FRAMMENTI DI STORIA – LA BIORCA DI GRAILÉ: INCROCIO DI VIE E DI VITE
29 aprile 2020
Se c’è un edificio che può simboleggiare perfettamente la gente di montagna, questo è il Santuario della Madonna della Biorca: poco eclatante all’apparenza, senza vistosi ornamenti, con una struttura semplicissima, poco vistoso…eppure la purezza delle sue linee architettoniche racchiude un fascino intimistico e rimanda alla genuinità di spirito. Misteriosa la sua origine: la prima indicazione documentaria risale alla visita pastorale del Ninguarda nel 1589, ma le attestazioni circa la contitolarietà di S. Michele (cui è dedicata una pala e l’altare maggiore) fanno ipotizzare l’esistenza di un più antico oratorio dedicato all’Arcangelo guerriero (tipico dei popoli longobardi), forse nei pressi di un cimitero. Un’ulteriore testimonianza dell’importanza del culto di S. Michele è costituita dalla costruzione della chiesa con l’abside orientata verso est, in modo che nel giorno della festa di S. Michele i raggi del sole penetravano dalle finestrelle absidali e illuminavano la navata del tempio. Attorno ad essa convogliavano le tre comunità di Le Prese, Mondadizza e Frontale: anticamente era collocata in una zona solitaria a lato dell’antica via Valeriana (la via regia), a ridosso della biforcazione da cui si diramava il cammino per la valle di Rezzalo (da cui il nome “Biorca”). Il senso di arcano che avvolge tuttora il Santuario, reso ancora più singolare dal suo campanile – incrocio di stili di diversa matrice –, incute nell’osservatore una curiosità spontanea e un’ammirazione intrigante per questa chiesa, che si staglia nella piana alluvionale come una gemma tutta da scoprire.
Anna
Gianluigi Garbellini, Il Santuario della Madonna della Biorca, Bollettino CSSAV n. 5/2002
http://www.cssav.it/wp-content/uploads/2017/02/Bsav-05-Garbellini.pdf
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