LA MATEMATICA CHE NON TI ASPETTI!
17 ottobre 2019
“Oltre la scuola”: la nuova associazione di ex studenti e simpatizzanti dell’I.I.S. “Alberti” costituitasi nel maggio 2019 si è presentata ieri al pubblico con la prima delle diverse proposte che nel prossimo futuro verranno portate avanti dai suoi membri; proposte che – come ha spiegato la presidente Lorenza Fumagalli – dovrebbero essere realizzate sulla base delle indicazioni che giungeranno dalla popolazione, per attuare qualcosa che sia davvero utile al territorio e vada nella direzione richiesta dalla gente. In effetti, già con questo primo incontro si è voluto rompere uno schema: “Simboli matematici come opere d’arte” ovvero numeri, equazioni e segni che non vengono utilizzati in chiave matematica bensì concepiti in chiave figurativa e si trasformano in vere e proprie opere artistiche, alcune delle quali esposte alle più importanti gallerie del mondo.
Ne ha parlato il famoso matematico e cattedratico Bruno D’Amore, la cui missione in queste conferenze pare quella di smontare i luoghi comuni che circolano intorno alla matematica: materia arida, piatta, monotona, con tutte quelle righe di espressioni sulle quali generazioni di studenti si sono affannati… ebbene no! La matematica, per chi la sa guardare con altri occhi, sa essere divertente, allegra, creativa e può persino affascinare con i suoi significati nascosti, quasi esoterici. Ci sono stati (ed esistono tuttora) artisti che si sono espressi con composizioni (pittoriche o figurative) in cui numeri e figure rivelano un mondo diverso, a chi sa decifrarli oltre il loro semplice aspetto. Due esempi su tutti: il nastro di Moebius (identificato erroneamente con il simbolo dell’infinito) e la curva di Peano. A noi profani sembravano solo “schiribizzi” frutto dell’inventiva di qualche artista, in realtà nascono da modelli o da studi matematici precisi che sono stati poi tradotti in chiave figurativa. Ma si scopre che anche dei semplici numeri hanno alle spalle una storia millenaria se non addirittura leggendaria: il numero irrazionale 1,618 è il cosiddetto “numero d’oro” (utilizzato, cioè, per decretare che tutto ciò che è compreso all’interno di un determinato rapporto è quanto di più bello possa essere visto dall’occhio umano) e la sua formulazione risale nientemeno che al 600 AC! O ancora, il famoso “quadrato magico”, tuttora utilizzato sotto varie forme, non era solo un rompicapo ma era addirittura considerato un potente portafortuna!
Una serata, insomma, che ha affascinato il pubblico; l’affabilità del prof. D’Amore, unita a un garbato sense of humor, ha reso la serata particolarmente piacevole da seguire, soprattutto per coloro completamente a digiuno dell’argomento. Siamo certi che anche le sue pubblicazioni avranno la stessa forza persuasiva delle sue conferenze. Intanto, se vi siete incuriositi e volete ascoltarlo dal vivo, oggi e domani terrà ancora due incontri all’auditorium del Liceo Alberti, come da locandina allegata.
Anna
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