IL DONO DI MATTEO: UNA GRAZIA E UNA BENEDIZIONE CHE CONTINUANO ANCORA OGGI

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IL DONO DI MATTEO: UNA GRAZIA E UNA BENEDIZIONE CHE CONTINUANO ANCORA OGGI

Ven, 18/10/2019 - 19:36
Pubblicato in:

18 ottobre 2019

20 anni sono la gioventù, sono la speranza che si affaccia sulla strada della vita, sono il futuro pieno di promesse e i progetti che iniziano a maturare… per qualcuno, invece, 20 anni (24, per l’esattezza) sono la cifra di un dolore che il tempo non potrà mai cancellare. Nel 24° anniversario della scomparsa di Matteo Baumgarten il papà Giacomo – sempre in costante dialogo col figlio – ci offre una riflessione sullo scorrere dell’esistenza, per cogliere appieno la ricchezza che accompagna ogni essere umano, qualunque sia il tempo concessogli su questa terra.

Anna


Caro Matteo,

ho appena terminato di leggere il saggio di Enzo Bianchi dal titolo: “La vita e i giorni. Sulla vecchiaia”. Bello. Interessante,  piacevole perché, a mio modo di vedere, questa riflessione è rivolta non solo a chi sta per affacciarsi alla terza età o a chi, come me e la mamma ci è già entrato, ma anche ai giovani, se non altro perché anche i giovani, prima o poi, dovranno comunque affrontare questa fase della vita, se avranno la fortuna di arrivarci.

Per questo mi permetto di parlarne con te, anche se non hai potuto usufruire di questa possibilità. La tua disponibilità ad ascoltare è sempre stata la principale caratteristica del tuo dialogare con gli altri.  Naturalmente ho raccolto numerosi spunti di riflessione, alcuni dei quali meritano di essere analizzati e approfonditi con particolare attenzione.

Enzo Bianchi paragona l’ultima stagione della vita all’inverno, dove regna il freddo, il sole tramonta presto e gli alberi spogli sembrano quasi morti.

Tuttavia, scrive con accorata partecipazione, ma senza alcuna retorica: “l’inverno, ovvero fuor di metafora la vecchiaia, può essere una stagione straordinaria, una età della vita ricca di una sua pienezza peculiare, un traguardo degno di essere raggiunto ed attraversato”, senza lasciarsi prendere dal desiderio di rimuovere la realtà dell’invecchiamento.

Accogliere, senza rammarico, il naturale deterioramento delle proprie funzioni vitali fisiche e psichiche è dunque una delle  caratteristiche fondamentali dell’Arte di Vivere “che va praticata con consapevolezza e continuità nell’età matura, per prepararsi ad una nuova tappa della vita” qual è la vecchiaia che spesso riserva inaridimento, ripiegamento sterile su di sè ed una lenta perdita dei rapporti interpersonali.

Un primo suggerimento, secondo Padre Bianchi, sta innanzitutto nel coltivare quello che i latini chiamavano “otium”, una condotta di vita non riconducibile al semplice e dolce far nulla, ma ad un comportamento che può essere vissuto pienamente, cercando la quiete, aumentando il tempo per dedicarsi  alla vita interiore. Ma soprattutto non bisogna cedere alla nostalgia, che spesso rischia di reinventare un passato mai esistito. Il continuo tornare ai ricordi ed ai fatti del passato con rimpianto non aiuta a vivere il presente con serenità ed a guardare al futuro. La vecchiaia infatti è un’età in cui si può anche vivere in attesa del futuro, cogliendone le novità.

Altro consiglio è quello di non isolarsi, ma di vivere di relazioni e di incontri, perché anche se gli essere umani sono prima di tutto individui, hanno bisogno degli altri per realizzarsi pienamente.

Infine, per invecchiare bene, è importante apprendere, con gradualità, a lasciare la presa, a coltivare l’atteggiamento “del distacco, del saper prendere le distanze, dell’accettare di non poter tenere in mano tutte le corde”. Ciò  non significa paralisi od impotenza, ma saggia presa di coscienza della realtà, senza che questo debba implicare rimpianti o nostalgie senili.

Perché il nostro vero e più importante impegno, non solo durante la vecchiaia, ma ad ogni età, è quello di vivere al meglio in ogni circostanza, momento per momento, consapevoli che esso potrebbe essere quello conclusivo.  E comprendendo, conclude Enzo Bianchi, che ” il puro e semplice fatto di esistere è una grazia, una benedizione, un miracolo” come tu lo sei stato per noi e per tutti quelli che hanno auto il privilegio di incontrarti e di conoscerti.

Ti voglio  sempre tanto bene

Il tuo papà

 

Premadio 18 ottobre 2019