IL FUTURO DELLA MONTAGNA È IN SCUOLE EFFICIENTI E INNOVATIVE: SERVONO INVESTIMENTI E AZIONI MIRATE
Il futuro della montagna passa per scuole dell'obbligo e istituti superiori al passo con i tempi, inclusivi e innovativi, nella didattica e nelle opportunità, in grado di formare le nuove generazioni e di garantire un servizio efficiente alle famiglie. Nel dibattito che accompagna l'inizio del nuovo anno scolastico si inserisce Uncem Lombardia per focalizzare l'attenzione sulle problematiche delle scuole di montagna nel presente ma soprattutto in prospettiva futura.
È un appello reiterato, per un tema che l'Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti Montani ha posto da tempo al centro del suo interesse. Se è vero, infatti, che la perdita di studenti per effetto della denatalità è un fenomeno che coinvolge l'intero Paese, sarà la montagna, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto. Una problematica che deve essere affrontata a livello nazionale ma necessariamente considerando le dinamiche geografiche e sociali. Il monito del presidente Tiziano Maffezzini: «Non ci si può limitare ai numeri, ragionando per parametri, perché la montagna è diversa dalla pianura e necessita di valutazioni e approfondimenti non di mere proiezioni numeriche - afferma -. La scuola deve essere inserita nel ragionamento complessivo sul futuro della montagna e sulle opportunità che devono essere garantite in termini di servizi per favorire la permanenza della popolazione e attrarre nuovi residenti». Uncem insiste affinché, nella definizione nazionale dei Lep, Livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi, si considerino le scuole di montagna con numeri peculiari e differenziati, sia per l’organico sia per il numero di classi. Non solo, occorre che ai ragazzi più grandi si insegni che il territorio montano offre grandi opportunità. Seppure complesse, infatti, le montagne rappresentano un luogo nel quale esprimersi e realizzarsi pienamente. Sulle diverse tematiche, come l’energia sostenibile, la sanità, il turismo, l’agricoltura, l’artigianato e il benessere della comunità, c’è spazio per innovare. E, in questo contesto, le nuove tecnologie, la rivoluzione digitale e l’IA applicate all’ambito montano sono le armi per lo sviluppo sociale ed economico: non minacciano l’identità del territorio ma, anzi, se opportunamente utilizzate, la valorizzano, facendo emergere nicchie ancora poco esplorate, ma ricche di potenzialità per uno sviluppo più ampio e sostenibile. Questo dobbiamo far comprendere ai nostri giovani tramite la scuola.
«Sulle diverse tematiche, come l’energia sostenibile, la sanità, il turismo, l’agricoltura, l’artigianato e il benessere della comunità, c’è spazio per innovare - aggiunge il presidente Maffezzini -. E, in questo contesto, le nuove tecnologie, la rivoluzione digitale e l’IA applicate all’ambito montano sono le armi per lo sviluppo sociale ed economico: non minacciano l’identità del territorio ma, anzi, se opportunamente utilizzate, la valorizzano, facendo emergere nicchie ancora poco esplorate, ma ricche di potenzialità per uno sviluppo più ampio e sostenibile. Questo dobbiamo far comprendere ai nostri giovani tramite la scuola. Quindi l'impegno non può che essere comune - conclude -, in quanto le problematiche riguardano livelli istituzionali e ambiti diversi. Le scuole di montagna devono essere considerate per ciò che sono, ovvero dei presidi, e in quanto promotori di futuro, per il ruolo che svolgono nella formazione delle nuove generazioni».
Si confida nella Legge sulla Montagna, adottata dal Senato la settimana scorsa, che pone al centro anche la scuola, per incentivarne capillarità e qualità nel territorio. Aspetti che verranno definiti con i decreti attuativi.
- Uncem Lombardia segreteria -
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