Il C.A.I. Bormio, “presente” in Val Viola per l’inaugurazione del sentiero glaciologico “Nangeroni - Bellotti”
Valdidentro (Sondrio) – Un’estate - quella del 2023 - che ricorderemo per un “momento” particolare, vissuto in Valdidentro e precisamente in Val Viola (Val Dosdè), in occasione dell’inaugurazione del sentiero glaciologico intitolato ai prof. Giuseppe Nangeroni e Italo Bellotti. Un evento importante e, soprattutto, mirato a valorizzare il patrimonio naturale di questa bellissima vallata dell’Alta Valtellina. Eravamo presenti anche noi della sezione di Bormio del C.A.I. (con Patrizia Scherini e Graziano Baroni), oltre a Beatrice Bellotti, figlia del compianto prof. Italo Bellotti, alla sua famiglia e ai promotori della lodevole iniziativa, ovvero gli operatori del Servizio Glaciologico Lombardo, unitamente all’Università Statale di Milano con l’esperto di fama internazionale in glaciologia, il prof. Claudio Smiraglia. A tale proposito, siamo riusciti ad “intercettare” la stessa Beatrice Bellotti e, con lei, abbiamo fatto una bella “chiacchierata” su questa meravigliosa iniziativa alpino – divulgativa – naturalistica.
Beatrice, ciao! Grazie per la tua collaborazione e soprattutto disponibilità; ci puoi raccontare come si è svolta questa lodevole “iniziativa” che ha inaugurato un nuovo sentiero sulle tracce del ghiacciaio Dosdè intitolato a tuo padre, volto alla divulgazione delle informazioni e alla sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente?
<<Per la precisione, sabato primo luglio 2023, è stato inaugurato il sentiero glaciologico “Giuseppe Nangeroni - Italo Bellotti”, al ghiacciaio di Dosdè Est; un itinerario escursionistico, in ambiente di alta montagna, che dal parcheggio di Altumeira, si snoda fino all’Alpe Dosdè e al Rifugio “Federico Valgoi” per proseguire, poi, lungo un sentiero tracciato da omini fino a quota 2600 metri, dove si può osservare - per l’appunto - il ghiacciaio di Dosdè Est. Un pannello esplicativo, posizionato al rifugio “Federico Valgoi”, illustra - nel dettaglio - il percorso con immagini che mostrano il repentino ritiro del ghiacciaio nel corso degli anni a partire dal 1932. Promotori dell’iniziativa sono stati gli operatori del Servizio Glaciologico Lombardo, con il supporto dell’Università Statale di Milano e la supervisione del glaciologo Prof. Claudio Smiraglia. Erano presenti un bel gruppo di partecipanti, tra i quali vari operatori dello stesso Servizio Glaciologico Lombardo (S.G.L.), i rappresentanti del C.A.I. della sezione di Bormio, il sindaco di Valdidentro (Massimiliano Trabucchi), alcuni studenti universitari, appassionati e la mia famiglia (Bellotti) per ricordare il lavoro svolto da mio papà Italo. Ha preso la parola il presidente del Servizio Glaciologo Lombardo, dott. G. Prandi, il quale ha spiegato l’importante valore di questo sentiero per la divulgazione delle informazioni e la sensibilizzazione alla tutela dell’ambiente; in seguito, il presidente del C.A.I. della regione Lombardia, dott. E. Aldeghi, ha sottolineato il compito dello stesso C.A.I. nel trasmettere - alle nuove e future generazioni - la conoscenza e lo studio delle montagne a difesa del loro ambiente. Sempre chiaro e dettagliato è stato l’intervento del prof. Claudio Smiraglia che ha illustrato – a tutti i presenti - l’alto valore dei sentieri glaciologici, come strumenti di conoscenza dell’ambiente modellato nei millenni dai ghiacciai. Il dott. A. Toffaletti del Comitato Glaciologico Lombardo ha mostrato, inoltre, il percorso che da Altumeira raggiunge la postazione ultima di fronte al ghiacciaio, indicando le tappe segnalate da apposite “tacchette” che individuano le posizioni del fronte glaciale del Dosdè Est nei vari anni>>.
Beatrice, raccontaci, a grandi linee, la figura di tuo papà, il prof. Italo Bellotti legato, per l’appunto, al “nostro” Dosdè!
