L'irresistibile ascesa di Simone

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L'irresistibile ascesa di Simone

Sab, 31/07/2021 - 16:37
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Il pallavolista bormino in forza al Gonzaga Giovani Milano in Serie B2 (dalle pagine di Bormio Sport)

Le vie della pallavolo sono infinite e a volte passano anche attraverso lo studio! Infatti, se l’inizio dell’università segna solitamente per un pallavolista valtellinese la fine della sua carriera, nel caso di Simone Magatelli possiamo tranquillamente fare un’eccezione. In forza sin da piccolo nell’US Bormiese maschile, sebbene a fasi alterne, è entrato nella Gonzaga Milano all’inizio degli studi universitari e da lì ha iniziato l’ascesa dalla 1^ divisione sino alla serie B.

Simone, il tuo percorso pallavolistico è particolare, vuoi raccontarcelo?
Da piccolo praticavo soprattutto lo sci di fondo e non andavo nemmeno tanto male. Ma oltre allo sci ho voluto provare qualcos’altro così ho iniziato a fare pallavolo. Però per parecchio tempo non è stato uno sport a cui mi dedicavo con costanza, perché sospendevo per anni, poi riprendevo… ero un po’ altalenante!

Per quale motivo?
Non sapevo decidermi a dedicarmi totalmente alla pallavolo, questa scelta è venuta solo quando ho smesso con il fondo, anche se ormai ero grandicello…

I tuoi primi passi con la palla?
Con Kate, ero piccolino. Ricordo nitidamente un episodio: eravamo in tanti sparpagliati in mezzo alla palestra e dovevamo provare a palleggiare; io, nella mia ingenuità, ho preso il pallone e ho cominciato a fare come nel basket, che palleggiano su e giù da terra!! Non benissimo…

Poi sei passato al mitico Spidi
Sì, dopo un periodo di stop ho ripreso e ho fatto qualche stagione con lui, alle medie e alle superiori. Eravamo una bella squadretta, con alcuni ci siamo trovati anche più avanti e abbiamo avuto esperienze fuori provincia (Alessandro Secchi, Marco Zangrando…). In quegli anni ero ancora piuttosto mingherlino anzi, Spidi dice che ero il più piccolo di tutti… Poi fortunatamente sono cresciuto, anche se nel Gonzaga sono uno dei più bassi [Simone è alto 1,90, nda].

Prima di arrivare a Milano, sei passato ancora attraverso Gianmario Tramanzoli e Matteo Lucarelli
Eh sì, mentre stavo in convitto dai Salesiani ho giocato a Sondrio sotto la guida di Tramanzoli. Tra l’altro, ho ritrovato nel Gonzaga sui figlio Pietro, che è il nostro palleggiatore! Con Matteo ho fatto under 19 e prima divisione, anche nell’interprovinciale con la Fipav di Bergamo. Posso dire che da ogni allenatore ho imparato tanto e questo mi è servito quando sono entrato nel Gonzaga.

Il tuo percorso nella Pallavolo Gonzaga Giovani è stato sorprendente
È successo tutto molto gradualmente e soprattutto in modo naturale. Sono partito nell’autunno 2016 dalla Prima divisione, ma già a gennaio mi hanno inserito nella prima squadra di serie D, anche se solo per gli allenamenti. Nel 2017 il Gonzaga è stato promosso in serie C: l’ho giocata tutta e l’anno successivo 2018/2019 siamo arrivati persino ai play off e abbiamo vinto la Coppa Lombardia. Nel 2020 siamo passati dalla C alla B, dove siamo riusciti a giocare nonostante la situazione di crisi. Per me è una grande soddisfazione essere diventato titolare e aver giocato in questi anni in campionati di alto livello, anche se adesso sono un po’ fermo a causa di un infortunio e ho perso buona parte del campionato.

Immagino che tu abbia trovato grandi differenze con la realtà valtellinese
Ovvio, ma noi in Valtellina paghiamo lo scotto di essere isolati, in pochi e avere scarse occasioni di confronto con altre realtà. Il maschile, poi, essendo poverissimo di squadre e di vivai non offre molti stimoli e infatti anche gli allenamenti erano limitati a 2 incontri alla settimana. Nelle zone di pianura la pallavolo è organizzata in modo molto più strutturato e competitivo. Ho dovuto lavorare parecchio sulla preparazione e anche adesso, se guardo i miei compagni cresciuti sin da giovanissimi nei vari club di pallavolo, vedo una differenza tecnica nelle impostazioni dei fondamentali. A loro certi movimenti vengono naturali perché li hanno appresi da piccoli, anni e anni di pratica, mentre io ho iniziato davvero a giocare solo alle superiori!

A parlare davanti a una birra sei la persona più tranquilla del mondo, in campo ti lasci prendere dall’agonismo?
È naturale, l’agonismo fa parte dello sport e in una partita la carica si fa sentire. Però capisco che le persone hanno caratteri diversi e ci sono i giocatori più tranquilli che non esprimono vigorosamente il proprio stato d’animo; questo non vuol dire che non ci tengano al risultato. Ricordo, ad esempio, un compagno della Bormiese che ogni tanto cercavo di “scuotere” dopo che aveva fatto un bel punto… io se faccio un punto importante mi esalto al massimo!!

Pensi di portare la tua esperienza in Alta Valle, magari come tecnico?
Per ora è presto, devo ancora capire cosa farò nella vita! Adesso sto studiando per la laurea specialistica in ingegneria edile, vedremo dove mi porterà il lavoro.

Hai mai proposto ai tuoi dirigenti un ritiro estivo a Bormio? In fondo, sarebbe una bella occasione per far incontrare le due società…
Giusto appena prima del lockdown avevo invitato alcuni compagni di squadra per un week end sulle piste di sci, ma abbiamo fatto in tempo solo a trascorrere una serata al pub e poi… tutti a casa!!! Però ci possiamo pensare… l’ambiente della Pallavolo Gonzaga è bello, mi sono sempre trovato bene e punta tanto sui giovani: noi studenti universitari, in pratica, siamo i più vecchi!!

Lasciamo Simone ai suoi impegni, che non sono solo di studio… la sua famiglia, infatti, gestisce un’impresa agricola e durante l’estate anche lui deve darsi da fare con la fienagione. In fondo, cosa c’è di meglio che mantenersi in forma fisica con lavori all’aria aperta? Con un po’ di fantasia, si potrebbe preparare un programma di allenamento sfruttando i lavori, gli attrezzi e le attività legate all’agricoltura, anzi… forse il suo segreto è proprio questo!

 

Anna