L'IDENTITA' DEL NOSTRO TERRITORIO VISTA CON GLI OCCHI DEI VISITATORI
Proviamo ad immaginare di essere costantemente davanti a uno specchio che ci rimanda di continuo quello che siamo: non tanto nell’aspetto, quanto nei gesti, nelle parole, negli atteggiamenti; siamo sicuri che ci piacerebbe tutto ciò che di noi viene riflesso?
Questo è stato l’effetto dirompente che venerdì sera ha prodotto una ricerca condotta da quattro giovani laureate dell’Università della Svizzera Italiana di Lugano, coordinate dal tutor Luca M. Visconti, con il supporto di XChannel e la collaborazione di Fondazione Bormio.
Alice, Carola, Jasminka e Martina hanno trascorso diversi mesi a contatto con la nostra realtà; attraverso lo studio sul territorio, l’analisi dei dati e lo strumento del confronto hanno proposto alcune strategie di marketing che potrebbero aiutare il Comprensorio a potenziare la sua vocazione, intervenendo sui punti critici e valorizzandone meglio le grandi potenzialità.
La prima fase è consistita in un’analisi che ha portato alla mappatura di ben 1162 attività e alla quantificazione della loro incidenza nell’ambito di quattro grandi aree tematiche: paesaggio, cultura, sport, commercio. È stato poi effettuato un confronto con alcune località turistiche molto attrattive e quotate con cui Bormio potrebbe competere in termini di appetibilità.
Ma la parte di ricerca che ha prodotto nel pubblico l’impressione più forte è stata quella relativa alle interviste. Le ricercatrici, infatti, si sono messe all’opera fra la gente e fra gli operatori, che – messi di fronte a questioni mirate – ci hanno restituito la duplice immagine di “un territorio dal forte potenziale, ma frammentato”, in cui la coesione strategica è depotenziata dalla “mancanza di collaborazione e predominanza del localismo”.
Niente di nuovo, ma sentirselo dire in faccia da quattro giovani studiose in modo oggettivo, fa un certo effetto.
Sentire ancora oggi gente del posto affermare che il marchio turistico “Bormio” dà fastidio perché “vuol dire che le valli limitrofe stanno svendendo le proprie sovranità territoriali di competenza a Bormio” significa che non si è capito nulla di quel che è necessario fare per crescere in termini di Comprensorio. Ed è scoraggiante sapere che questo è il pensiero di operatori economici che sul territorio vivono e lavorano.
La ricerca, che si è conclusa questa estate, è stata presentata nelle sue linee fondamentali durante il pomeriggio di venerdì 15 novembre 2024 in Stua Granda a Bormio, in un incontro aperto al pubblico. Per i contenuti, tuttavia, meriterebbe di poter essere “sbattuta in faccia” a ogni singolo attore dell’Alta Valle, mettendo ognuno di noi di fronte al proprio specchio.
Fortunatamente, lo studio non si è limitato a questo deprimente aspetto ma si è soffermato anche sugli elementi positivi fortemente connotativi del Bormiese e sulle molte prospettive che si potrebbero aprire adottando qualche buona pratica che renda l’esperienza per gli ospiti più coinvolgente e meno divisiva.
Forse, però, la chiave di tutto non può che partire da noi stessi e, in primis, da un’attitudine positiva verso il mondo, perché ciò che offriamo ai visitatori – qualunque sia il proprio target di clientela – è strettamente connesso a ciò che siamo noi.
Anna L.
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