IL PROGETTO "TANGENZIALINA DI S. LUCIA" SCUOTE BORMIO
Sembrerebbe che Bormio abbia dormito sonni tranquilli per lunghi anni e che all'improvviso si sia risvegliata dal torpore. Merito della giunta Cavazzi, che per affrontare la sua prima vera "patata bollente" ha indetto una serata informativa (la prima di tante altre che verranno) e di dibattito sul progetto della cosiddetta “tangenzialina di S. Lucia”. Un progetto che è tornato prepotentemente alla ribalta dopo anni di indifferenza, come ha impietosamente ricordato il Sindaco nel ripercorrere le varie fasi che ne hanno consentito l’inserimento all’interno del Piano di Governo del Territorio: dal 1999 al 2005 (anno in cui si è conclusa la conferenza dei servizi) una serie di tappe sulle quali nessun bormino ha mai esternato osservazioni (con l'unica eccezione del Consorzio di Miglioramento Fondiario nel 2012 e dell’Arpa nel 2016) e che oggi, invece, vengono rimesse fortemente in discussione, non sempre in modo del tutto oggettivo. D’altra parte, va pure riconosciuto che in tutti questi anni qualche difetto di comunicazione ci dev’essere stato, se oggi tutti scendono dalle nuvole… Come che sia, il progetto è stato tirato fuori dalla naftalina grazie ai soldi delle olimpiadi ed è sostanzialmente pronto ad essere realizzato, salvo che l'amministrazione – dopo le opportune valutazioni e i confronti con la cittadinanza – decida diversamente.
L’ing. Aldo Colombo della DG Infrastrutture Trasporti e Mobilità Sostenibile di Regione Lombardia ha ripercorso la storia travagliata della bretella sin dalle origini, che risalgono addirittura a un BURL datato 1992, narrando le evoluzioni del progetto dalle 3 ipotesi iniziali a quella definitiva, che era sostanzialmente divisa in 2 lotti A e B; di questi, si decise di realizzare solo il lotto A relativo alla sistemazione dell’area intorno a Combo e alla riqualificazione della zona impianti, mentre per mancanza di fondi venne sospesa l’attuazione del lotto B relativo alla strada vera e propria. A 16 anni di distanza, i fondi che grazie all’evento olimpico vengono messi a disposizione per il miglioramento della viabilità potrebbero trovare impiego nella conclusione dell’ultraventennale progetto, sul quale, tuttavia, la popolazione presente all’incontro di martedì 14 dicembre 2021 si è espressa in maniera piuttosto contraria, preferendo piuttosto un adeguamento della strada già esistente nell’Alute (cosa che richiederebbe un ulteriore iter di variante e che quindi non sarebbe realizzabile nell'immediato).
Certo, lo snaturamento dell’Alute non piace a nessuno, anche se è difficile capire quale sia il male minore: i metri cubi per la nuova bretella oppure quelli necessari all’allargamento della strada VASP esistente, cui andrebbero aggiunti quelli per il rifacimento della pista ciclopedonale; la ciclopedonale che diventerà di prossimità a una via di grande traffico, a meno che si decida di realizzarla altrove (con altro utilizzo di volumetria); il passaggio estivo dei mezzi agricoli in simultanea con gli autoveicoli su una via che dovrebbe essere di deflusso; l’ipotesi di un’eventuale prosecuzione in direzione della Valfurva; l’eventuale smaltimento del traffico tramite ordinanze contingibili, che richiederà comunicazioni tempestive e chiare; gli accessi ai terreni agricoli, che dovranno essere regolamentati per una strada di viabilità ordinaria; l'imprevedibilità dei flussi al di fuori dei picchi di stagione...
Problema di non facile soluzione: trovare il giusto compromesso tra l’esigenza di decongestionare il traffico e la preservazione dell’ambiente circostante, soprattutto se consideriamo che le due cose sono nettamente in antitesi. Il traffico automobilistico – tutto il traffico, non solo quello turistico – è già di per sé dannoso all’ambiente, anche se facciamo finta di non saperlo mentre ammiriamo la verdeggiante piana dell’Alute dai finestrini delle nostre comode automobili.
E non dimentichiamo che siamo un comprensorio turistico, dove si lavora per attirare flussi di ospiti anche nelle stagioni intermedie e con le presenze che di anno in anno si sono incrementate con un picco raggiunto di 1 milione e 100 mila, come ha sottolineato Mauro Bassi presidente di Bormio Marketing.
La scelta tra la nuova tangenzialina o l'adeguamento della strada VASP già esistente implica vantaggi e svantaggi che andranno tutti messi sul piatto della bilancia, per poter prendere una decisione di cui nessuno vorrà poi pentirsi in futuro. A questo proposito, sarà molto interessante l’incontro di gennaio in cui verranno svelati i dati circostanziati sul traffico automobilistico intorno a Bormio, oggi parzialmente anticipati. Gli “studi di traffico” elaborati da ISTAT, infatti, hanno rilevato un flusso di spostamenti orientato prevalentemente su Bormio, con circa 1750 veicoli nell’orario di punta (tra le 17:00 e le 18:00), la maggior parte dei quali si spostano lungo la direttrice interno/esterno e viceversa (ovvero veicoli che nell’orario di punta escono/entrano dal paese), ma un buon 20,7% di spostamenti avvengono esclusivamente all’interno del paese ovvero sono veicoli che si muovono nelle vie del borgo e contribuiscono a congestionarlo.
Il potenziamento del trasporto urbano è un primo fondamentale passo per orientare le persone a scegliere forme di trasporto alternative, ma un vero cambiamento non potrà avvenire senza una modifica radicale delle abitudini proprie, cioè anche le nostre.
Anna
Per chi volesse seguire l’interessante storia del progetto e il dibattito che ne è scaturito: https://www.facebook.com/teleMonteneve
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