LE BOTTEGHE DI PAESE, UNICO PRESIDIO SOCIALE NELL’ISOLAMENTO FORZATO
17 marzo 2020
È la grande rivincita dei piccoli negozi di montagna e delle botteghe di paese: stretti nella morsa della grande distribuzione e degli acquisti on line, stritolati dall’ottusa burocrazia e – spesso – dall’indifferenza dei loro stessi compaesani, queste botteghe si stanno dimostrando un presidio essenziale e basilare per tutti noi, costretti in casa dall’emergenza del coronavirus. Non solo rimangono aperte, con tutte le difficoltà e i rischi che questo comporta, ma si sono fatti anche carico di un servizio domiciliare che riveste al tempo stesso una funzione sociale.
Livio Raineri, titolare del negozio “La Butiga Raineri” nella frazione di Oga e di un altro negozio di alimentari a Sondalo, è uno di quei piccoli commercianti che ha sempre creduto nelle proprie radici e nel proprio lavoro e infatti il negozietto di Oga è da decenni un riferimento imprescindibile per il paese, e ora lo è diventato più che mai. «Devo ringraziare anzitutto i miei collaboratori, perché senza di loro non potrei fare quello che faccio; da quando è iniziata questa situazione noi ci siamo impegnati a tenere aperto e a fornire un servizio domiciliare a chiunque ne faccia richiesta: è un bell’impegno e il lavoro è tanto, ma con l’aiuto di tutti loro riusciamo a gestirlo». I collaboratori di Livio sono attualmente 9: Laura, Bruno, Daniela e Ottorino lavorano a Oga, mentre Emanuele, Lisa, Lucia, Massimo e Nina sono impiegati a Sondalo, tutti rigorosamente con la mascherina indossata perché sempre a contatto con la gente «anche se le abbiamo quasi esaurite e al momento sarà difficile recuperarne in giro…».
La preoccupazione costante di Livio è rivolta ai suoi dipendenti, soprattutto a Sondalo, dove la presenza incombente dell’ospedale con i suoi pazienti si fa sentire: «a Oga stiamo relativamente tranquilli, a Sondalo invece c’è un’atmosfera un po’ più cupa, sentiamo le sirene e vediamo le ambulanze che passano in continuazione e c’è molta apprensione. Gli anziani, in particolare, fanno fatica a comprendere, magari hanno vissuto anche le privazioni del dopoguerra e si ricordano quei brutti tempi… temono di restare isolati, senza cibo… Da Sondalo facciamo consegne in tutte le frazioni, arriviamo a Frontale e persino a Tiolo, in comune di Grosio. Ci fa piacere portargli la spesa, è un atto di protezione e di civiltà e poi così non li facciamo sentire soli!».
I due negozi lavorano a 360°: gli orari più o meno sono rimasti gli stessi di prima (tranne a Sondalo, dove in questo periodo rimangono aperti anche la domenica), ma l’impegno è pesante, soprattutto dal punto di vista psicologico «perché noi abbiamo contatti con decine e decine di persone. Però quando sui social leggo i commenti positivi dei nostri clienti, non posso che essere fiero del nostro lavoro e di tutti i collaboratori che non si stanno tirando indietro. Questo ci ripaga di tanti sacrifici!». E i clienti riconoscenti non si limitano ai commenti: Layla, che con grandi sforzi porta avanti un’azienda agricola famigliare a Oga, terminata la sua spesa alla Butiga non vuole neppure prendere il resto: «tenetelo, avrete bisogno anche voi in questo brutto periodo». Una genuina dimostrazione di quanto le sventure possano unire e tirare fuori il meglio delle persone.
Il negozio di paese è rimasto l’unico elemento di socializzazione esterna, quella poca che viene concessa di questi tempi e con le dovute precauzioni. Quando riapriranno le grandi cattedrali dello shopping e torneremo alla nostra vita di sempre, dovremmo ricordarci di quel che ci è stato offerto durante la crisi: beni di prima necessità, certo, ma soprattutto la certezza di non sentirci completamente soli in questo auto-isolamento.
Anna
Foto: archivio Butiga Raineri
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