A OGA GRANDE FESTA PER SAN COLOMBANO E PER DON GIACOMO
Ad Oga è tradizione festeggiare il compatrono San Colombano il 16 agosto, quando viene effettuato il pellegrinaggio fino su ai 2500 metri di quota della piccola chiesa dedicata al monaco irlandese .
Il santo però viene ricordato in calendario il 23 novembre e da alcuni anni gli ogolini organizzano nella domenica prossima alla ricorrenza una bella festa comunitaria.
La festa di questo anno è stata ancora più grande, in quanto si è ricordato il cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Giacomo Santelli, originario proprio di Oga.
Tante persone hanno partecipato alla santa messa officiata da don Giacomo assieme a Don Bruno e Don Romano, parroci della comunità pastorale di Valdisotto.
E proprio durante la celebrazione eucaristica Don Giacomo ha ricordato il suo percorso di servizio sacerdotale.
Dapprima ha ricordato alcune persone scomparse che sono state importanti per lui: Don Luigi Acquistapace, originario della Valgerola, parroco per oltre 55 anni di Oga, che lo aveva accompagnato nella sua vocazione e che appena arrivato in paese aveva battezzato per primo Mario il fratello primogenito di Don Giacomo. Poi sua mamma Emilia che lo ha accompagnato nella sua prima parrocchia Albosaggia per poi mancare qualche settimana dopo; suo papà Filippo che non ha conosciuto perché scomparso 6 giorni dopo la sua nascita; i suoi fratelli Felice, Mario e Rochi con le cognate Maria, Domenica e Andreina.
E per non rischiare di dimentica qualcuno, ha ricordato tutte le persone che ha conosciuto in 50 anni di sacerdozio.
“Ringrazio i presenti a questa bella festa condivisa, tra cui anche il sindaco di Valdisotto, dimostrazione di una comunità in cammino”.
Durante la predica ha invece ricordato con passione i 50 anni del suo operato.
Ordinato sacerdote dal vescovo di Como monsignor Felice Borromini il 23 settembre 1972 assieme ad altri 7 consacrati, celebrò la sua prima santa messa proprio nella chiesa di Oga dedicata ai santi Lorenzo e Colombano e poi visse la sua prima esperienza di sacerdote ad Albosaggia dove rimase per due anni.
Da lì il nuovo vescovo di Como monsignor Teresio Ferraroni lo trasferì a Tirano, dove rimase per 12 anni.
E qui don Giacomo ha riferito anche un segreto di cui pochi erano a conoscenza.
Quando era in seminario di Teologia chiese ai superiori di frequentare il seminario di Verona che preparava i chierici per andare in missione. Si era nel periodo successivo al Concilio Vaticano II, quando la Chiesa si interrogava sul proprio modo di essere e di testimoniare la fede come comunità universale. E lui, giovane, riteneva importante portare la testimonianza cristiana e l’evangelizzazione anche in missione.
Ma proprio il vescovo Ferraroni, durante la celebrazione delle cresime, gli fece capire che era importante operare in diocesi: “non ti sei accorto che ci sono meno preti? La tua missione è qui, a Tirano”.
A dimostrazione che spesso il nostro modo di pensare va un po' oltre e non sempre rispecchia la volontà di Dio.
Di Tirano ricorda i tanti ragazzi conosciuti e il lavoro fatto con l’oratorio; in quel periodo ricoprì anche il ruolo di insegnante di religione.
Da Tirano venne poi trasferito a Mazzo: fu per lui un periodo intenso. Oltre a Mazzo curò anche la piccola parrocchia di Vervio. Visse in quegli anni le difficoltà legate alla frana della Val Pola, quando le comunità situate a sud per alcune settimane rimasero nell’apprensione a causa del lago creatosi a seguito del movimento franoso, che rischiava di travolgere i territori sottostanti.
Fortunatamente tutto si risolse ed anzi con i contributi e gli interventi statali che seguirono, riuscì a portare a compimento il restauro e la manutenzione delle tante chiese di Mazzo e Vervio.
Dopo 30 anni di cammino sacerdotale con le due comunità della media Valtellina, fu mandato a Semogo, avvicinandosi in questo modo anche alla sua parrocchia di nascita, Oga, che ha sempre potuto contare sulla sua presenza discreta ma significativa, soprattutto durante le celebrazioni funebri e anche in numerose occasioni durante la messa e la festa di San Colombano del 16 agosto.
Dopo 11 anni di presenza nella parrocchia della frazione di Valdidentro è stato recentemente assegnato alla Basilica Madonna di Tirano, dove ricoprirà un ruolo un poco diverso rispetto a quello solito dei parroci di parrocchie, effettuando soprattutto supporto ai tanti fedeli e pellegrini che raggiungono anche da provincie e regioni lontane la chiesa dedicata alla Madonna: “è stato per me come tornare a casa e già tante persone che mi avevano conosciuto durante gli anni di servizio nella parrocchia di Tirano, sono passate a salutarmi”.
La comunità parrocchiale di Oga all’offertorio ha donato a Don Giacomo un cofanetto in legno e un bel quadro con la riproduzione delle tre chiese di Oga: la chiesina di San Colombano, la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Lorenzo e Colombano e la chiesa della Madonnina dedicata alla Beata Vergine di Caravaggio.
Importanti per i fedeli ed anche per Don Giacomo, che in questi luoghi ha fatto crescere la sua vocazione di “servo per amore, sacerdote dell’umanità”.
Al termine della santa messa in tanti hanno condiviso anche il convivio allestito presso la struttura parrocchiale della Casa del Giovane, dove un gruppo di alpini e di amici degli alpini hanno proposto un pranzo davvero eccellente e di qualità, a suggellare una bella giornata di festa in ricordo di San Colombano e vicini a Don Giacomo.
maio
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