LA NASCITA DELLO SHORT TRACK IN VALTELLINA

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LA NASCITA DELLO SHORT TRACK IN VALTELLINA

Lun, 13/05/2019 - 11:04
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Un viaggio a puntate verso i Mondiali Juniores del 2020

Non esiste disciplina che abbia “regalato” all’Italia più medaglie dello short track: a partire dagli anni Ottanta, quando furono organizzate le prime competizioni internazionali, e soprattutto dal 1992, anno in cui per la prima volta lo short track fu ammesso come sport olimpico, la Nazionale azzurra ha collezionato 2 medaglie olimpiche, 8 medaglie mondiali, 1 Coppa del Mondo ed è andata a podio 8 volte su 21 edizioni disputate dei Campionati mondiali di short track a squadre e 12 volte su 14 edizioni disputate dei Campionati europei di short track. La Valtellina è terra di campioni di short track e la Bormio Ghiaccio ne è diventata la fucina, grazie all’impegno e al grande lavoro svolto dai volontari in decenni di attività, che hanno consentito alla società di affermarsi a livello internazionale come una delle più solide realtà sportive.

Ma gli esordi dello short track in Valtellina non sono stati facili… Per molto tempo il pattinaggio restò relegato nel ruolo di un divertente passatempo, adatto per stare all’aria aperta in quei pochi mesi in cui le temperature rendevano possibile conservare uno strato di ghiaccio su cui destreggiarsi. Intorno agli anni ’70 si formarono in Valtellina le prime associazioni sportive dedite a più attività, anche se lo sport si praticava ancora in modo molto avventuroso e dilettantistico. Per quanto riguarda il ghiaccio in quell’epoca esistevano diverse società già affiliate alla FISG: Lanzada Ghiaccio, Unione Sportiva Bormiese, il Club Pattinatori Valtellinesi di Sondrio, Circolo Pattinatori Chiavenna o Delfini Ghiaccio Chiavenna, Polisportiva Caspoggio, Livigno. Le attività, che prevedevano anche gare e competizioni, erano organizzate su campi o spiazzi opportunamente congelati durante i mesi invernali, mentre in estate ci si dedicava al pattinaggio a rotelle, in modo da avere una certa continuità sportiva. Dai primi allenamenti improvvisati si passò a qualcosa di più mirato, anche perché la partecipazione alle varie gare e qualificazioni extra-provinciali richiedeva un minimo di preparazione.

La Lanzada Ghiaccio fece da apripista e per parecchi anni fu la società valtellinese leader in questa specialità: già nel 1978 poteva vantare atleti che dominavano a livello regionale ed erano selezionati per far parte della rappresentativa nazionale ai Giochi della Gioventù italiani. Piano piano anche gli altri club si organizzarono meglio e riuscirono ad emergere: Bormio, in particolare, diventò l’avversaria più agguerrita dai primi anni Ottanta, con un manipolo di ragazzini che riuscivano a tenere testa ai provetti pattinatori malenchi. Nel gennaio 1981 si registra una delle prime gare organizzate dall’US Bormiese a livello regionale: la finale della III edizione del quadrangolare lombardo di velocità su ghiaccio, alla quale presero parte nomi “storici” che hanno fatto la storia dello short track italiano come Adelio Antonioli, poi tecnico nazionale e federale, nonché una giovanissima Katia Colturi, che proprio da allora iniziò una fulgida carriera sulle lame sino alle Olimpiadi. Tra il 1980 e il 1984 la Lanzada Ghiaccio continuò ad eccellere, sebbene incalzata dalle forti leve dell’US Bormiese: un duello appassionante, che proiettava la piccola Valtellina ai vertici del pattinaggio di velocità nazionale. Basti pensare che nella stagione 1982-1983 dei quindici titoli regionali in palio ben 9 furono assegnati agli atleti valtellinesi, 10 titoli su 16 nella stagione successiva 1983-1984 e 8 titoli su 14 nell’annata 1984-1985.

Agonisticamente, furono anni di continui avvicendamenti tra Valmalenco e Alta Valle: i pattinatori dell’una e dell’altra società si alternavano sul podio ma i secondi – a differenza dei primi – gareggiavano anche sulle rotelle mantenendo così una certa continuità sulla pista. Nel 1985 si colgono da entrambi i club affermazioni di livello nazionale grazie a Francesco Bardea (Lanzada Ghiaccio) e Marinella Canclini (US Bormiese), sollecitando l’interesse dei responsabili nazionali.

La costruzione del Palaghiaccio a Bormio fece la differenza: a partire dal 1985 ci si poté allenare tutto l’anno e da allora lo short track esplose, mentre nelle altre località andò scomparendo e per la Lanzada Ghiaccio divenne sempre più difficile competere non potendosi allenare in modo sistematico. La società che per anni ebbe saldamente il timone del pattinaggio di velocità, vincitrice del titolo di società campione regionale ininterrottamente dal 1979 al 1983 (e poi ancora nel 1985), con atleti di caratura nazionale, si “sfilaccia” anche per il venir meno di alcuni storici dirigenti. A Bormio, invece, lo short track si consolida e dà avvio a una realtà tuttora vigorosa e in continua affermazione.

 

Anna

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