IL VOLONTARIATO: UNA RISORSA DA PRESERVARE
Non si capisce come mai, ma ci sono situazioni in cui si perde completamente di vista l’essenziale e ci si continua ad ingarbugliare intorno a questioni di poca sostanza e di poca utilità. Così sembra andare per l’incontro informale che si è tenuto martedì sera nella sala Stua Granda di Bormio: convocato allo scopo di fare incontrare i rappresentanti di alcune associazioni per discutere in merito a quella fondamentale risorsa che è rappresentata dal volontariato, la serata sembra destinata a essere ricordata soprattutto per i pasticci e le colpe che – con poca eleganza – sono state addossate ai giornalisti.
Ora, al di là del metodo e al di là degli sbagli, si potrebbe una buona volta ricordare quel che è emerso e che mi pare significativo per una realtà come la nostra, dove la maggior parte delle manifestazioni non sopravviverebbero senza l’aiuto dei volontari. L’idea di partenza lanciata da qualcuno è quella di una sorta di coordinamento che consenta di poter disporre di volontari in modo più strutturato, perchè è evidente che ci sono associazioni (e quindi manifestazioni) che possono contare su una grande quantità di volontariato e altre associazioni (e manifestazioni) che fanno fatica a racimolare le persone necessarie. L’idea, quindi, sarebbe di fare in modo che le associazioni – chiamando a raccolta i loro volontari – si diano una mano per aiutarsi tra di loro a portare avanti tutti gli eventi interessanti ai fini turistici, nell’ottica di una reciproca collaborazione e di un ampliamento dell’offerta per gli ospiti. Concetto ipoteticamente interessante, senonché non tiene conto delle motivazioni intrinseche che muovono un volontario.
Perchè mica tutti i volontari sono uguali anzi, l’aspetto che probabilmente vanificherebbe tale proposta, è che ognuno si dedica anima e corpo a ciò che più gli dà soddisfazione, a ciò che ama, a ciò per cui si sente portato: lo sport, la cultura, le tradizioni, il folklore, la storia, la natura, la montagna, il teatro, il sociale, l’infanzia… i campi dove si muove un volontario sono tantissimi! Un volontario non si può etichettare né classificare: si mette a disposizione con il suo tempo e i suoi mezzi per fare qualcosa in cui crede ed è mosso esclusivamente dalla passione. Non dimentichiamo, poi, che tutto il mondo del volontariato all’interno di un’associazione si fonda sui rapporti personali che si creano tra i suoi componenti ed è palese che un volontario – se non si trova bene tra un gruppo di persone – lascerà quell’attività. Sappiamo benissimo, infine, che i volontari sono quasi sempre le stesse persone che si sdoppiano in più associazioni: ciò significa un surplus di dedizione che difficilmente troverebbe spazio per altre attività (e non sarebbe nemmeno corretto chiederglielo).
Considerati questi presupposti, è chiaro che i volontari non potrebbero essere impiegati ovunque e con chiunque. Io mi immagino il volontario come una piantina preziosa, che va tenuta con cura, va assistita, va accudita… se trova le condizioni ottimali per crescere, germoglierà e darà frutto, ma se la si innaffia troppo… morirà.
Non è una questione di poco conto: il volontariato è il pilastro delle nostre associazioni. Bene ha fatto il comune di Bormio ad attivarsi per organizzare un incontro di discussione e sarebbe auspicabile anche in futuro tenere in considerazione i tanti aspetti legati a queste persone, il cui valore è impagabile, nel vero senso della parola. Altrimenti non si chiamerebbero più volontari, ma mercenari.
Anna
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