LA GUERRA DEI COMUNICATI E LA FIDUCIA TRADITA
28 settembre 2020
Mi sento come a un incontro di tennis: la pallina vola a destra e sinistra e a furia di seguirne la direzione mi sta venendo un gran mal di collo, oltrechè un annebbiamento della vista.
Così è per questi comunicati “botta e risposta” che si susseguono sul Morelli: comunicati di ASST, comunicati dei Comitati, comunicati dei 6-16-71 sindaci (che poi perdono pezzi per strada e diventano 71 meno 10, mentre i 6 sindaci diventano 11), comunicati di gruppi di dottori (23, 2 o singoli), comunicati di sindacati, comunicati di associazioni e di categorie… un arcipelago di iniziative che danno l’idea di una grande vitalità, di un grande interesse, ma anche di una grande confusione. Ho l’impressione – ma parlo a titolo personale – che tutta la vicenda si stia avvitando su se stessa e in mezzo a questo marasma rimangano agli antipodi, senza avvicinarsi e senza parlarsi, gli unici elementi che veramente contano e hanno peso: i cittadini, sui quali ricadono le conseguenze di certe strategie, e le alte sfere della politica, che tengono in mano le sorti di tutto.
Quello che per certo mi sovviene è un senso di smarrimento, è la sensazione di non sapere a chi credere, è la frustrazione di non sapere a chi dare fiducia in una questione che è di vitale importanza per tutti noi.
Certo, se odo dalle mie orecchie un assessore che in conferenza stampa dichiara categoricamente “a Sondrio non si costruirà un ospedale nuovo” e poi si dovesse realizzare tale ipotesi, non posso che ritenere inaffidabile e indegna della mia fiducia quella persona, un po’ come quell’assessore che prende un impegno di fronte ad alcuni sindaci (cioè rappresentanti delle istituzioni e rappresentanti del popolo) e poi recede come niente fosse. Perchè dietro all’impegno preso, v’è una condizione indispensabile per poter amministrare dignitosamente e cioè la credibilità personale, che è una cosa seria: se la perdi, nessuna persona ragionevole è più disposta a darti credito.
Ma non è meno fuorviante per la cittadinanza ricevere dei comunicati come quelli usciti negli ultimi giorni, il cui contenuto stride nettamente l’uno con l’altro e che inducono a ritenere che qualcuno ci stia “ricamando sopra”. La fiducia tradita, in questo caso, determinerà tendenzialmente una forma di pregiudizio e di generalizzazione nella malafede degli autori.
Forse ci sarebbe bisogno di un baricentro meno scomposto, per evitare che le buone intenzioni finiscano col suscitare più malcontento che beneficio.
Anna
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