«Trenord gestione fallimentare: società al collasso nonostante le ingenti risorse economiche. Eliminare corse e sopprimere fermate è l’ammissione del fallimento»
Sondrio, 18 ottobre 2024
Eliminare corse e sopprimere fermate per risolvere il “caos ferrovia”? L’ammissione di un fallimento generalizzato. Jonny Crosio, politico di lungo corso ed ex parlamentare, non fa sconti intervenendo nel dibattito sul trasporto ferroviario all’indomani della rimodulazione del servizio annunciata dalla Regione Lombardia per provare a mettere una pezza a un sistema che ormai da mesi, o meglio anni, è al collasso.
«Dopo aver passato gli ultimi due anni con la linea ferroviaria chiusa per sei mesi per “importanti” lavori di ammodernamento e aver speso decine e decine di milioni di euro - dice Crosio - la soluzione per risolvere le criticità è eliminare corse e sopprimere fermate? Più che la risposta a un problema è l’ammissione di un fallimento generale della gestione del trasporto ferroviario lombardo. Trenord è al collasso ed è senza più l’alibi di una vecchia flotta di treni (il materiale è stato pressoché tutto rinnovato), mostrando una gestione peggiore di quella di Trenitalia nelle altre regioni».
Essere la regione ferroviaria più importante d’Italia per lunghezza della rete, 1.800 km e per numero di treni, secondo Crosio non è bastato per raggiungere l’efficienza necessaria e per rispondere alle esigenze dei pendolari lombardi, «che se avessero avuto un servizio migliore - rimarca Crosio - avrebbero scelto il treno per andare al lavoro abbandonando l’automobile».
Una situazione inaccettabile anche alla luce degli ingenti sussidi pubblici a Trenord che sono cresciuti, sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto alle altre regioni. «Più spesa non sempre corrisponde a più efficienza evidentemente - incalza il politico -, in particolare quando si fondono due aziende con caratteristiche operative diverse».
Costi di gestione di 20 euro a km/treno, quasi doppi rispetto alla media nazionale dei treni locali che è di 13 euro a km/treno, esternalizzazioni di attività, acquisti di beni e servizi effettuati superficialmente, digitalizzazione e introduzione di nuove tecnologie al rallentatore, più un organigramma aziendale in continuo mutamento, sono secondo Crosio alla base delle modeste performance, «volendo usare un eufemismo».
«Trenord oggi sembra più uno strumento di consenso che una società di servizi pubblici - aggiunge Crosio -. A onor del vero un passo avanti lo abbiamo fatto: il presidente della Regione Attilio Fontana ci ha rassicurati affermando che sta dalla parte dei pendolari. E ci mancherebbe, mi permetto di dire. Ma proprio perché sta dalla loro parte ci aspettiamo che sia lo stesso presidente Fontana a chiedere conto di questa gestione fallimentare sia a Trenord, che ricordiamo è società controllata direttamente da Regione Lombardia, che a Rfi».
«La proposta di eliminare corse e sopprimere fermate è irricevibile - conclude Crosio - e non è una proposta all’altezza della Lombardia che continua ad essere la Regione italiana più efficiente, malgrado Trenord».
Jonny Crosio
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