AMBRIAJAZZ: CHIUSURA DELLA STAGIONE DI EVENTI CULTURALI INVERNALI A MORBEGNO
Si è conclusa domenica 24 aprile con un’appassionante e partecipata Masterclass del Maestro Ramberto Ciammarughi la stagione invernale degli eventi ideati e promossi da AmbriaJazz in collaborazione con il Comune di Morbegno.
L’ultimo evento di carattere formativo è stato preceduto dallo straordinario concerto di sabato 23 aprile dello stesso Maestro Ciammarughi con la formazione Ciammarrughi&friends.
Ramberto Ciammarughi, come è noto, è un pianista e compositore di Assisi che inizia la sua attività nei primi anni ‘80 suonando da solo e in trio in un gran numero di jazz club italiani, annoverando numerose partecipazioni nei principali jazz festival e rassegne musicali in Italia e all’estero e raccogliendo indiscussi successi anche in ambito teatrale e televisivo.
Questa solo l’ultima data della importante stagione invernale di eventi che ha caratterizzato le serate morbegnesi all’Auditorium Sant’Antonio.
Se noi di Ambriajazz abbiamo una passione smisurata per la musica.e per tutto quello che ci gira intorno e nella musica troviamo la lente privilegiata per osservare, mostrare e interpretare il nostro presente questa è la stessa chiave di lettura che gli artisti che si sono susseguiti sul palco del cinquecentesco Auditorium di Morbegno hanno saputo declinare nelle diverse interpretazioni.
Artisti della levatura di Fabrizio Bosso hanno dato vita a performance musicali memorabili. Fabrizio Bosso 4T ha presentato a febbraio 2022 il nuovo progetto musicale che fu registrato a Roma, il 5 giugno 2020, subito dopo il confinamento forzato dovuto all’epidemia del Coronavirus. L’album We Four non è per Bosso e i suoi musicisti solo il frutto di un’esigenza, di una volontà di continuare a fare musica nonostante tutto, ma anche un lavoro privo di qualsiasi artificialità post-produttiva, dentro il quale ogni dettaglio è frutto di un contributo comune che eleva il quartetto stesso ad autentico leader del progetto. Julian Oliver Mazzariello al pianoforte, Jacopo Ferrazza al contrabbasso, Nicola Angelucci alla batteria e Fabrizio Bosso alla tromba, si sono dati appuntamento in studio e hanno celebrato un sodalizio, umano e musicale, perfettamente riproposto in questo strabiliante concerto di Morbegno.
A dicembre, l’atmosfera di grande festa e gioia che precede il Natale è stata garantita da JP & the Soul Voices, un gruppo gospel che ha base nella zona centrale della Florida, nel profondo sud degli Stati Uniti.
The Soul Voices ha portato in Europa e a Morbegno un repertorio unicamente gospel, dove il grande sound soul della tradizione del sud degli Stati Uniti si fonde agli spiritual e alle sonorità più moderne di questo genere. John Polk, fondatore e frontman del gruppo è un grande entertainer, oltre che voce, ed è capace di coinvolgere il suo pubblico generando emozioni profonde di allegria ed entusiasmo.
Seguendo le prerogative dell’inverno nella “trasparenza luminosa dell’atmosfera alpina” il pubblico valtellinese ha potuto partecipare nella nuova data di aprile allo straordinario concerto di Giovanni Sollima . Il musicista palermitano ha presentato il concerto Ba-rock, un viaggio nel mondo sonoro del violoncello ma anche un viaggio nel tempo, da Bach fino a sonorità contemporanee ed etniche per scoprire le potenzialità tecniche ed espressive del suo strumento, un prezioso violoncello Francesco Ruggeri realizzato a Cremona nel 1679.
