Il dottor Moriconi intervista il dottor Garattini, luminare dell'oncologia mondiale
Il dott. Michele Moriconi è un biologo nutrizionista e chinesiologo che vive e pratica la professione nella provincia di Sondrio dal 2021 e collabora con il Centro DCA dell’Ospedale Civile di Sondrio per la prevenzione e la cura dei disturbi alimentari nell’età adolescenziale.
Lo scorso 14 aprile, Moriconi ha fatto portare a casa una grande vittoria al suo atleta valtellinese Gioele Zampatti, classe 2006, che ha vinto la Quinta Gara Nazionale Classic di stacco della Federazione italiana Powerlifting a San Zenone al Lambro (MI), battendo il record di stacco da terra, con un sollevamento di 160 kg nella categoria “peso -53 sub junior”.
Recentemente il dottor Moriconi ha fatto visita all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dove ha avuto la possibilità di confrontarsi con il dott. Silvio Garattini, oncologo, farmacologo e ricercatore di fama mondiale sul tema della prevenzione e dell’incidenza di malattie che affliggono la società attuale.
Il dottor Garattini, consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha fondato l’Istituto nel 1960, grazie al testamento di Negri, un gioielliere milanese che ha voluto legare il suo nome a una fondazione di ricerca; l’istituto si prefigge lo scopo di agire nell’interesse della comunità e nell’interesse della salute pubblica attraverso la ricerca, la prevenzione e la divulgazione.
La fondazione, che al suo interno conta oggi circa 850 ricercatori si è sviluppata nel corso degli anni con quattro diverse sedi: Milano, Bergamo, Ranica e Santa Maria Imbaro ognuna delle quali è specializzata in branche speciali della medicina, dalla prevenzione e cura dei tumori, alle malattie cardiovascolari, alle neuroscienze, alle malattie renali, alle malattie rare fino alla biologia molecolare.
Malattie diverse ma che in qualche modo sono accomunate da un unico fattore scatenante, le cattive abitudini quotidiane.
Una lunga intervista quella tra Moriconi e Garattini dalla quale è emerso l’intento comune di sensibilizzare la comunità ad uno stile di vita sano, in cui la maggior parte dei farmaci potrebbe essere ridotta grazie a una nutrizione più consapevole.
“La nostra durata di vita è tra le più elevate al mondo se si pensa che l’aspettativa media è di 81 anni per i maschi e di 85 per le femmine- dichiara il professor Garattini- ma per quanto riguarda la qualità di vita sana, scendiamo in graduatoria al 15esimo posto perché abbiamo dieci anni di vita con cattiva qualità, poiché sono presenti una o più malattie nello stesso soggetto e questo deve far porre una domanda sul perchè. La differenza è dovuta al fatto che abbiamo prestato troppa attenzione alle cure, trasformando di fatto la medicina in un grande mercato che ha come obiettivo primario l’aumento del fatturato, impedendo che si parli di prevenzione poichè è in conflitto di interesse con quest’ultimo che non porta a diminuire l’incidenza delle malattie.”
Parlando infatti di aspettativa di vita, il dottore sottolinea: “Le persone anziane prendono molti farmaci ma nessuno ha stabilito se dal punto di vista scientifico sia corretto e i medici di famiglia non analizzano cosa sia davvero necessario e cosa superfluo. I medici dovrebbero essere attenti alla prevenzione prescrivendo buone abitudini di vita, facendo delle prescrizioni specifiche sul cibo e sul moto. Sarebbe utile analizzare l’efficacia della prevenzione sui fattori di rischio, calcolando la percentuale di pazienti dei medici di base che nel corso degli anni hanno smesso di fumare, ad esempio, o hanno ridotto il girovita”.
Moriconi chiede al dottore che correlazione hanno l’alimentazione sana, il moto e il sonno e il dottor Garattini risponde che sono tre i fattori indispensabili per la longevità, perché vivere a lungo malati non rappresenta un parametro di un’anzianità serena: “La gente mangia troppo e dobbiamo ridurre la quantità di cibo perché è un fattore di longevità. Io, ad esempio, cerco di mangiare poco al mattino mangio un paio di biscotti a mezzogiorno una spremuta d’arancio e qualcos’altro un piccolo tramezzino e alla sera un parto con un primo un secondo molto ridotto frutta e dolce. Per quanto riguarda il sonno invece dobbiamo dormire almeno 7 ore perché il cervello, che è l’organo che lavora di più, deve riposare perché ha un metabolismo molto intenso che accumula molte scorie che non riesce ad eliminare durante la giornata. Di notte infatti l’eliminazione raddoppia quindi lo libera dai danni che ne possono derivare”.
Negli ultimi anni sono nate “mode” relative a diete che non rispettano una tabella nutrizionale corretta e che portano quindi obbligatoriamente all’assunzione di integratori per sopperire ai macro e micro nutrienti mancanti, un tema molto caro al dottor Moriconi che da anni si batte per un piano alimentare corretto.
“La dieta deve essere varia per avere i macro e i micro elementi di cui abbiamo bisogno e oggi a maggior ragione i cibi sono inquinati e mangiando sempre lo stesso cibo, aumentiamo l’inquinamento” risponde Garattini, sostenendo che una dieta consapevole permette anche di ridurre i gas serra e invertire il processo di surriscaldamento globale, perché mangiare verdure fuori stagione innesca una serie di fattori ambientali dannosi per il pianeta e apporta sostanze tossiche all’interno dell’organismo.
È un sistema colluso, sostiene il professore, perché la creazione di profitto è ciò che muove il mondo a discapito della salute pubblica, perché, dice, la prevenzione ha come ultimo scopo quello di ridurre il consumo di farmaci, integratori e promuove una cultura del cibo stagionale a discapito delle multinazionali che producono sfruttando le risorse e utilizzando antiparassitari e prodotti per le colture che sono dannosi sul lungo periodo e incidono negativamente sulla qualità della vita di ogni singolo individuo.
Per cui la soluzione, più facile di quanto sembri, è quella di promuovere una giusta informazione e fare in modo che la prevenzione sia la prima arma messa in campo dai medici di famiglia in modo da poter evitare gran parte delle malattie che scaturiscono da uno stile di vita malsano. Ad esempio il diabete di tipo 2 che affligge 3 milioni di italiani, ossia il 5% della popolazione e che porta a diverse complicazioni di tipo renale, vascolare, visivo, può essere debellato attraverso il cibo e una moderata attività motoria, così come per determinati tumori.
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