Dalla sua camera, Matteo ancora oggi ci parla e ci esorta a conoscere più a fondo noi stessi
La “lettera a Matteo” che papà Baumgarten dedica ogni anno in ricordo del figlio, tocca quest’anno un tema che meriterebbe di sicuro maggiore approfondimento da parte di tutti noi: quanto peso ha, nella nostra vita, la conoscenza che abbiamo di noi stessi e quanto spazio ci lasciamo per scavare un po’ più profondamente nelle nostre coscienze? Non è una domanda oziosa: viviamo in un mondo superficiale e frettoloso, dove i rapporti si consumano in un “amen” e dove il dialogo (non il cicaleccio dei perdigiorno, ma quello che va all’essenza delle cose, quello che turba e smuove…) è spesso vissuto con disagio e imbarazzo, mentre dovrebbe essere il caposaldo delle nostre vite. Senza un sano confronto – con noi stessi e con gli altri – non avremo mai modo di conoscerci veramente né di saper elaborare in autonomia un pensiero, un’opinione, una citazione senza per forza ricorrere a quelli altrui. L’auspicio è che questo diventi una prassi soprattutto nell’educazione dei giovani, proprio come sosteneva il filosofo Jiddu Krishnamurti nel suo “Educare alla vita”, perché «la conoscenza di sé è l’inizio della libertà».
Caro Matteo,
alcune sere fa la mia attenzione si è soffermata sul contenuto di un poster, ancora appeso nella tua camera, sul quale è riportata una frase di Jiddu Krishnamurti, un pensatore del Novecento di origine indiana:
"Conoscere se stessi è il fine ultimo dell'educazione. Nel momento in cui cominciate a conoscere voi stessi, anche se poco, si è già messo in moto uno straordinario processo di creatività. A partire da questo, potete andare sempre più in profondità, all'infinito, poiché non c'è fine all'auto conoscenza. Questa è la vera funzione dell'educazione".
Per la verità, confesso di conoscere in modo molto superficiale il suo pensiero, tuttavia, per l'ennesima volta, mi sono chiesto: perché tanto interesse e tanta attenzione da parte tua per uno dei più grandi pensatori e maestri di vita dell'età contemporanea?
Sei sempre stato uno spirito libero, dotato di una eccezionale capacità di lettura critica della realtà e del pensiero altrui. Per questo non mi stupisce la tua attenzione per un pensatore che, nel corso della sua vita, non ha mai fatto parte di nessuna organizzazione religiosa, setta o nazione, né ha condiviso insegnamenti di pensiero politico o ideologico. Krishnamurti non ha mai predicato alcuna filosofia o religione, preferendo sempre parlare di ciò che riguarda la vita quotidiana e dei gravi problemi, che affliggono la società moderna. Questo modo di interfacciarsi con la realtà è sempre stato un tuo cavallo di battaglia ed i tuoi interessi per le grandi tematiche e discussioni che attraversano la nostra civiltà, rappresentano un riscontro tangibile alla tua necessità di conoscere ed approfondire le tue conoscenze.
Krishnamurti, infatti, sosteneva che proprio le divisioni dovute alle religioni o alle correnti di pensiero in genere, hanno da sempre generato dilanianti conflitti e devastanti guerre. Per questo predicò ed insegnò sempre, con meticolosa saggezza, i meccanismi della mente umana, esortando a curare l'aspetto meditativo e spirituale della nostra vita. Spronava, ogni volta che se ne presentava l'occasione, al rispetto del pianeta, senza apportare distruzione sia a noi stessi che all'ambiente. L'educazione è un tema centrale del suo insegnamento. Per lui l'educazione era intesa proprio nel suo senso etimologico di "tirar fuori". Il suo modo di insegnare era basato sul metodo socratico (o maieutica), cioè basato sul dialogo. Tale metodo aiuta a ragionare con la propria testa ed è l'opposto dell'indottrinamento, del cercare di inculcare contenuti nelle menti dei giovani e degli adulti, che li devono invece elaborare da soli.
Devo riconoscere che tu hai sempre creduto molto a questa concezione dell'educazione e sostenevi con coerenza, che sin da piccoli, siamo abituati ad un metodo che è esattamente il contrario, cioè quello di chi cerca di inculcarci solo idee preconfezionate. Una famosa frase di Krishnamurti è "La verità è una terra senza sentieri" ovvero non c'è un sentiero già tracciato verso la verità, perché essa non può che essere frutto di una ricerca personale. Si potrebbe riassumere il pensiero di Krishnamurti in una sola frase: credere nella possibilità di vivere in pace togliendo, anziché mettendo. Si tratta di togliere di mezzo soprattutto le emozioni distruttive, a cominciare dalla paura. Non è un caso che Krishnamurti, per descrivere la vita liberata, la vita serena o l'amore, di cui ha sempre parlato molto, non usa mai affermazioni in positivo. Lo fa sempre in negativo, per aiutarci a dirigere lo sguardo verso tutti i nostri condizionamenti interiori. Ciò nonostante, non possiamo considerare la sua una proposta individualista. Infatti, il suo interesse è rivolto tanto a livello individuale che sociale. Un'altra famosa frase di Krishnamurti è: " Il mondo sei tu e tu sei il mondo". Significa che non puoi liberare il mondo se non liberi te stesso. Per questo si può affermare che il suo insegnamento è sempre attuale.
Krishnamurti credeva nella comunione fra tutti gli esseri umani, nella loro fragilità, al di là di qualsiasi appartenenza. E non ci propone un obiettivo irraggiungibile. Lo testimoniava lui stesso con la sua presenza, che era quella, volutamente, di un uomo qualunque. Un uomo che però era riuscito a liberarsi delle proprie emozioni distruttive.
Credo pertanto di comprendere pienamente il tuo interesse e la tua attenzione per questo pensatore e per il suo modo di concepire l'educazione. Mi resta solamente il rammarico di non aver potuto o voluto approfondire insieme concetti e tematiche tanto importanti. Sicuramente ne sarebbe valsa la pena.
Un abbraccio forte dal tuo papà
Premadio, 18 ottobre 2021
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