LA "PATTUMIERA DELLO STELVIO": UNA PROTESTA LEGITTIMA MA FAZIOSA
Il mondo si solleva sempre a ogni inizio estate per l’antipatia con cui tanti guardano ai ciclisti. Se poi qualche buontempone ci mette anche del suo, con cartelli che inneggiano al ciclista-sporcaccione, andiamo bene… Di proteste contro la sozzura lasciata in giro dai ciclisti ne ho viste e lette tante, ciclicamente si ripropongono e le immagini TV non aiutano nel vedere i corridori professionisti gettare i loro scarti perché nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di lasciare alcun rifiuto per terra.
Tuttavia, non ho mai visto nessuno protestare o agitarsi minimamente per le migliaia di mozziconi di sigarette che inondano prati, bordure, aiuole, strade, tombini, griglie, parcheggi e perfino sui sentieri di montagna ce ne sono a bizzeffe, nei punti di sosta o nei dintorni dei rifugi. Il mozzicone – che è universalmente accettato come parte integrante del paesaggio e non suscita nessuna rabbiosa protesta né è meritevole di un servizio TV – è un rifiuto tossico e pericoloso, ma poiché non è così visibile come uno scarto di gel non viene mai preso in considerazione (si legga, ad esempio, wow.area.pi.cnr.it/stiamo-soffocando-in-un-mare-di-mozziconi o www.global2000.at/publikationen/muell-bericht). Così come non sono considerate le migliaia di bottigliette e lattine di birra che gli allegrotti ubriaconi lanciano nelle scarpate (forse motociclisti, secondo la "scientificamente comprovata" equazione gel = tutti i ciclisti indistintamente / birra = tutti i motociclisti indistintamente). E non dimentichiamo che la "pattumiera Stelvio", nei pochi mesi in cui resta aperta, è sottoposta a un accumulo dissennato di rumore e fumi di scarico.
La protesta inscenata dall’anonimo (che poi, tanto anonimo non è…) ambientalista in questi giorni in cui la chiusura della strada dello Stelvio ha portato migliaia di ciclisti sul passo, è sacrosanta ma scorretta nella sostanza e, a dirla tutta, risulta faziosa e sembrerebbe creata ad hoc per alimentare la polemica contro la bicicletta. Perché, diversamente, una protesta contro “la pattumiera” della strada dello Stelvio dovrebbe toccare tutti i fruitori e non solo una categoria. Altrimenti è come fare un processo inquisitorio in cui si dà la caccia solo a una controparte negativa, forse perché è quella che più rende in termini di consenso.
Anna L.
Foto: Alberto Urbani
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