miei amici e la mia famiglia”.
L’ascolto di questa testimonianza deve essere ora per ognuno di noi stimolo “per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo” (Papa Francesco) con sguardo e cuore attenti ai bisogni materiali, ma soprattutto alle tante solitudini e sofferenze relazionali diffondendo quella vicinanza, fatta anche di piccoli ma preziosi gesti, che rendono più umana e fraterna la nostra vita
Giovanni Marchesi
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