Così l’artista ha descritto Ba-rock in un’ intervista: «Si tratta di un progetto nato alcuni anni fa che fin dall’inizio si è presentato sempre in continua evoluzione. Ho iniziato a portare in giro un programma per violoncello solo apparentemente assai informale, costituito in buona parte da una letteratura dimenticata, il barocco bolognese, la prima scuola violoncellistica in Italia e, credo, in Europa. L’epoca presenta uno strumento ‒ il violoncello ‒ ancora in fase di configurazione, sia sul piano del linguaggio che dell’evoluzione tecnica. …
Il concerto presenta così forti contrasti sul piano sonoro e temporale. Ma penso anche ad una sorta di respiro alternato e a una linea comune o linee parallele dove la relazione tra autore/esecutore e strumento è quasi identica, anche a distanza di secoli…». Quella che possiamo a buon titolo definire una performance artistica, dato l’eclettismo del repertorio, il coinvolgimento del pubblico e la grandiosa capacità interpretativa di Sollima ha suscitato grande entusiasmo nel pubblico presente e generato altrettanti ricordi di una stagione concertistica di elevato spessore.
Il concerto inoltre, lo stesso 3 aprile, è stato preceduto dalla proiezione in Auditorium del film N-ICE Cello la storia del violoncello di ghiaccio, Giovanni Sollima Tour per la regia di Corrado Bungaro. La proiezione gratuita è stata introdotta dal format #PARLIAMONE, un talk con i protagonisti Giovanni Sollima, Corrado Bungaro e Giovanni Busetto.
Il film - che ha preso avvio da una scommessa che ha del folle: un violoncello di ghiaccio “on the road”! Più di 1.500 Km in un costante clima di suspance - racconta il viaggio di un violoncello di ghiaccio dalle Alpi al Mediterraneo.
La storia impossibile di un violoncello di ghiaccio, costruito da Tim Linhart a 2.800 metri, sul ghiacciaio Presena e suonato da Giovanni Sollima in una tournée di 1.500 km, dal Trentino alla Sicilia, un’esperienza on the road tra autostrade, teatri, mari, musei, barche, città e luoghi naturali, in cerca di uno stile di vita più sostenibile, affinché sia garantito a tutti il diritto all’acqua.
N-ICE CELLO è un grande progetto culturale, reso in forma musicale da Giovanni Sollima, che riflette sul tema dell’acqua e della sua importanza a livello planetario per l’ambiente e per l’umanità. Un tour con concerti dal Nord al Sud Italia per disegnare un percorso artistico dai ghiacciai al Mar Mediterraneo, un itinerario da Nord a Sud, che disegna e richiama un esodo di senso contrario, che
incontra l’itinerario dei migranti che dalle terre senz’acqua si spostano verso i paesi del Nord. Un esodo generato da molteplici ragioni tra le quali hanno grande importanza anche il cambiamento climatico e il degrado ambientale. È l’acqua che ritorna, simbolicamente, come un atto di restituzione, nei paesi dove è scarsa anche per motivi globali e nei quali la crisi idrica causa conflitti e conseguenti migrazioni “climatiche” di massa. Ed è proprio dall’arte e della buona scienza che nasce il proposito di cercare punti di incontro, costruire
dialoghi e promuovere occasioni di conoscenza e di consapevolezza. Il film, già messo in onda da Rai5, ha visto un’importante partecipazione di pubblico.
Malgrado i limiti imposti dalla pandemia che ci ha costretti a posticipare due date tutto si è svolto all’interno di rigorose procedure di sicurezza sanitaria e nel rispetto delle regole senza compromettere in alcun modo la serena partecipazione del pubblico agli eventi.
Giova ricordare la proficua sinergia con l’amministrazione comunale di Morbegno che è stata costante e che ha garantito fiducia e soddisfazione ad Ambriajazz ponendo le basi per il tempo a venire.
In attesa dell’ufficializzazione del calendario della attesissima ed imminente stagione estiva col Festival di AmbriaJazz che rappresenta da anni il fulcro e la “fucina di sperimentazione” tanto che il Festival che è stato recentemente inserito nella nuova guida “In Giro Per Festival” di Altraeconomia tra i primi dieci festival di alta quota. Notizia che ci inorgoglisce e che ci spinge a lavorare ancora più entusiasti ed uniti.
Camilla Moretti
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