IL SINDACATO FIALS MEDICI CONTESTA IL PIANO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI ASST E LE ESTERNAZIONI DELL'ANAAO

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IL SINDACATO FIALS MEDICI CONTESTA IL PIANO ORGANIZZATIVO AZIENDALE DI ASST E LE ESTERNAZIONI DELL'ANAAO

Lun, 11/04/2022 - 20:33
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Essendo imminente la stesura del nuovo POAS, il Piano Organizzativo Aziendale Strategico che periodicamente ridefinisce l’assetto organizzativo e l’offerta sanitaria dell’ASST, riprende la campagna mediatica a favore della demolizione di quel che resta della Sanità Pubblica in Valtellina.

Per l’occasione la rappresentanza regionale e provinciale ANAAO si trasforma in un’agenzia di disinformazione cercando di influenzare le scelte organizzative. In tal senso offre un’interpretazione del tutto strumentale di un dato inconfutabile e purtroppo drammatico: la carenza di medici (in particolare specialisti) su tutto il territorio nazionale.

Secondo il sindacato ANAAO, a quanto riporta la stampa (“il problema è Sondalo”) l’handicap della Sanità Valtellinese sarebbe l’Ospedale di Sondalo ed in particolare la collocazione, in tale presidio, delle cosiddette “alte specialità” chirurgiche. Ma i numeri riportati da ANAAO mal si prestano a sostenere questa tesi: se ben 96 medici hanno lasciato l’ASST nel periodo 2016-2020, tale fuga coincide proprio con “l’inizio del percorso di costruzione di un polo unico delle specialità chirurgiche a Sondrio” (infatti compare per la prima volta nel POAS 2016 la proposta di trasferire queste specialità da Sondalo a Sondrio, cominciando con la Neurochirurgia).

Quanto sostiene ANAAO è inoltre palesemente infondato per le considerazioni che seguono:

1) La carenza di medici è un problema nazionale frutto di scelte politiche (alcune recenti volte a favorire i pensionamenti, altre più datate volte a limitare l’accesso ai corsi di laurea, l’ accesso alle scuole di specializzazione ed infine l’accesso alla professione ospedaliera, se non in possesso di specifico diploma di specializzazione).

2) Se si parla di attrattività sul piano professionale, Sondalo ha comunque sempre avuto una quota di professionisti provenienti da fuori provincia ben più alta rispetto a quelli presenti a Sondrio a dimostrazione di quale dei due presidi sia stato e sia tuttora più attrattivo per i medici.

3) Il graduale declino della sanità valtellinese e la fuga di pazienti verso strutture (soprattutto private) situate fuori provincia sono iniziati con il passaggio dell’Ospedale di Sondalo sotto la direzione di Sondrio: da quel momento l’Ospedale Eugenio Morelli “di rilevo nazionale e di alta specializzazione” è stato demolito poco a poco per favorire il presidio del capoluogo.

4) La totale demolizione, già attuata, di altre realtà periferiche come Morbegno e Chiavenna con la chiusura di Strutture chirurgiche come Ortopedia e Ginecologia, non ha portato a Sondrio altri medici, e neanche pazienti.

5) Il trasferimento a Sondrio delle specialità chirurgiche di Sondalo non è attuabile (se non in maniera puramente virtuale) per motivi tecnico-strutturali ben precisi: una specifica attività chirurgica (sia essa neurochirurgia, chirurgia vascolare, chirurgia toracica) necessita di posti letto in numero adeguato, personale di sala operatoria esperto e preparato, disponibilità di sale operatorie, disponibilità di anestesisti, disponibilità di posti letto in Terapia Intensiva.

Quindi, se si vuole trasferire queste attività da Sondalo a Sondrio, non basta semplicemente scriverlo nel POAS e poi spostare i cartelli sulle porte, ma bisogna organizzare il trasferimento (da Sondalo a Sondrio) anche di anestesisti (quelli ora in servizio a Sondrio non sono certamente sufficienti), infermieri e personale di sala operatoria. A questo punto, senza più una Struttura di Anestesia e Rianimazione aperta 24 ore su 24, si sarebbe costretti a togliere da Sondalo (oppure chiuderle) anche Chirurgia Generale, Medicina Generale, Pneumologia, Tisiologia e tutte le Strutture di Riabilitazione ivi presenti, compresa l’Unità Spinale Unipolare.

Una riorganizzazione di questo tipo (in presenza di una migliore viabilità) si potrebbe eventualmente prendere in considerazione se a Sondrio si costruisse un nuovo Ospedale con una capienza decisamente maggiore di quella attuale, ma al momento nel capoluogo non è previsto nessun nuovo ospedale, né un incremento di posti letto rispetto all’ esistente. Pertanto, un trasferimento di strutture chirurgiche da Sondalo a Sondrio si può realizzare solo “sulla carta” senza garantire alle stesse né posti letto né sale operatorie in misura sufficiente a continuare la propria attività. Quindi l’unico risultato (e probabilmente la vera intenzione) sarebbe condurre di fatto queste attività alla chiusura e dirottarne i pazienti fuori provincia.

È probabile che sia in atto già da tempo e su più vasta scala un progetto mirante a dirottare verso la sanità privata tutta l’attività chirurgica di elezione (quella che garantisce i maggiori introiti) e lasciare alla sanità pubblica il compito di fronteggiare le urgenze e le malattie croniche di rilevanza sociale (attività con incerti margini di guadagno). Voler affrettatamente trasferire a tutti i costi le alte specialità chirurgiche a Sondrio (mettendole di fatto nella condizione di non poter operare) sembra muoversi in questa direzione e spiace che un sindacato importante se ne faccia inconsapevole (si spera) sostenitore.

Spiace pure che l’Ospedale di Sondalo, che tanto ha dato in tempi passati e recenti alla salute dei valtellinesi, sia acriticamente etichettato anche dalla stampa locale come un problema e non come una risorsa.

Appare davvero in tutta evidenza come l’unica possibilità di sopravvivenza di detto ospedale risieda nella sua immediata separazione amministrativa da Sondrio, sottraendolo a logiche politiche poco chiare, per ricostituirlo in un’Azienda Autonoma o almeno aggregarlo all’ASST della Valcamonica.

 

Sondalo, 11 aprile 2022

 

Nicola DeMarco
segreteria FVM - Fials medici