<<Il papà aveva tanti interessi: la storia, la politica, la scuola e … i ghiacciai. Qui di seguito, illustro - brevemente - il lavoro fatto da mio papà Italo per conto del Comitato Glaciologico Italiano dal 1953 al 1983; lavoro che ha svolto con costanza e impegno e coinvolgendo me, le mie sorelle e mia mamma, nelle camminate verso la fronte del “ghiacciaio maestro” … come lui lo definiva, per raccogliere le informazioni necessarie da inviare allo stesso comitato. Una vera e propria passione, nata nei banchi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano grazie al suo professore Giuseppe Nangeroni, emerito studioso di geografia e glaciologia della stessa università; così scrive il papà nelle sue memorie: “Ho trovato in lui un vero maestro, le sue lezioni erano meravigliose, i suoi testi erano preferiti in tutte le scuole italiane; fu il primo a dare inizio allo studio sistematico dei ghiacciai e, vivendo io nel bormiese, fui preso in particolare considerazione. Desiderava che facessi la tesi con lui ed oggi riconosco di aver sbagliato, ma gli impegni a casa non mi lasciavano il tempo di scarpinare su per le montagne. Dopo la laurea, mi pregò di diventare suo assistente, ma la pochissima retribuzione mi fece, non senza rincrescimento, rinunciare. Continuai però per molti anni le misurazioni dei ghiacciai della Valdidentro e del Livignasco per conto del Comitato Glaciologico Italiano, iniziate da lui nel 1932”. I rilevamenti effettuati dal prof. Giuseppe Nangeroni sono poi proseguiti a partire dal 1953 da papà Italo. Ricordo che nello zaino metteva una strumentazione semplice e forse poco precisa, se paragonata ai moderni apparecchi tecnologici: una corda lunga 70 metri - arrotolata su un bastoncino - che serviva per misurare la fronte del ghiacciaio tramite appositi segnali (contrassegni con vernice al minio, che ha la proprietà di resistere nel tempo agli agenti atmosferici) collocati su enormi massi stabili che si trovano lungo il perimetro frontale dell’apparato stesso (indicati da un pallino rosso e dalla sigla N2); la macchina fotografica per documentare lo stato del ghiacciaio: la ripresa avveniva, ogni anno, dal medesimo punto identificato da un masso roccioso con la scritta SF (stazione fotografica) e un taccuino per segnare i dati e le osservazioni relative alla massa glaciale compiute sul campo. Lo scatto non avveniva mai a caso: dopo aver fatto riscaldare l’apparecchio, sotto la giacca per evitare che si inceppasse, bisognava aspettare che le condizioni atmosferiche fossero le migliori perciò si attendeva pazientemente che la nuvola che oscurava la fronte del ghiacciaio si allontanasse. Spesso si rientrava all’imbrunire e per non aver paura del buio e non sentire la fatica, ci si dava la mano e si canticchiava. I dati raccolti e la relativa documentazione fotografica riferita ad un numero di 53 apparati glaciali sono stati raccolti e catalogati dal papà in fascicoli che rappresentano una storica documentazione. La sua passione mi ha contagiato, continuando a studiare il ghiacciaio Dosdè Orientale (così si chiamava) per la mia tesi di laurea. Sono profondamente grata al Servizio Glaciologico Lombardo e al prof. Claudio Smiraglia per aver valorizzato il lavoro svolto dal papà e per avere permesso a tutti gli appassionati di montagna di poterla vivere e gustare in un modo diverso da una semplice passeggiata>>.
Patrizia Scherini e Graziano Baroni -soci consiglieri del C.A.I - Bormio e presenti all’inaugurazione – hanno aggiunto questo “pensiero”.
<<E’ stato un vero piacere partecipare all’inaugurazione del sentiero glaciologico intitolato a Giuseppe Nangeroni e a Italo Bellotti al ghiacciaio di Dosdè Est; un evento, tra l’altro, arricchito dalla presenza del Prof. Claudio Smiraglia e degli esperti del Servizio Glaciologico Lombardo (S.G.L.), nonché della famiglia Bellotti. Particolarmente toccanti le testimonianze della figlia Beatrice che ha condiviso con tutti i partecipanti le memorie del padre Italo, citandone i diari e mostrando le foto originali dei monitoraggi del ghiacciaio sin dagli anni ’50, nonché l’attrezzatura utilizzata per le misurazioni della fronte del ghiacciaio. Grazie alla disponibilità dei volontari del S.G.L. (Servizio Glaciologico Lombardo), cito in particolare R. Scotti, A. Toffaletti e G. Prandi, è stato possibile effettuare un’interessantissima escursione verso il ghiacciaio focalizzandoci su varie tematiche ambientali e geologiche, quali l’impatto del cambiamento climatico sull’arretramento dei ghiacciai, le tecniche utilizzate per la datazione delle rocce, l’osservazione delle morene>>.
Silvio M.
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