I RAGAZZI DI SPECIAL SPORT A TORINO PER I GIOCHI NAZIONALI ESTIVI DI BOCCE
La 37^ edizione dei Giochi Nazionali Estivi Special Olympics ha coinvolto un gruppo di ragazzi del settore Special Sport dell’US Bormiese, che dal 4 al 9 giugno si sono recati a Torino per confrontarsi nello sport e nell’amicizia con altri 3000 atleti di tutta Italia. A differenza delle edizioni invernali, in cui i nostri ragazzi partecipano a gare di diversi sport (sci nordico, alpino, ciaspole…), in genere l’estate è dedicata alle bocce, un gioco che praticano da molti anni e in cui si allenano costantemente sotto la guida di Romeo, Gilberto e Giancarlo.
Facciamo quattro chiacchiere con loro per farci raccontare la trasferta piemontese, che è stata impegnativa ma anche molto divertente e nella quale sono stati accompagnati da Armida, Rina, Andreina e dall’immancabile Carla Martinelli.
Va subito detto che sui campi di bocce di Torino sono stati bravissimi, perché non solo hanno riportato tutti una bella medaglia, ma anche perché il fondo era piuttosto diverso da quello a cui sono abituati
«Proprio così – ci spiega Romeo Falcione, uno dei loro tecnici – il campo di Bormio è sintetico mentre il terreno di Torino era in terra e questo ha comportato qualche difficoltà in più, tanto che a volte ci siamo allenati anche al campo di Rasin per abituarli. Ad ogni modo, i ragazzi non si sono fatti spaventare: hanno giocato molto bene e con grande impegno e addirittura i tecnici di Special Sport si sono complimentati con loro perché sono davvero migliorati tanto».
Mentre Romeo parla, i ragazzi mi mostrano orgogliosi le loro medaglie. «Non è stato facile – dice Laura M. – perché anche i nostri avversari erano bravi, ma a un certo punto io e Daniele, che giocavamo assieme, abbiamo fatto una mano con molti punti e siamo riusciti a superarli! E' stata una bella soddisfazione».
«Siamo bravi perché ci siamo impegnati tutto l’anno – puntualizza giustamente Laura DM – grazie a Romeo, Gilberto e Giancarlo che ci allenano e ci spiegano come giocare».
A Torino i ragazzi di Special Sport hanno giocato in coppia, suddivisi in 4 squadre; nella fase preliminare hanno subito dimostrato una bella preparazione, tanto che sono stati tutti inseriti nella stessa categoria, seppur in gironi diversi. Quindi, tra domenica e mercoledì, hanno trascorso 4 giorni di partite intense per tutti, con addosso un poco di emozione iniziale subito stemperata dagli incitamenti: «Quando qualcuno di noi giocava – interviene Walter – tutti gli altri facevano un grande tifo perché noi siamo un po’ casinisti e abbiamo anche cantato tanto, sia a Torino, sia sul furgone. E anche in albergo ci siamo divertiti…».
«E poi – aggiunge Simone – siamo stati qualche volta al ristorante perchè ci piace mangiare e assaggiare i prodotti tipici, anche se la pizza è sempre la più buona».
Il bello di questa esperienza, come le molte altre legate a Special Sport, è la possibilità di stare insieme, di trovarsi in contesti aperti e arricchenti, di ritrovare vecchie amicizie; molti ragazzi, infatti, attendono gli appuntamenti di Special Olympics proprio per rinsaldare le conoscenze fatte negli anni e salutare amici sparsi per il mondo. Alle trasferte, inoltre, sono solitamente abbinati momenti di svago: nel caso di Torino, il gruppo dell’Alta Valle ha trascorso qualche ora piacevole al Museo Egizio, fra mummie e sarcofaghi, con Daniele che ha fatto loro da guida esperta (Daniele, infatti, è già stato a Torino a lavorare durante la settimana del Salone del Libro). Un’altra visita piacevole e molto attesa è stata quella all’albergo Etico di Asti dove Daniele, e prima di lui Simone, hanno lavorato per qualche tempo, acquisendo notevoli competenze, praticità e autonomia.
La più silenziosa di tutti è Sara, che però non si perde un’attività di Special Sport ed è perfettamente integrata nel gruppo. Annuisce a quello che dicono i suoi compagni e anche lei sorride soddisfatta della bella esperienza.
Con l’arrivo dell’estate i ragazzi del settore Special Sport inizieranno tutta una serie di attività all’aperto, sempre insieme e in gruppo, perché le esperienze – prima di tutto – vanno condivise.
Anna
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